Attraversando L'Italia (Parte 3)
Fu difficile far tornare il battito del mio cuore alla normalità.
Stava... stava veramente per...
Ero ancora incredula, facevo difficoltà anche solo pensare che stesse veramente per baciarmi.
"Ecco Ottavia, ti ho portato qualcosa da mangiare, spero vada bene" sentì dire da Alex improvvisamente.
Mi voltai e lo vidi porgermi una piccola busta con dentro qualcosa di caldo ed una bottiglia d'acqua.
"Mentre tu resti qui a mangiare, io e te possiamo andare a caccia" disse Cam, rivolgendosi al suo amico.
Era come se non fosse accaduto nulla per lui; possibile che l'unica che era rimasta scossa fossi io?
Non feci in tempo a dire nulla che erano scomparsi dalla mia vista, letteralmente.
Feci un lungo sospiro, aprì il contenuto del sacchetto e trovai un trancio di pizza bello caldo.
Fu come un sollievo: il calore della pizza scaldò le mie mani fredde.
Invece che starmene ferma a rimuginare su quanto stava per accadere, decisi di scendere tra le rovine e di godermi la mia cena.
Sapevo che molti visitavano le rovine di notte e, per mia fortuna, non incontrai nessun visitatore quella sera. Mi addentrai tra le rovine, una volta terminato il mio trancio di pizza e continuai con la mia visita notturna.
Ripercorsi le strade che un tempo conoscevo così bene, percorrendo le vie di quella che era stata una città prospera e vitale.
Vagai tra le case abitate dalla plebe, come lo ero anch'io, imbattendomi di tanto in tanto in piccoli piazzali ricoperti d'erba.
Oltre alle rovine delle varie abitazioni, potevo scorgere le colonne di quelli che erano stati templi e dimore di persone benestanti.
Gli archeologi avevano fatto un ottimo lavoro con quegli scavi, riportando alla luce la struttura di quella città così antica. Il vulcano aveva portato via tutto: case, famiglie, la spensieratezza di una calda giornata così soleggiata. In meno di un giorno, era sparito tutto.
Decisi di tornare ad aspettare Alex e Cam alle loro moto, mi avrebbero certamente rimproverata di aver girovagato per la città tutta sola, con il rischio di perdermi.
Ripercorsi i miei passi a ritroso, cercando di imprimermi nella mente le immagini di quello che era rimasto di quella città.
Arrivai finalmente ad un enorme piazzale ben illuminato dai faretti posti sotto ad ogni colonna, proiettando una luce gialla che si diffondeva, illuminando con luce fioca tutto quello che c'era alle spalle di ogni colonna.
Sulle strade avevo notato piccole lanterne che illuminavano la strada, portando la luce anche nelle vie che rimanevano più in ombra.
Dopo qualche minuto di camminata sostenuta, con ancora il sacchetto in mano con la carta sporca della mia cena e la bottiglietta d'acqua a metà, giunsi alle moto.
Tornando vicino alla moto di Cam, mi accorsi di avere ancora la sua giacca di pelle nera sulle spalle e, come uno schiaffo, mi tornò in mente la bizzarra ed imbarazzante situazione di poco prima. Per mia fortuna non erano ancora ritornati dalla caccia, o almeno così credevo. La strada era deserta, non c'era nessuno a parte me e le moto parcheggiate.
"Ci chiedevamo giusto dov'eri sparita" sentì, all'improvviso, una voce alle mie spalle. Era stato Alex a parlare.
Mi voltai di scatto e notai i due immortali fissarmi divertiti. Cam era rimasto con la t-shirt nera e iniziò a dirigersi verso di me. Come lo fece, il mio cuore riprese a battere ad un ritmo sempre più veloce. Quando fu a pochi passi da me, quasi trattenni il respiro e faticai a non pensare al quasi bacio di poco prima.

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Gli Immortali
FantasiOrmai siamo ai giorni nostri, in un remoto paesino della Danimarca. Qui Ottavia vive la sua vita in pace e tranquillità, lontana da qualsiasi legame. Sorpresa dall'arrivo di Cam, e felice di ciò, i due immortali non hanno tempo per godersi il loro...