Capitolo 08.

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Irruzione

Durante il tragitto verso casa, notai le strade completamente deserte.

Non lo trovai strano, considerato che erano circa le nove e mezzo di sera e sicuramente i ragazzi che popolavano il paese, di certo erano tutti alla piazza principale nei bar a bere.

Ogni volta mi ripetevo che avevo fatto bene a scegliere una casa così lontano dal centro.

Camminavo sulla strada illuminata dal bagliore dei lampioni, nel frattempo mi chiedevo cosa stesse combinando il mio coinquilino che aveva deciso di evitarmi il più possibile.

Non sapevo più cosa fare con lui: litigavamo spesse volte ma non continuavamo mai per troppo tempo. In genere, il giorno dopo tornava tutto a posto, come se nulla fosse successo ma stavolta sembrava diverso.

Era come se fosse rimasto, in qualche modo, deluso dal mio comportamento di quest'ultimi anni e, onestamente, non aveva davvero tutti i torti.

Ma non può ignorarmi per sempre!

Quel pensiero mi convinse che, prima o poi, avremmo sistemato le cose. Speravo che, concludere la storia di quei strani sogni che avevo fatto, avrebbe aiutato anche noi due.

Mi chiesi se, alla fine di tutto, avrei anche dovuto parlargli di quello che provavo per lui: erano millenni che non provavo più sentimenti di quel genere per qualcuno. Non mi ero mai più innamorata, dopo Athem, prima di incontrare Cam.

Non era stato un vero e proprio colpo di fulmine ma era scattato qualcosa in me, quel giorno, che mi aveva spinta a stragli vicino.

Ero talmente assorbita da quei pensieri che mi accorsi di una strana presenza alle mie spalle.

Mi voltai di scatto, ma non vidi nessuno: la strada era deserta e potevo sentire, in lontananza, la musica a tutto volume di un pub lì vicino.

Me lo sarò immaginata.

Ripresi a camminare, cercando di restare in allerta caso mai avvertissi qualcosa di sospetto.

Cercai di tastare l'aria con l'aiuto del mio olfatto ma non percepivo nulla di particolare: solo l'odore dei boschi lì vicino.

I miei sensi si erano indeboliti e capì che era il momento di andare a caccia; da quanto Cam era rientrato nella mia quotidianità, non avevo più pensato di andare, troppo assorbita dai miei strani sogni.

Decisi che, non appena sarei arrivata a casa, sarei andata a cacciare qualche animale abbastanza grande da saziarmi per più giorni.

Dopo qualche minuto, arrivai finalmente a casa. Chiusi la porta alle mie spalle e mi immersi nell'oscurità del salotto.

Cam non c'era. Non percepivo la sua presenza da nessuna parte, nemmeno nel garage. Andai nella mia stanza, mi cambiai velocemente infilandomi qualcosa di più comodo ed adatto per andare nel bosco.

Infilai un paio di jeans scuri, una maglietta nera e legai i capelli in una lunga e comoda treccia. Mi misi, poi, un paio di scarpe da ginnastica e mi diressi verso il salotto.

Non appena trovai carta e penna, annotai su esso un messaggio per Cam, per avvisarlo che andavo a caccia. Forse lo avrei trovato nel bosco a fare lo stesso, ma non ci contavo più tanto.

Lo lasciai sul tavolino vicino all'ingresso e mi diressi verso il bosco.

Era buio e gli alberi assumevano un aspetto quasi terrificante alla luce della luna. Tutto mi riportava alla prima volta che ebbi quella visione.

Presi un profondo respiro, cercando di scacciare via quel ricordo e proseguì per la mia strada, all'inizio camminando, tastando l'aria per avvertire la presenza di grossi animali. Mi sarebbe bastato persino un cervo.

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