Capitolo 2

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Quando il treno si fermò sospirai dal sollievo: non riuscivo più a stare in quello scompartimento con lei.
Scesi a cercare Ron ed Harry e li vidi seduti in una carrozza con Hermione e Luna.
Ripensare a come mi aveva trattata prima la riccia mi infastidiva molto, così decisi di non salire evitarli per un pò, giusto per smaltire la rabbia.

Un'ombra mi oscurò completamente. "Ciao Ginny, bentornata!" esclamò il mio mezzogigante preferito. 

"Hagrid!" strepitai io. Lui mi strinse in un abbraccio
spezza-ossa.
Poi mi salutò per andare incontro ai primini. 

Era rimasta una sola carrozza, dentro la quale era seduta una ragazza bionda. Per un'attimo pensai che si trattasse della Greengrass -sia mai!- ma era solo Hanna Abbott, una Hufflepuff del quinto anno.
Così mi sedetti e lungo il viaggio chiacchierammo un po' di ragazzi e un pò di fatti divertenti accaduti durante le vacanze.

La Sala Grande era addobbata come sempre con i colori delle quattro case:
Ravenclaw, Hufflepuff, Gryffindor e Slytherin.
Mi sedetti vicino agli altri sperando che quest'anno lo smistamento non sarebbe durato troppo a lungo.
Proprio in quel momento il cappello parlante cominciò a recitare la sua filastrocca:
            
Un tempo, quand'ero assai nuovo berretto
e Hogwarts neonata acquistava rispetto,
i gran fondatori del nobil maniero
sortivan tra loro un patto sincero:
divisi giammai, uniti in eterno
per crescere in spirito sano e fraterno
la scuola di maghi migliori del mondo,
per dare ad ognuno un sapere profondo.
'Insieme insegnare, vicini restare!'
Il motto riuscì i quattro amici a legare;
perché mai vi fu sodalizio più vero
che tra Tassorosso e il fier Corvonero,
e tra Serpeverde e messer Grifondoro
l'unione era salda, l'affetto un ristoro.
Serpeverde così proclamò:
<< Di antico lignaggio studenti vorrò >>.
E il fier Corvonero si disse sicuro:
<< Io stimerò sol l'intelletto più puro >>.
E poi Grifondoro: << Darò gran vantaggio
a chi compie imprese di vero coraggio >>.
E ancor Tassorosso: << Sarà l'uguaglianza
del mio insegnamento la vera sostanza >>

"Chissà quanto tempo ci mette per inventarla" pensai quando ebbe finito.
Fortunatamente, le classi prime di quest'anno non erano particolarmente fornite di nuove reclute, per cui potei cominciare a mangiare.
Per la cronaca, a Gryffindor si aggiunsero tre ragazzini e una bimba con le trecce.
Mangiai con gli occhi rivolti verso il piatto, senza prestare attenzione a Silente. 

Hermione mi salutò con entusiasmo, ma io la liquidai con un "potevi salutarmi prima" in tono freddo. 

<Ma stavo leggendo!>
<E così adesso i libri sono più importanti della tua migliore
amica?!> sibilai.
Con gli occhi dei presenti sulla schiena, mi diressi verso il parco, certa che, se i portoni della sala grande non fossero alti cinque metri, me li sarei sbattuti alle spalle.
Due occhi blu mi guardarono uscire, Astoria Greengrass ripensò all'inizio del viaggio e una piccola speranza le si accese dentro, così mi corse dietro, non curante degli sguardi su di lei.
Io non me ne accorsi subito, solo quando la sua mano si poggiò sulla mia spalla.
<Ehm, Weasley? Stai bene?> mi chiese.
<Sto benissimo, puoi andare?> le risposi acidamente.
Lei levò di scatto la mano e si incamminò delusa.
Mi pentii subito della mia decisione, così le corsi dietro.
<Greengrass! Aspetta, puoi restare?> le chiesi con gli occhi bassi.
Lei sorrise apertamente.
<Certo!>
Ci sedemmo sotto una quercia, vicino al lago Nero.
<Cos'è successo?> mi chiese.
<Ho litigato con Hermione perché prima non mi ha salutato decentemente e adesso mi sembra un motivo stupido e ho paura di aver perso la mia migliore amica> dissi tutto d'un fiato.
Una lacrima silenziosa mi solcò il viso.
La Greengrass non disse niente per un po'.
Ci limitammo a guardare il lago, ognuna immersa nei propri pensieri.
<Che ne dici di ubriacarci?>


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