Un nuovo inizio
Il viaggio di ritorno fu più piacevole e rilassato.
Potevamo fermarci quando lo desideravamo e vedere finalmente le città che avevamo attraversato per giungere fino in Egitto.
Poco prima del confine egiziano, Alex ci salutò con la scusa di restare in quel paese e conoscerne meglio la storia.
Voleva visitare meglio Luxor, Il Cairo, la stessa Abido e attraversare il deserto del Sahara.
Mi dispiacque molto salutarlo, alla fine eravamo diventati ottimi amici ma sapevo che, prima o poi, lo avremmo rincontrato. Lui stesso ci promise che, una volta terminato il suo pellegrinaggio attraverso l'Egitto, sarebbe venuto fino in Danimarca a trovarci.
Come me e Cam, anche lui era abituato a viaggiare e restare da solo, ma a lui non dispiaceva per nulla quella condizione.
Era convinto, mi confidò Cam in un secondo momento, che solo così avrebbe trovato la sua anima gemella.
"L'anima gemella?" chiesi stupita.
"Sì, è convinto che sia là fuori da qualche parte e che lo sta aspettando" mi disse.
Ci trovavamo sul traghetto che ci avrebbe portato in Italia, sulla terra ferma dove avremmo ripreso il viaggio in moto verso la Danimarca.
Ero contenta di poterci tornare. Non vedevo l'ora di tornare a condurre una vita semplice.
Per quanto riguardava la mia trasformazione, dopo essere tornata a bere sangue, si poteva considerare completa. Mi sentivo bene, sempre la stessa. L'unica differenza che sentivo dentro di me erano le mie emozioni.
Erano molto forti, come se si fossero amplificate, come i miei sensi.
I miei occhi erano tornati normali non appena avevo bevuto il sangue della mia preda, proprio com'era successo la prima volta.
***
Sulla pergamena non c'era scritto molto: l'unica cosa che mi aveva lasciato Isis era un messaggio di scuse per avermi nascosto una parte importante della profezia e la speranza di poter vivere una vita felice.
In fondo, c'era anche una piccola nota che mi rassicurava sul fatto che solamente una persona sarebbe stata in grado di farmi tornare immortale.
"Ho preso questa pergamena per nulla" confidai a Cam, mostrandogliela.
"Perchè cosa dice?" mi domandò, esaminandola con attenzione.
"Nulla che non sappia già" e gli lessi tutto il contenuto.
Ci trovavamo a Pompei ed era ormai notte.
Non avevo più bisogno di cercare un hotel per riposare o una tavola calda per rimediare un panino. Ci eravamo intrufolati nelle rovine della vecchia città, dove avevo vissuto prima che l'eruzione del Vesuvio cancellasse ogni cosa.
Avevo ripercorso le strade che conoscevo, illustrando a Cam come si viveva a quei tempi in quella bellissima città e di come mai nessuno si fosse preoccupato del vulcano. Ai tempi, nessuno poteva immaginare cosa sarebbe potuto accadere. C'erano state leggere scosse di terremoto nei mesi precedenti al disastro, qualche volta si poteva vedere del fumo fuoriuscire dal cratere, ma nessuno poteva sapere che la sola cenere che pioveva dal cielo avrebbe potuto uccidere tutti quanti.
Dopo aver camminato a lungo per le strade delle rovine di Pompei, ci fermammo in quella che un tempo era considerata la piazza principale della città: il Foro.
Ci eravamo coricati per terra per poter ammirare il cielo stellato.
Erano passati ormai tre giorni dalla nostra partenza da Abido e, ogni tanto, i miei pensieri vagavano a quando ero convinta che il Campo dei Giunchi sarebbe stato l'ultimo luogo che avrei visto.

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Gli Immortali
FantasyOrmai siamo ai giorni nostri, in un remoto paesino della Danimarca. Qui Ottavia vive la sua vita in pace e tranquillità, lontana da qualsiasi legame. Sorpresa dall'arrivo di Cam, e felice di ciò, i due immortali non hanno tempo per godersi il loro...