Capitolo 43

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I Campi dei Giunchi

Sentì un forte dolore e poi il nulla mi avvolse.

Venni circondata da una fitta oscurità che avevo imparato a conoscere grazie agli ultimi sogni che avevo fatto.

Non c'era nulla attorno a me ed il silenzio era quasi fastidioso.

I miei piedi fluttuavano nel oscurità. Sapevo che era inutile muovermi, tanto non sarei arrivata da nessuna parte.

Mi guardai addosso e notai che il pugnale nel mio addome era sparito, così come tutte le mie ferite.

I miei vestiti erano perfetti come quando li avevo indossati la prima volta.

Poi, all'improvviso, un fulmine nel cielo oscuro illuminò la notte mostrandomi il nulla attorno a me. Guardai sopra di me, dove ci sarebbe dovuto essere il cielo invece, in breve tempo, tornò il nulla.

Sospirai.

Quando tornai a guardare la strada dritta davanti a me, mi accorsi che la luce del fulmine di poco prima, aveva lasciato una specie di scia luminosa. Non esitai a lungo prima di seguire quella luce.

Sapevo che ero capitata in un mondo dove non esisteva dolore. Un mondo infinito ed oscuro. Un mondo che mi era già capitato di visitare.

Proseguì lentamente e camminai per un pò seguendo quella scia di luce.

Ogni tanto un fulmine illuminava il nulla attorno a me, obbligandomi a fermarmi per ammirare il paesaggio circostante.

In quel breve frangente, tutto diventava bianco e una luce mi scaldava la pelle anche se durava sempre una frazione di secondo. Quando scendevano le tenebre, l'aria attorno a me si faceva più pesante ed un freddo pungente mi attraversava tutto il corpo, facendomi venire i brividi. Mi strinsi le spalle istintivamente per proteggermi, anche se sapevo essere solo una mia sensazione.

Camminai a lungo in quel limbo oscuro, non so cosa speravo di trovare alla fine. Forse la pace che tanto avevo sognato da quando la profezia era iniziata.

O forse di potermi ricongiungere alle persone che avevo amato un tempo; le stesse il cui ricordo mi aveva tormentato per tutti quei secoli.

Mentre camminavo mi chiesi che cosa avrei trovato alla fine di quel percorso luminoso. Forse Athem ed Isis ad attendermi; i miei genitori con Maria ad aspettarmi ed il mio villaggio prima che la mia vita cambiasse completamente.

Non ero certa di nulla, speravo solo che dall'altra parte Cam ed Alex fossero riusciti ad uscire dalla tomba.

Sapevo delle intenzioni di Cam di volermi far tornare un'immortale, ma non ero davvero convinta che ciò potesse accadere.

Forse su questo Ravic non si era sbagliato.

Nonostante la recente scoperta delle pergamene di Isis sotto il sarcofago del Faraone, senza di me, sarebbero state inutili: Cam ed Alex non conoscevano l'egiziano antico ed Isis non aveva lasciato disegni su come eseguire il nuovo rituale.

Nel frattempo, dopo aver camminato per un tempo interminabile, notai qualcosa in fondo alla scia di luce che stavo seguendo.

Rimasi incantata dalla scoperta e, senza che me ne accorgessi davvero, stavo già correndo verso quella porta luminosa che si apriva sempre di più, facendosi sempre più accecante fino a che non venni inghiottita da quella luce così forte che mi costrinse a coprirmi gli occhi.

Rimasi così finchè non avvertì la strana sensazione di solletico sulle mie gambe. Allora distolsi il braccio dal mio volto e lentamente riaprì gli occhi. Lo spettacolo davanti a me mi lasciò senza fiato.

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