33

207 11 0
                                    

passano alcune settimane, non sono più andata a trovare Jesse, non credo che sia una buona idea. penso che se gli stessi vicino starei solo male, e una parte di me, forse quella più razionale, dice che dovrei darci un taglio e andare avanti, lui non ha più bisogno di me, dovrei farlo anch'io. nel frattempo è uscito dalla riabilitazione e ora abita nella sua vecchia casa, che è stata completamente ristrutturata. invece Walt e Skyler hanno avuto degli alti e bassi, lei ha scoperto che il marito sintetizza meth e stavano per divorziare, in più quando le ho detto che ero a conoscenza di questa cosa si è arrabbiata anche con me, non per troppo, mi ha quasi subito perdonata, ma credo che ora le cose vadano un po' meglio.
sono circa le tre e mi sto preparando per andare da Skyler, con tutto quello che è successo penso che portare dei biscotti fatti in casa e starle vicino sarebbe una buona idea, quando suona il campanello, vado ad aprire e con mia grande sorpresa mi trovo davanti Jesse.
io: oh... ciao...
dico senza parole, sembra un'altra persona. non so se è la camicia, i capelli non più coperti dalla solita berretta o il fatto che si sia rasato la barba, ma sembra davvero stare meglio.
J: ciao...
dice imbarazzato per non so quale motivo.
J: ti disturbo? stavi facendo qualcosa...?
io: come? ehm... no. cioè... stavo uscendo, ma non importa.
non credo di aver mai balbettato così tanto in vita mia, ma era davvero l'ultima persona che mi aspettavo potesse venire a suonarmi il campanello.
J: davvero?
io: sì... beh, entra, non stare sulla porta.
J: e se facessimo un giro?
chiede indicando la sua auto.
io: oh, certo, d'accordo. mi metto le scarpe e arrivo.
dopo circa un quarto d'ora ci ritroviamo seduti ad un bar.
io: ti trovo bene.
dico appoggiando la mano sulla sua.
io: sono felice che sei tornato.
lui ritira lentamente la mano dalla mia.
J: Zoe... non è il caso... davvero.
dice sorridendo per non mettermi a disagio.
io: oh, scusa, santo cielo... certo, capisco. mi dispiace, che stupida...
brava Zoe, hai appena fatto una figura di merda colossale. ora crederà che sono ancora innamorata di lui, che è vero, ma non dovrebbe pensarlo, e per giunta io sto cercando di dimenticarlo.
J: no, scusami tu, è colpa mia. forse ho fatto qualcosa per farti fraintendere.
forse? mh... fammi pensare. venire a casa mia e invitarmi ad uscire potrebbe essere una possibilità?
io: senti, non importa, ho capito.
dico fingendo un sorriso e cominciando a fissarmi le mani.
J: ecco... ti ho voluto vedere per scusarmi.
io: scusarti? per cosa?
J: per come mi sono comportato quando sei venuta a trovarmi... ti ho trattata male e mi dispiace... ero solo molto giù ma non avrei dovuto.
io: non preoccuparti, davvero, lo capisco.
J: sì, lo so, ma comunque mi sono comportato da stronzo.
io: tranquillo... tu piuttosto, stai bene?
J: sì, sto bene.
annuisco lentamente.
io: ok, bene, è tutto qui? non c'è altro? sai, avrei un impegno.
dico distaccata ma cercando di non essere scortese.
J: oh... sì, d'accordo...
io: bene, allora ciao. ci vediamo.
dico fredda per poi alzarmi e prendere la borsa, e cominciare a camminare a passo spedito lungo il marciapiede.
J: ehi, aspetta.
mi prende per il braccio e mi ferma, io mi giro e lo guardo.
io: cosa c'è?
J: ci rivedremo?
schiudo la bocca confusa, non mi aspettavo una domanda del genere.
io: no, non credo.
dico dopo qualche attimo, seria. mi fisso le scarpe e lui allenta la presa dal mio braccio, alzo lo sguardo e lo vedo guardarmi.
J: sai, ho pensato a noi, in questi giorni... e a come ho rovinato tutto.
io: mi pareva avessi detto che hai fatto bene a lasciarmi.
J: sì, l'ho detto. ma ho bisogno di te. la tua presenza nella mia vita mi ha reso diverso allora, e potrebbe essere un bene anche adesso. ho bisogno di te, nella mia vita. so che ti ho fatto soffrire, ma ho bisogno di sapere che ci sarai per me.
io: cosa mi stai chiedendo Jesse?
chiedo confusa, io non lo capisco, neanche dieci minuti fa gli ho preso la mano e lui l'ha lasciata dicendomi che non era il caso. e ora ha bisogno di me nella sua vita? come dovrei comportarmi?
J: non ti sto chiedendo di tornare a com'eravamo prima, ma solo di... ecco...
si passa le mani tra i capelli.
J: non lo so. so solo che mi manchi. e che mi sei sempre mancata, da quel giorno in ospedale.
sospiro.
io: Jesse, non m'interessa se mi hai fatto soffrire o che altro, ma io sto cercando di superare la cosa, è da mesi che sto male, e non voglio fare la vittima, ma finalmente sto lasciando correre. in più... hai appena perso Jane e non sono del tutto sicura che tu voglia intraprendere un rapporto con me, anche solo in amicizia, dopo tutto quello che c'è stato tra noi.
J: e ora che c'entra lei? io sto parlando di me e te.
si inumidisce il labbro inferiore e noto un leggero tono di rabbia nella sua voce.
io: scusa... lei non c'entra niente, mi dispiace. è solo che...
lo fisso dritto negli occhi.
J: Zoe... ti prego.
prendo un bel respiro e poi annuisco.
io: d'accordo.
lui sorride.
J: posso accompagnarti al tuo impegno?
io: certo.
mi accompagna davanti a casa di Skyler.
J: dopo posso venirti a prendere e riportarti a casa se non hai il passaggio.
dice appena accosta al marciapiede.
io: no, non preoccuparti, mi inventerò qualcosa.
J: se cambiassi idea hai il mio numero.
io: ok, grazie. allora ciao.
faccio per aprire la portiera ma lui mi ferma.
J: potresti passare da me un pomeriggio ok? stiamo un po' insieme e facciamo qualcosa.
io: qualcosa del tipo?
chiedo divertita.
J: non lo so, qualcosa che farebbero due amici.
annuisco sorridendo.
io: certo. ci vediamo.
dico per poi uscire dall'auto e andare a bussare alla porta di Skyler.
con mia grande sorpresa ad aprirmi è Walter.
io: ciao Walt. c'è Skyler?
lui mi guarda male.
W: che diavolo ci facevi con Jesse?!
io: siamo usciti... perché?
S: Zoe ma sei tu! entra!
sorrido a Skyler e supero Walt guardandolo male, che problemi ha ora? un mese fa voleva solo che mi rappacificassi con Jesse e adesso si arrabbia se usciamo?
saluto Skyler e poi ci sediamo sul divano.
io: ti ho portato dei biscotti, li ho fatti io.
dico porgendole la scatola.
S: grazie mille, non avresti dovuto.
io: tranquilla, è stato divertente cucinarli.
dico facendo spallucce.
S: allora... ho visto che ti ha portato qui Jesse. da quando avete risolto?
io: in realtà non molto... ci siamo incontrati per caso e abbiamo deciso di rivederci qualche volta, niente di che.
lei annuisce.
io: te e Walt invece? come va?
S: andiamo avanti.
afferma sospirando.
io: senti, mi dispiace davvero tanto di non avertelo detto, ma non potevo.
S: ehi, devi smetterla di scusarti ogni volta che ci vediamo. non è stata colpa tua, la colpa è solo di Walt, non avrebbe neanche dovuto iniziare.
io: d'accordo.
dico annuendo.
passo la serata dagli White e me ne torno a casa verso le dieci, addormentandomi quasi subito.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora