Capitolo 7

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TW: assault 

Il ventisette ottobre era uno di quei Lunedì in cui avrei voluto solamente suicidarmi buttandomi giù dalla torre di Astronomia. 

Erano le otto e qualcosa e in quel dannato corridoio non si vedeva un emerito niente visto che una folata di vento aveva spento tutte le fiaccole.

<Porca Miseriaccia!> imprecai dopo l'ottantesima volta che andavo a sbattere contro un'armatura. "Oggi la vita ha proprio deciso di colpirmi con una scarica di bolidi" pensai.
A riconferma della mia precedente affermazione, venni scaraventata contro un muro e, prima ancora che potessi gridare, delle labbra si posarono sulle mie. Dopo un attimo di naturale sgomento, riuscii a spingere via il mio aggressore tentando la fuga verso un'altro corridoio, fallendo miseramente.
Sfortunatamente per l*i, in quel lato del castello le fiaccole erano accese, palesandone la -conosciuta- figura.

<Cho?!> esclamai, spalancando la bocca in un'espressione sbalordita.

<Ciao Ginny, non prenderla a male, ti ho appena baciata perché sono innamorata di te da molto tempo e...
<Scusa, cosa?! Ma tu non stavi con Harry?> la interruppi, a metà tra il confuso e l'irritato. Stai con quel figo di Potter e lo tradisci con la prima figa che passa?!
<Sì, sto con Harry, ma ho sempre avuto una cotta per te e oggi e mie amiche mi hanno sfidata. Ho accettato di baciarti perché, vedi, sono bisex> chiarì lei, avvicinandosi.
<Ovvero?> le chiesi, maledetta curiosità!
<I bisex possono innamorarsi di entrambi i generi, sia i maschi che femmine> mi rispose con fare lezioso.
<Non capisco> dissi, colta da un lampo di genio, e lei subito si lanciò in una dettagliata spiegazione del suo orientamento sessuale mentre io me la svignavo dietro l'angolo.

Guardai il mio orologio -che era appartenuto prima a Charlie, poi anche a Bill e Percy...
Le otto e quarantacinque.
"Merda! Sono in ritardo per la punizione con Piton!"
Questa sarebbe stata l'ultima sera e non potevo rischiare di prendermi un'altra settimana di punizione, perciò mi lanciai in una corsa perdifiato.
Entrai nell'aula di pozioni appena in tempo.
<Dovete pulire l'aula da quella cosa> disse il professor Piton una volta che mi fui chiusa la porta alle spalle. Indicava una melma arancione sparsa ovunque: qualcuno aveva fatto esplodere una pozione.
<Dovete?> chiesi, girandomi ad osservare la stanza ed imprecando mentalmente alla vista di Malfoy. Possibile che me lo ritrovi ovunque?!
Piton non si degnò nemmeno di rispondermi, uscendo dall'aula con fare teatrale.

<Cominciamo?> chiesi, rivolta al biondastro.

<No, tu cominci e finisci. Io non farò un bel niente> 
<Oh, giusto, il bambino viziato non può mica sporcarsi le mani!> esclamai piccata.
<Esattamente> mi rispose lui con un ghigno.
Decisi che prima finivo, meglio era e stare a litigare con lui mi rubava solo tempo.
Sfortunatamente, non avevo con me la bacchetta perciò dovetti andare di secchio e straccio in perfetto stile Cenerentola -Hermione mi aveva fatto leggere un paio di fiabe babbane.
A metà della mia opera mi sedetti esausta, in meno di un minuto, ero addormentata.

Quando mi svegliai doveva essere notte fonda, considerando che non filtrava nemmeno un pò di luce dalle finestrelle che davano sul Lago Nero.

"Certo che è tutto il giorno che non vedo un piffero"  pensai, abbozzando un sorriso.
Appena cercai di muovermi non ci riuscii: ero bloccata da qualcosa.
Tastai il terreno intorno a me, riconoscendo al tatto la figura di una bacchetta.
<Lumos> dissi  illuminando tutta la stanza, compreso il ragazzo appoggiato a me.
Draco Malfoy aveva un braccio sopra la mia pancia.
Draco Malfoy stava dormendo col viso a pochi centimetri dal mio seno.
Draco Malfoy aveva anche ripulito tutto visto che la stanza era pulita e lui aveva tutti i capelli impiastricciati di quella sostanza arancione.
In sostanza, Draco Malfoy mi aveva aiutata.
<Ma che diamine?!> esclamai, svegliando il biondino. Lo sentii sussultare, per poi socchiudere gli occhi lentamente.
<Ciao Grifoncina> disse, la voce impastata dal sonno.
Senza, probabilmente, rendersene conto, mi abbracciò lasciandomi un bacio sul collo. In seguito si accasciò a terra, riaddormentandosi. Rimasi immobile per qualche secondo, in preda ad un leggere stato di shock - per la seconda volta nel giro di dodici ore. 
Poi, scossa da un'improvvisa urgenza, mi scostai da lui il più delicatamente possibile ed imboccai la porta, correndo.
Solo quando mi chiusi nel bagno della mia stanza mi accorsi di avere ancora in mano la sua bacchetta. Sopirai, conscia del fatto che il giorno dopo avrei fatto una figuraccia riportandogliela. Scossi la testa, ma quale figuraccia! Piuttosto, si trattava di un gesto gentile. Poggiai il legnetto sul lavandino ed osservai la mia immagine riflessa allo specchio. Involontariamente, avevo portato una mano a sfiorare il punto in cui le sue labbra mi avevano sfiorata.

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