appena entrati c'è una cucina molto vecchia e un tavolo, sulla destra c'è un signore anziano seduto su una sedia a rotelle che sta guardando la tv, che si scopre essere lo zio di Tuco, quest'ultimo ci fa sedere sul divano lì in parte. White è vicino alla tv, poi c'è Jesse e infine ci sono io.
T: torno tra un momento, non provate a scappare, e non fatemi incazzare, vi sparo.
dice per poi entrare in un'altra stanza. Jesse si gira subito verso di me.
J: davvero stai bene? non ti ha fatto niente?
lo fulmino con lo sguardo.
io: è stato più gentile lui questa notte che non tu nelle ultime quarantott'ore.
J: se tu mi lasciassi spiegare...
io: ti sembra davvero questo il momento di spiegare? siamo appena stati rapiti, per chissà quale strano motivo, da un pazzo furioso che se non ricordo male ti ha quasi ucciso di botte. e per colpa tua sono stata messa in mezzo anche io, che non ho niente a che fare con i vostri affari loschi ok? quindi, ora dimmi, ti sembra davvero questo il momento di inventare scuse per giustificare il tuo pene nella vagina di...
sospiro seccata.
io: senti lascia stare, non so neanche perché perdo tempo a parlarti.
J: Zoe, ascoltami, so che non è il momento più opportuno, ma voglio sapere se stai bene, solo questo.
io: se sto bene? no, non sto affatto bene. io non so più che fare con te, se impedire che Tuco ti uccida o se lasciargli fare! io ti odio così tanto... e allo stesso tempo non riesco ad odiarti e dio! è così frustrante! quindi non sto affatto
Tuco rientra con due bottiglie di acqua e io mi zittisco. ce le mette sul tavolo e White ne prende subito una, Jesse prende l'altra e me la porge.
J: bevi.
io: non ho sete, grazie.
gli sibilo contro. CAZZATA, la mia gola sta pregando per una goccia d'acqua, ma sono troppo orgogliosa per accettarla da lui. Jesse sbuffa e apre la bottiglia per poi berla come se non bevesse da una settimana. appena White poggia la sua bottiglia sul tavolo, io la prendo e bevo. Tuco sbuffa ridendo, poi bacia sulla fronte il signore sulla sedia a rotelle e si siede davanti a noi.
T: svuotate le tasche... tu no bellezza, ti ho già perquisita prima.
dice sbuffando, Jesse si gira verso di me e io mi porto le braccia al petto sentendo il bisogno impellente di coprirmi.
White e Jesse si alzano e mettono tutto sul tavolino, portafogli, chiavi, delle pillole e infine un sacchettino di metanfetamina. Tuco prende il portafoglio di White e lo apre, prendendo poi la patente.
T: credevo ti chiamassi Heisenberg, Walter Hartwell White.
Sig. W: Heisenberg è una sorta di pseudonimo, capisci? lo... lo uso sul lavoro.
Tuco abbassa lo sguardo e poi prende due foto tessere dal portafoglio.
T: sì... sono sempre contento di lavorare con i padri di famiglia.
dice mostrandoci la foto tessera in cui ci sono anche sua moglie e suo figlio.
T: coinvolgi tanta gente.
dice per poi guardare me e Jesse e buttare sul tavolo le foto. poi prende il portafoglio di Jesse, guardo quest'ultimo, sta deglutendo ed è in ansia. mi chiedo che ci sarà di tanto preoccupante nel suo portafogli, quando Tuco scoppia a ridere e tira fuori un preservativo.
T: immagino che fosse per te.
dice indicandomi. io alzo gli occhi al cielo seccata.
io: no, non penso proprio.
gli rispondo decisa senza rendermene conto. queste parole mi escono naturali e mi pento subito di averle dette, io non sono così, non faccio le "vendettine" alle persone. sono sicura che questa frase è entrata nelle orecchie di Jesse come un coltello nel petto.
T: lo sapevo che voi due mi avreste fatto divertire.
dice ancora ridendo, poi si alza e va da White. si ferma davanti a lui per un attimo e poi gli mette le mani sul collo violentemente, tant'è che Jesse sussulta e fa un passo indietro.
T: dimmi, solo una cosa. posso fidarmi di te?
White annuisce.
Sig. W: sì, assolutamente sì.
Tuco lo guarda un po' e poi lo butta sul divano.
T: seduto.
anche Jesse si siede e poi prendono le loro cose.
io: Jesse... non volevo dire quella frase...
sussurro sentendomi in colpa.
J: come hai detto tu, non è il momento di parlarne.
dice senza neanche guardarmi in faccia, è incazzato.
T: silenzio!
urla avvicinandosi e io sussulto. suppongo istintivamente, Jesse mette un braccio davanti a me, come per proteggermi.
T: non mi interessano le vostre chiacchiere tra fidanzatini, capito?
vorrei ribadirgli che non siamo fidanzati, ma mi trattengo, non mi sembra il caso. Tuco si allontana e si appoggia al tavolo, io riprendo a respirare.
T: la DEA stamattina ha fatto irruzione dove lavoro. un centinaio di poliziotti, volevano me, voi non avete parlato vero?
Sig. W: no.
J: no.
T: certo...
si avvicina alla porta.
T: hanno preso tutti i miei uomini, tutti eccetto Gonzo. è strano vero? voi che dite? non pensate che sia strano?
Sig. W: senza dubbio, sì, non è normale.
T: non è normale... da due giorni Gonzo non mi risponde al telefono.
Jesse e White si guardano.
T: sì è infastidito per la faccenda di No-Doze. spiegatemi voi, è colpa mia, se quel verme non sapeva stare al suo posto?
sbuffa e si sposta ancora, questo suo continuare a camminare per la stanza mi fa innervosire.
T: me lo aspettavo... io prevedo il futuro. è un dono che conservo qui.
si indica la tempia.
T: nel profondo della mente.
ok, questo tipo è veramente fuori di testa. lo guardiamo tutti con gli occhi spalancati, basiti dalle sue affermazioni.
T: sapevo già che avrebbero cercato di arrestarmi. Gonzo... è stato lui a dirlo agli sbirri! MI HA TRADITO, QUEL VERME! BASTARDO, MI HA TRADITO!
urla l'ultima frase arrabbiandosi e io sussulto, sento la mano di Jesse che prende la mia e gliela stringo, sto morendo di paura che Tuco possa impazzire e ucciderci tutti.
T: DI LUI MI FIDAVO COME UN FRATELLO! SONO STATO GENEROSO CON LUI!
prende un coltello dal ceppo.
T: SONO STATO GENEROSO! SE TROVERÒ GONZO, GLI STRAPPERÒ LE BUDELLA; LO SPELLERÒ VIVO; E USERÒ LA SUA PELLE, PER FARE UN SACCO DA BOXE!
ad ogni pausa infilza il coltello nel tavolo e io sussulto ogni volta, Jesse mi stringe di più la mano come per rassicurarmi di stare tranquilla.
T: ogni volta che lo colpirò, sarà una lezione per me stesso! perché non ci si deve mai, MAI, fidare delle persone che si amano!
dice urlando contro di noi. vorrei andare da lui ad abbracciarlo e dirgli che sono d'accordo con lui. ma quanto potrò essere masochista?
dopo poco si calma e si siede davanti a noi.
J: quindi... tu pensi che... nel prossimo futuro, farai fuori solo Gonzo?
chiede a Tuco e io sento chiaramente il terrore nella sua voce. Tuco lo guarda non capendo la sua domanda.
T: cosa?
Sig. W: tu... stai dicendo, Tuco, stai dicendo che, Gonzo adesso è diventato un'informatore della polizia, per quello che ne sai, giusto?
lui annuisce.
Sig. W: sono dispiaciuto di questa cosa...
tutti e tre guardiamo White confusi, soprattutto io e Jesse.
Sig. W: è deludente.
J: già.
concorda Jesse guardando Tuco. spero che questa loro messa in scena sia un piano per farci uscire vivi da qui, altrimenti non so proprio che pensare.
J: lo farei fuori anch'io sai?
T: chiudi il becco...
dice irritato.
J: ok.
risponde abbassando lo sguardo.
T: loro mi stanno cercando, stanno usando gli elicotteri, e non so quanti agenti infiltrati, quei vigliacchi! ho bisogno di tirarmi su, ho bisogno di stare su di giri.
dice prendendo la bustina con dentro la metanfetamina, la annusa e poi si allontana.
T: ma cos'è? puzza di formaggio acido!
J: no, quella ti stende, sul serio.
T: comunque, ieri notte ho riflettuto, e mi è venuta una grande idea, il Messico.
Sig. W: Messico?
Tuco sghignazza.
T: spariremo tutti, volatilizzati nella giungla. produrremo ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni la settimana. e i federali non potranno più farci niente perché io ho la mia gente lì, contatti. e così faremo, un mucchio di soldini Heisenberg, eh?
Tuco mi guarda e sorride.
T: sei mai stata in Messico bambina?
chiede ridendo.
T: non ti immagini neanche. passerai tutto il giorno a prendere il sole, e la sera beh, soddisferai le mie esigenze, diventerai la mia puttanella personale.
afferma scoppiando a ridere, al solo pensiero mi viene la nausea.
mi giro verso Jesse e vedo che sta guardando Tuco schifato, dalla sua faccia capisco che vorrebbe tirargli un pugno in faccia. gli stringo la mano per calmarlo, cosa che però non sembra funzionare.
Sig. W: Tuco io... io però ho una moglie, ho una famiglia.
T: e allora?
chiede facendo spallucce.
T: potrai fartene un'altra.
Sig. W: non voglio che tu fraintenda, ma io non posso... sradicare la mia vita in questo modo.
J: sì è vero, nemmeno io posso...
Tuco si alza e si avvicina a Jesse.
T: tu che cosa c'entri?
J: hai... hai bisogno di me.
Jesse sta sudando freddo e anch'io, se Tuco è convinto che non gli serva, non si farà scrupoli a ucciderlo. perché mi sono fatta trascinare in questo casino? perché ho seguito il signor White quel giorno?
mi odio, mi detesto, è tutta colpa mia, non dovevo accettare quella scommessa con Alex!

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Qualcosa Per Cui Drogarsi
FanfictionSappiamo tutti di cosa parla la famosa serie Breaking Bad, ma cosa succederebbe se nella vita del nostro caro Jesse Pinkman entrasse a far parte una ragazza, proprio mentre anche Walt White ritorna a farne parte?