22

271 15 0
                                    

passano due settimane, ho deciso di concedere a Jesse una seconda possibilità, si è comportato bene e devo dire che averlo come coinquilino non è poi così male. non potendomi ancora aiutare con le spese si dà da fare in casa, fa le lavatrici, stende il bucato, cucina e pulisce, è una perfetta casalinga. ma soprattutto non mi fa incazzare. certo, molto spesso è fuori con il professor White per produrre la metanfetamina, e non lo vedo per giorni interi, ma quando è qui si comporta bene. abbiamo legato molto e potrei quasi dire che è diventato il mio migliore amico, ovviamente non mancano situazioni disagianti in cui ci prova spudoratamente con me e cerca di baciarmi, ma non può farne a meno, e lo capisco, anch'io lo bacerei se non avessi troppa paura che mi possa ferire ancora.
io: senti, io sto per uscire con Alex e Kiran, tornerò per cena.
J: chi? il giocatore di football e la cheerleader?
alzo gli occhi al cielo, lo sa benissimo chi sono.
io: ricordati le regole, non voglio che entri nessun altro qui ok? al massimo il signor White, non ho bisogno che i vicini si chiedano cos'è tutto questo via vai di ragazzi in casa mia.
gli ricordo mentre cerco la mia giacca, lui è seduto sul divano a fare zapping.
J: ehi, lo sai che ti puoi fidare.
io: sisi... hai visto la mia giacca?
chiedo non curante della sua affermazione.
J: hai provato tra i vestiti piegati in camera tua?
io: giusto!
vado in camera e la vedo.
J: trovata?
mi urla dal soggiorno.
io: sì, grazie mille!
appena sento un clacson dalla strada capisco che sono arrivati.
io: eccoli, sono loro. io vado, ciao.
mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia.
J: ciao! ah, se riesci, prima di tornare passa al supermercato e compra i ghiaccioli, li abbiamo finiti.
io: vedrò cosa posso fare.
dico per poi uscire di casa. salgo sull'auto di Kiran e saluto i miei amici. ormai siamo diventati inseparabili, già, un trio inseparabile.
io: dove si va?
A: pensavamo al bar in centro che ha appena aperto, ci sei già stata?
io: no, ma dicono che sia carino.
K: ho sentito dire che ci sono dei frullati che sono la fine del mondo.
arriviamo al bar dopo circa una ventina di minuti, passata con la musica a palla in auto e noi che facciamo gli stupidi. ci sediamo a un tavolo e dopo aver ordinato cominciamo a parlare del più e del meno.
K: scusate ragazze, vado un attimo a pisciare.
io: ma voi ragazzi siete tutti così fini?
chiedo ridendo mentre lui si alza e si allontana.
A: allora... te e Jesse?
mi va di traverso il frullato nel sentire il suo nome e comincio a tossire, non gliel'ho ancora detto che abita con me, una volta ripresa la guardo.
io: come?
A: ho evitato di parlartene fino ad ora perché c'era Kiran e sai com'è fatto, ma davanti a casa tua c'era la sua auto, e non è la prima volta che la vedo parcheggiata lì.
io: non era la sua... sarà stata una simile...
A: Zoe perché mi menti? pensavo che ci dicessimo tutto...
io: sì, infatti è così...
A: allora spiegami cosa ci faceva la sua auto di fronte a casa tua. pensavo che alla festa aveste chiuso definitivamente.
sospiro.
io: sì, è vero, o almeno così credevo. qualche giorno dopo la festa si è presentato a casa mia e mi ha supplicato di ospitarlo.
A: cosa? e tu hai accettato?
chiede sorpresa.
io: sua mamma l'ha cacciato di casa, era giorni che dormiva in macchina con tutta la sua roba ammucchiata lì dentro... insomma, che dovevo fare?
A: in poche parole hai lasciato che i tuoi sentimenti per lui ti sopraffacessero.
io: no, ma quali sentimenti? e poi non eri tu quella che diceva di dargli un'altra chances?
A: sì, ma non credevo che lo facessi davvero. dopo la storia con Victor non credevo...
io: ehi, non tirare fuori questa storia. te ne ho parlato solo perché stavo malissimo ok? Jesse non c'entra assolutamente niente con lui.
A: già, scusami, ho parlato senza pensare.
io: e comunque ho valutato bene la situazione e ho capito che forse mi sono arrabbiata per niente. in fondo, avevamo solo fatto sesso una volta, cosa potevo pretendere? non ne avevamo nemmeno parlato dopo, non avevamo definito qualcosa capisci? e di certo non posso definirlo amore solo perché avevamo passato del tempo insieme... mi sono solo presa una bella cotta per lui e l'ho interpretato come se fosse amore. ho solo fatto un grosso errore, che non si ripeterà.
Alex sta per dire qualcosa ma Kiran arriva con un altro frullato in mano.
io: ne hai preso un altro?
chiedo ridendo.
K: sì, sta volta al cioccolato, te l'ho detto che qui sono buonissimi! di che parlavate?
A: oh, nulla di importante. ah, a proposito, l'altro giorno mi è successa una cosa veramente strana.
K: cosa?
A: avete presente White?
io: il professore?
A: no, Flynn, il figlio. viene nella nostra scuola.
io: non si chiamava Walter Junior?
A: sì, ma a quanto pare si fa chiamare così adesso. vabbè non è questo il punto. l'ho incontrato qualche giorno fa e ci siamo messi a parlare.
K: seria? ha sedici anni, fa il secondo anno, che vuole da te un pivellino?
io: Kiran ti prego... lasciala finire.
A: e niente... abbiamo parlato e alla fine mi ha chiesto il tuo numero.
dice rivolgendosi a me, io la guardo male.
io: il mio numero?
A: sì, hai capito bene. non ti ha ancora chiamata?
io: no...
K: evidentemente si è preso una cotta per te ma non ha abbastanza palle per scriverti.
sospiro, odio quando fa così.
io: potresti smetterla di parlarne così solo perché è disabile? non sei molto carino.
dico sbuffando.
K: ok ok.
alza gli occhi al cielo. il mio sguardo cade sull'orologio, sono già quasi le sei.
io: beh, io adesso devo andare.
K: avanti, non sarà per quello che ho detto...
io: no, dico sul serio, devo andare. ho un mucchio di cose da fare.
affermo alzandomi.
K: ok, beh, allora andiamo.
io: no... non scomodarti, prenderò un taxi.
lui annuisce seccato e io saluto Alex con un bacio sulla guancia.
io: ciao ragazzi.
dico per poi fermare un taxi che sta passando e salirci.
appena arrivo a casa noto che Jesse non c'è, ma vedo un bigliettino sul tavolo della cucina che dice: "sono uscito con White, non so quando tornerò, quindi ti ho preparato la pasta per cena, ovviamente non sarà buona quanto la tua, ma apprezza l'impegno. ci vediamo ragazzina."
sorrido e alzo gli occhi al cielo, poi entro in doccia.
una volta finita la doccia vado in camera e mi metto in pigiama, all'improvviso mi squilla il telefono, è un numero che non conosco, mi sale l'ansia. da quando Jesse è stato ricoverato in ospedale non posso fare a meno di diventare paonazza ogni volta che un numero sconosciuto mi chiama, prendo un bel respiro e rispondo.
io: pronto?
...: salve, lei è Zoe Clayton?
io: sì... sono io...
affermo con voce tremante.
...: io sono Skyler White, la moglie di Walter White, il suo ex professore di chimica.
smetto di trattenere il respiro e mi rilasso, ma la paura lascia spazio alla confusione, perché la moglie di White mi sta chiamando?
io: oh, salve... cosa posso fare per lei?
S: innanzitutto voglio congratularmi con lei per il suo diploma, ho saputo che quest'anno era l'ultimo per lei al liceo.
io: sì, infatti, grazie...
è molto gentile, fin troppo, e questo mi rende abbastanza a disagio, PERCHÉ MI HA CHIAMATO?!
S: comunque non l'ho chiamata per questo, ma si tratta di mio figlio, Flynn, fa il secondo anno.
io: sì, lo conosco, cioè, non abbiamo mai parlato ma so chi è.
S: ecco, volevo chiederle se sarebbe interessata a fargli delle ripetizioni di storia, la sua insegnante ci ha assicurato che è molto ferrata sull'argomento e mio figlio mi ha appunto chiesto di chiedere a lei.
io: a... me? ne è proprio sicura? come ho già detto non ci conosciamo per niente, mi sembra strano che tra tutti chieda proprio a me.
S: sì, beh, lui ci ha parlato subito di lei.
io: ma, se posso chiederle, perché delle ripetizioni se la scuola è finita?
S: lui è stato rimandato in quella materia, e si vuole impegnare per superare gli esami a settembre.
io: oh... capisco...
S: sarebbe una volta a settimana, e ovviamente la pagheremo per il suo tempo.
io: non saprei... davvero...
S: ci pensi, nel caso mi chiama.
io: certo.
S: grazie mille, mi faccia sapere il prima possibile.
io: sì, arrivederci.
riattacco e mi stendo sul divano.
perché ha chiesto proprio di me? che sia davvero preso da me come dice Kiran? o che sia stato il signor White a convincerlo? magari vuole tenermi d'occhio per assicurarsi che non parli del traffico di met. e se così non fosse, il professore sa di questa cosa? insomma, non sembrava molto contento del fatto che passassi del tempo con Jesse, quindi sono quasi sicura di non stargli tanto simpatica.
sospiro, che confusione.
alla fine decido di smettere di pensarci e cenare, sono sicura che domani mattina, avendoci dormito su, avrò le idee più chiare. quindi vado a letto presto, alle nove e mezza sono già sotto il lenzuolo. non ho chiamato Jesse per chiedergli quando tornerà, sa cavarsela da solo, più o meno, ma comunque sia non è la prima volta che non torna a dormire, quindi non sono particolarmente agitata.

Qualcosa Per Cui DrogarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora