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la sveglia suona, odio il martedì, ho solo materie che non mi piacciono o che non capisco.
mi alzo dal letto e mi preparo velocemente, ho spento la sveglia un paio di volte prima di accorgermi che sono in ritardo, ho solo venti minuti per arrivare a scuola. salto da una stanza all'altra con una velocità che neanche Flash e riesco ad arrivare anche in anticipo.
A: sei in ritardo, ti sto aspettando da dieci minuti!
Alex è sempre molto precisa, non le piace aspettare.
io: hai ragione, scusa.
dico prendendo lo zaino dal sedile del passeggero. abbraccio la mia amica e così facendo noto un'auto, un'auto rossa per la precisione, la stessa auto che ho avuto dietro di me per tutto il tragitto casa-scuola, sono certa di averla già vista da qualche parte.
A: ehi ma che hai?
io: cosa? no, niente.
fisso ancora la macchina davanti a me, c'è qualcuno al volante, ma a causa del sole non riesco a capire chi sia. pazienza, sarà un altro allievo di questa scuola probabilmente.
smetto di pensarci quando qualcuno mi mette un braccio intorno alle spalle, alzo la testa e mi ritrovo le labbra di Kiran sulle mie, sento un coretto di "ohhh" e lo stacco, sono i suoi amici, tutti giocatori di football.
io: che cazzo fai?
chiedo incazzata allontanandomi.
K: ti hanno mai detto che hai le labbra morbide?
io: ti hanno mai detto che sei un coglione?
K: eddai, è solo un bacio! non ci ho neanche messo la lingua!
io: fanculo Jones!
dico per poi entrare a scuola. chi cazzo gli da il diritto di baciarmi? gli ho detto esplicitamente che non voglio essere la sua fidanzata e lui che fa? mi bacia? che stronzo.
mi siedo al mio posto, poco dopo entra Kiran con dei suoi amici, appena mi vede mi sorride e si siede nel banco accanto al mio.
K: ehi...
io: che diavolo vuoi adesso? hai fatto bella figura con i tuoi amici, ora puoi anche smetterla di fingere che ti importi di quello che penso.
K: a me importa.
io: se ti fosse importato, non ti saresti neanche avvicinato. che cazzo ti è preso?! ti ho detto che non mi piaci, quindi basta, perché continui a provarci?
K: perché tu invece mi piaci. e non ho intenzione di mollare, presto sarai mia.
lo ignoro totalmente e tiro fuori il libro di storia dell'arte. all'improvviso la porta della classe si apre ed entra il professor White, scusatemi, dov'è la Signorina Grey?
Sig. W: buongiorno ragazzi. la professoressa Grey oggi non è potuta venire, quindi vi farò io da supplente, e andremo avanti con il programma.
alzo gli occhi al cielo e sbatto la testa contro il banco, facendo un po' troppo rumore, infatti White se ne accorge e mi guarda.
Sig. W: qualche problema Clayton?
chiede allargandosi leggermente la cravatta, sta morendo di paura che io parli, si vede lontano un miglio.
io: no, nessun problema.
dico per poi fissare il banco.

la pausa pranzo per fortuna arriva presto, e io e Alex ci ritroviamo al nostro stesso tavolo a mangiare. è quasi un quarto d'ora che lei mi guarda senza fiatare.
io: ok... che succede?
A: senti... non voglio litigare ma...
sospira.
A: penso che tu sia stata sgarbata stamattina, con Kiran.
sgrano gli occhi.
io: cosa? parli seriamente? lui mi ha baciata! senza un motivo logico e sopratutto senza il mio consenso!
A: era solo un bacio a stampo, non ti ha violentata!
io: ci mancherebbe solo quello!
dico mangiando un boccone del mio solito panino scadente al tacchino.
io: gli ho detto chiaro e tondo che non voglio avere...
mi blocco notando qualcosa, aldilà del cancello che divide la scuola dalla strada. la Toyota Tercel rossa è ancora parcheggiata lì, dove l'ho vista stamattina, non ci sarebbe niente di male se non fosse che il proprietario è ancora al volante, proprio come stamattina. questo mi fa intuire che non può di certo essere uno studente di questa scuola, altrimenti sarebbe in cortile con tutti noi.
A: ehi? che hai? ti sei incantata?
guardo la mia amica.
io: come?
A: stavi parlando e poi hai smesso, che succede?
io: niente. è solo che...
sospiro.
io: non ho voglia di litigare con te.
A: d'accordo, allora cambiamo discorso. cos'è successo ieri con il professor White? è tutta la mattina che vi lanciate occhiatine complici.
io: cosa? no... non è vero.
A: non sono stupida. dimmi la verità.
resto un po' in silenzio per elaborare qualcosa di credibile, alla fine opto per una mezza verità.
io: mi ha scoperta.
A: COSA?
chiede urlando facendo girare alcuni ragazzi dei tavoli vicini.
io: perché urli?
chiedo imbarazzata per la figura che ci sta facendo fare.
io: sì beh, ho dovuto dirgli la verità. ha detto che non ci avrebbe punite se la smettevamo con questi stupidi giochetti e quindi gli ho dato la mia parola.
spostando lo sguardo, noto che la Toyota rossa se ne sta andando, cerco di capire chi stia guidando, invano.
A: beh, meglio così, almeno non dovrò seguirlo anch'io.
io: ovvio, fai fare tutto il lavoro sporco a me. mi sembra giusto.
dico alzando gli occhi al cielo.
la campanella che indica la fine della pausa pranzo suona, e noi rientriamo in classe. passo il resto della giornata scolastica a pensare a quella Toyota rossa e mi chiedo se fosse solo un caso che mi abbia seguito e che fosse davanti al cancello nella pausa pranzo o se un motivo c'era eccome.
K: ehi, tesoro come va?
dice avvicinandosi mentre sto prendendo dei libri dal mio armadietto.
io: primo punto, non chiamarmi mai più tesoro. secondo punto, non stressarmi. terzo punto...
K: ehi ehi ehi, vacci piano! voglio essere tuo amico ok?
io: chiamandomi tesoro?
chiedo alzando le sopracciglia, lui non risponde. sbatto lo sportello dell'armadietto chiudendolo.
io: terzo punto, ho da fare.
dico per poi superarlo e uscire dalla scuola.
K: perché non la smetti di fare la stronza e mi concedi una possibilità?
chiede raggiungendomi e camminando in parte a me.
io: wow, non pensavo che Kiran Jones si abbassasse a supplicare le ragazze, credevo che fosse il contrario.
K: che ho che non va? è perché sono il capitano della squadra di football vero?
dice mettendosi davanti a me e bloccandomi.
io: non è per il football. sei tu, il tuo comportamento. sei arrogante, presuntuoso, il problema è che se io te l'avessi data, ora non mi cagheresti più da un pezzo. ma siccome continuo a rifiutarti, tu non lo accetti, vuoi per forza mettermi nella tua collezione di ragazze scopate. non sono una così, non uscirò con te, non verrò a casa tua e non mi farò togliere le mutande da te. ora che abbiamo chiarito la questione, mi lasci passare?
appena finisco di parlare mi rendo conto che ho alzato forse un po' troppo la voce e ci stanno guardando tutti, abbasso lo sguardo, CHE FIGURA DI MERDA!
K: credi davvero che io sia uno così?
chiede con non calanche come se nessuno stesse assistendo alla scena.
io: perché, non lo sei?
lui resta zitto e io lo supero, vado alla mia auto e metto lo zaino al posto del passeggero, come faccio sempre. metto in moto, ma prima di partire noto sempre la solita Toyota in lontananza, decido di ignorarla e tornare a casa.
parcheggio sul vialetto e chiudo l'auto girandomi verso essa, appena mi rigiro vado a sbattere contro qualcuno, alzo lo sguardo e... Jesse? prima che possa fiatare butto lo zaino per terra e lo spingo contro il muro, bloccandolo premendogli un braccio sul collo.
io: che cazzo ci fai qui? sei venuto a finire il lavoro che il Signor White non ti ha permesso di finire ieri?
chiedo incazzata.
J: che cazzo fai tu! toglimi le mani di dosso!
io: così sei libero di farmi quello che vuoi? ah ah, non credo proprio. e ora rispondi.
dico premendo di più sulla sua gola per fargli capire che non sto scherzando. lui ridacchia.
J: ragazzina... sono qui per controllare che tu non dica nulla a nessuno, ma a quanto pare l'hai già fatto oggi no?
io: che diavolo stai dicendo?
J: la tua amica nella pausa pranzo. le hai detto qualcosa non è vero? non avrebbe mai avuto una reazione così altrimenti.
io: cosa? ma tu come fai a
improvvisamente collego tutto, ecco dove avevo già visto quell'auto, nel vialetto di casa sua, vicino al camper.
io: eri tu... sei sempre stato tu! guarda te che stronzo! mi hai seguita per tutto il giorno, perfino a scuola! solo per controllarmi!
J: sì beh, la sceneggiata che hai fatto fuori da scuola al tuo fidanzato è stata molto divertente.
dice divertito.
io: non è il mio fidanzato.
J: credi davvero che me ne freghi qualcosa? e ora scansati, hai fatto la prepotente già abbastanza.
dice spingendomi e allontanandomi da lui, avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento, perché non mi ha spostata prima?
J: e ora rispondimi, l'hai detto alla tua amica?
io: no! non gli avrei mai detto che
lui si affretta a tapparmi la bocca con la sua mano e si avvicina un po' troppo, come ieri mentre mi puntava la pistola.
J: ma sei pazza?!
dice per poi togliere la mano.
io: allora entriamo in casa, lì non ci sentirà nessuno.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora