39 (ULTIMO)

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passano alcune ore, Saul e Walt se ne sono andati, siamo rimasti solo io e Jesse, seduti per terra, appoggiati al muro. guardo Jesse, sta fissando il vuoto pensieroso.
io: ehi...
lui si gira verso di me e mi sorride, noto i suoi occhi lucidi e capisco.
io: stavi pensando a Jane...?
chiedo cercando di non sembrare invadente, lui annuisce.
io: mi dispiace, Jesse.
J: sì... anche a me.
dice per poi tornare a fissare il vuoto.
J: eravamo solo due tossici, con quel borsone pieno di soldi nel giro di una settimana saremmo morti entrambi. ma mi manca... non sai quanto...
appoggio la testa alla sua spalla e restiamo così per un po', in silenzio.
io: wow... non credevo che avrei passato le ultime ore di quest'anno, che a parer mio è stato uno dei più intensi che io abbia mai avuto, chiusa in una sala giochi, aspettando ordini dal mio ex professore di chimica che a quanto pare non era solo un professore di chimica, con te.
affermo quando mi rendo conto che Jesse si è ripreso, lui sbuffa e mi guarda.
J: e come te lo aspettavi?
io: non so... sempre con te magari. però con più musica, più alcol, un conto alla rovescia con dei fuochi d'artificio, e per finire un inizio d'anno fantastico.
affermo per poi ridere.
J: non ho la minima idea di che ore siano, ma se vuoi possiamo avere un conto alla rovescia anche noi.
dice ridendo.
io: dieci...
J: nove...
contiamo a ritroso guardandoci negli occhi.
J: tre...
io: due...
J: uno!
io: buon anno.
dico sorridendo. solo ora mi rendo conto che siamo davvero tanto vicini, fin troppo.
J: e se vuoi puoi avere anche un inizio d'anno fantastico...
appoggia una mano sulla mia guancia e la accarezza, ci avviciniamo pian piano, e alla fine scocca il bacio. le nostre labbra si incontrano e le nostre lingue cominciano a giocare insieme, solo adesso capisco quanto mi sia mancato tutto questo.
passiamo interi minuti a baciarci, ci fermiamo solo qualche istante per riprendere fiato, momenti in cui ci guardiamo e sorridiamo. veniamo interrotti da un suono, è la suoneria del telefono usa e getta che Walt ha dato a Jesse.
J: scusa...
dice staccandosi dalle mie labbra e prendendo il telefono.
io: no... tranquillo.
affermo imbarazzata, portandomi le ginocchia al petto.
J: COSA?! no, non se ne parla!
mi giro e guardo Jesse, si è messo seduto composto. improvvisamente chiude la chiamata e si alza prendendo la pistola che aveva appoggiato sul pavimento e corre via.
io: Jesse?! dove vai?!
urlo inseguendolo. lo seguo fino fuori dalla sala giochi e lo vedo salire in auto, corro più che posso e mi metto al posto del passeggero prima che possa partire.
io: Jesse che ti prende? cosa ti ha detto White?
chiedo preoccupata, lui mette in moto e parte senza dire una parola. dopo circa una quindicina di minuti ci fermiamo davanti ad un condominio.
io: vuoi spiegarmi che cazzo ti prende?
J: devo finire il lavoro, o uccideranno Walt.
io: cosa? intendi...
J: sì.
esce dall'auto e mi chiude dentro.
io: cosa?! Jesse! fermati! apri subito questa macchina!
dico battendo le mani sul finestrino.
J: mi dispiace, sei più al sicuro lì dentro... ci metterò poco...
dice per poi allontanarsi.
io: no... Jesse! Jesse torna subito qui! dev'esserci un altro modo!
cazzo! e ora che cazzo faccio?
cerco di rompere il vetro ma niente, mi procuro solo delle nocche della mano graffiate e rosse. all'improvviso noto che quest'auto può essere aperta dall'interno, basta far scattare la sicura sulla portiera, che stupida che sono!
entro nel condominio e faccio le scale, corro per non so quante rampe, fino a quando non sento il rumore dello sparo, mi blocco.
io: nonononono!
corro per gli ultimi scalini e lo vedo, Jesse è davanti alla porta, con in mano ancora la pistola, sta tremando.
io: Jesse...
lui si gira e mi guarda, sta piangendo.
J: dobbiamo andarcene da qui.
dice con voce spezzata per poi trascinarmi giù dalle scale, andiamo all'auto.
io: Jesse fermati.
dico prendendolo per il polso, dopo numerosi richiami senza risposta, lui si gira e ci guardiamo.
io: oddio... Jesse...
gli metto le mani sul viso.
io: risolveremo anche questa ok? la supereremo.
J: no.
dice allontanandosi di scatto.
J: devi... devi starmi lontano...
io: come? no, Jesse...
mi avvicino nuovamente a lui.
io: non ti lascerò, non di nuovo, non permetterò che ti allontani ancora. te l'ho promesso, ricordi?
dico mettendogli le mani intorno al collo e appoggiando la mia fronte alla sua.
J: ho ucciso una persona, non so più chi sono, non voglio farti male.
dice scoppiando a piangere.
io: non mi farai male. ti conosco. guardami.
Jesse cerca di ricomporsi e mi guarda.
io: sono sicura, al cento per cento, che
non mi fa finire la frase che mi ritrovo appiccicata alle sue labbra, fa scivolare le mani sui miei fianchi e mi stringe come non ha mai fatto. lo sento, ha bisogno di me, e io sono qui sono per lui.
si stacca lentamente da me e mi guarda negli occhi.
J: ti amo Zoe. e non lo dico perché sono sotto shock da quello che ho appena fatto per salvare il culo a quel cretino di Walt. lo dico perché è così, è sempre stato così. e nonostante questa situazione, aver ucciso un uomo io, tutta la confusione che ho in testa... l'unica cosa di cui sono sicuro sei tu e l'amore che provo per te.
rimango senza parole, si vede che è sincero.
io: Jesse...
J: no ascoltami. ho chiuso con tutta questa merda, ho appena toccato il fondo e me ne rendo conto, in riabilitazione ho imparato che il primo passo per stare bene è accettare se stessi. e io sono questo, mi faccio coinvolgere in cose che non so gestire e finisco per commettere enormi sbagli come quello che è appena successo. sarà l'adrenalina o l'essere sconvolto che mi fa riflettere così tanto, non lo so, ma so che la supererò, voglio ricominciare da capo, con te. andiamocene via e lasciamo tutto, vuoi ricominciare insieme?
a queste parole sentiamo in lontananza le sirene della polizia, probabilmente avvertita da qualcuno che deve aver sentito lo sparo.
io sorrido.
io: solo se guido io!
sul volto di Jesse si crea un sorriso bellissimo e mi mostra le chiavi, che io prontamente prendo e mi metto al volante, sfrecciando verso la statale con il sole che comincia a sorgere davanti a noi.
non so dove ci porterà quest'avventura e so che non sarà facile, ma non m'importa, voglio farlo, per me, per Jesse, per noi.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora