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passano alcune settimane, Natale è passato e oggi è l'ultimo dell'anno. non ho organizzato niente, pensavo di passarlo con Jesse, ma è da un po' di giorni che non si fa sentire e a casa sua non c'è, il che è molto strano dato che dopo che è uscito dall'ospedale ci siamo visti regolarmente.
alla fine decido di chiamare a casa di Walt, lui forse saprà dirmi qualcosa.
W: pronto?
io: ciao Walt, sono io, Zoe.
W: ah ciao, vuoi parlare con Skyler?
io: no... in realtà cercavo proprio te.
W: me? e per cosa?
io: per Jesse... non mi risponde al telefono da giorni... è successo qualcosa?
W: ma sei pazza?! perché mi chiami qui a casa?! e se avesse risposto Skyler? o Flynn? che scusa avresti usato per parlare con me?!
dice abbassando la voce ad ogni parola.
io: oh, scusa, davvero, ma non ci ho pensato, sono un tantino preoccupata per il mio amico ok?!
W: perché, per una volta, non riesci a farti gli affari tuoi e stai fuori da quelli di Jesse?! non ha bisogno di una badante e con questa tua ossessione nei suoi confronti non farai altro che cacciarti nei guai!
sto per ribattere ma lui mi riattacca il telefono in faccia. sono incazzata, offesa e senza parole. ossessione? davvero? io non sono ossessionata da Jesse, sono solo preoccupata, non è da lui non farsi sentire per così tanto, mi avrebbe almeno avvertita! ma non fa niente, se Walt non vuole parlarne, troverò un altro modo per scoprire che fine ha fatto Jesse, ad esempio parlare con Saul, lui saprà sicuramente dov'è finito.
così dopo un'ora mi trovo davanti all'ufficio di Goodman, entro, la sala d'aspetto è piena di persone. ci sono donne incinte, bambini che piangono, uomini grandi e grossi e anche persone con il raffreddore. dopo un'occhiata generale alla sala, vado dalla segretaria di Saul.
io: salve, devo parlare con Saul.
dico appoggiandomi al banco, lei alza lo sguardo e sbuffa.
Segretaria: beh, non è l'unica, si metta in fila.
dice indicando il resto delle persone.
io: no, lei non ha capito, è urgente.
Segretaria: sì, anch'io ho cose più urgenti da fare, ad esempio tornare a casa dalla mia famiglia per festeggiare capodanno, ma non posso, sono bloccata qui con questa gentaglia che chissà da dove arriva! quindi, signorina, perché non chiudi quella bocca, ti siedi e aspetti, come fanno tutti?!
sbotta innervosita. sospiro.
proprio in quel momento la porta dell'ufficio si apre ed esce un uomo, e Saul si sporge sulla soglia. io corro da lui, superando la signora che si stava avvicinando.
io: Saul, ho bisogno di parlarti.
S: oh, Zoe giusto? beh, al momento sono un tantino impegnato, perché non prendi appuntamento?!
io: credi davvero che se non fosse importante sarei venuta qui? da te?... per favore.
lui sospira.
S: e va bene, entra.
io: grazie.
dico per poi sgattaiolare dentro la stanza.
S: allora, per quale urgentissimo motivo hai interrotto i miei appuntamenti?
chiede dopo aver chiuso la porta alle sue spalle.
io: Jesse è sparito, non mi risponde più e penso che gli sia successo qualcosa di grave.
lui scoppia a ridere e comincia a girarmi intorno.
io: che hai da ridere? sono seria! potrebbe essere in pericolo...
S: Jesse non è sparito! si è nascosto.
lo guardo male.
io: si è nascosto?! come lo sai?
S: l'ho nascosto io.
dice orgoglioso di se stesso.
io: e perché?
S: beh, perché...
smette di parlare e mi guarda dall'alto in basso.
S: dimmi, perché dovrei dirtelo?
io: ma dai! Saul ti prego! si tratta di Jesse!
S: sì, proprio per questo. ci tieni a lui?
annuisco.
S: allora smettila di cercarlo, per tenerlo al sicuro non devi rischiare che scoprano dove si è nascosto, seguendoti.
io: ma... no. non succederà. mi assicurerò che nessuno mi segua ok? oppure potresti portarmici tu... insomma, prima o poi dovrai portargli del cibo no?
S: White è stato chiaro, non ti ci posso portare.
io: White? lui ti ha detto che sarei potuta venire qui?
S: mi pare ovvio tesoro.
sospiro e chiudo le mani a pugno.
io: adesso basta.
mi scaglio contro di lui e lo spingo al muro, mettendogli il braccio contro la gola.
io: brutto avvocato da quattro soldi, sono stanca di usare le buone maniere, adesso inizio con le cattive. portami da Jesse o giuro che ti...
S: ok, ok, calmati. ti ci porto.
allento la presa al suo collo e mi allontano, lui si massaggia la gola.
S: stasera, alle sette, vieni qui e ti porterò da lui.
io: ok, d'accordo.
S: ma ti avverto, una volta che entrerai non potrai uscire finché non sarà tutto finito.
io: va bene.
sorrido e lo abbraccio.
io: grazie, grazie, grazie!
S: certo che sei proprio bipolare!

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora