Capitolo 31.

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Un Sogno Diverso

Portavano entrambi gli abiti regali da cerimonia e le rispettive corone.

Lasciai cadere la torcia che tenevo in mano ai miei piedi e solo quando cadde mi accorsi che il pavimento era ricoperto di sabbia e non di argilla. La fiamma della torcia si spense ma la stanza era illuminata in modo quasi innaturale. Sembrava quasi una luce eterea.

Tutto intorno a me sembrava emanasse luce propria, persino i corpi dei sovrani che continuavano a guardarmi con uno strano sorriso.

Avevo ormai capito di essere tornata nei miei sogni nonostante non mi fossi nemmeno resa conto di essermi davvero addormentata.

"Sono tornata ma non so più come trovare questo posto" decisi di parlare alla fine.

Se ero capitata lì era perchè potessero darmi un qualche indizio per aiutarmi a trovare la strada.

Cam ed Alex mi avevano aiutata ad unire i puntini e a capire che avevo sbagliato città. Erano passati millenni ed il deserto era mutato molto anche se non immaginavo così tanto.

"Sei sulla strada giusta ti basta solo seguire l'istinto" mi rassicurò Isis.

"Saprai trovarci" aggiunse Athem non potendo fare a meno di sospirare profondamente, cosa che mi insospettì.

"Allora perchè mi sembrate sempre più preoccupati?" chiesi diretta.

Non risposero e la cosa iniziava davvero a rendermi nervosa.

"Riguarda la profezia, non è così?" domandai ormai al limite della mia pazienza.

"Sono stufa di questa profezia; mi era stata tenuta nascosta allora e lo state facendo di nuovo. Cosa mi accadrà stavolta? Morirò? O mi sarà concessa la grazia di morire quando sarò vecchia? Oppure mi sarà chiesto un sacrificio? Ditemi qualcosa!" dissi alzando la voce. Anche se erano a pochi passi da me, volevo che capissero la mia stanchezza mescolata alla mia collera.

Ormai non sapevo più cosa pensare: quando avevo capito che si trattava della profezia che mi aveva perseguitata tutto il tempo che avevo vissuto in Egitto, mi ero sentita come se un enorme masso mi stesse pian piano schiacciando, mandando in frantumi tutto quello che mi ero faticosamente costruita in tutto quel tempo.

Dopo quel rituale mi ero sentita così libera, così leggera anche se avevo detto addio a tutti, non mi era mai parso di sentirmi così felice, ma poi col passare del tempo mi resi conto che quella solitudine mi stava soffocando sempre più. Desideravo tornare alla civiltà, avere di nuovo contatti umani ma la prospettiva di soffrire nuovamente per la perdita di persone che sicuramente sarebbero morte mentre io avrei vissuto in eterno, mi impediva di avvicinarmi più del dovuto.

Poi era arrivato Cam e tutto era cambiato.

Dentro di me, inconsciamente per giorni, stavo considerando l'idea di rendere qualcuno come me e quel qualcuno si rivelò essere proprio Cam.

Da allora mi era sembrato più semplice vivere quella vita perchè sapevo che, seppur lontani, prima o poi lo avrei rivisto e non sarei rimasta più sola.

"Ti si presenterà una scelta da prendere" disse Isis alla fine, con tono rassegnato interrompendo il flusso dei miei pensieri.

"Una scelta?"chiesi, stupita più dal fatto che si erano arresi quasi subito che alla rivelazione di per sé.

"Una scelta dalla quale dipenderà non solo la tua vita ma anche quella di chi ti ha accompagnata in questo viaggio" continuò Athem.

"In che senso? Loro sono immortali, come lo ero io, non può accadere nulla a loro" sottolineai il concetto. Poteva sembrare egoistico da parte mia non preoccuparmi dell'incolumità di Alex e Cam ma sapevo che nulla avrebbe potuto ferirli. Quell'affermazione non aveva senso, almeno per me.

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