Capitolo 34.

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Un Rifugio tra le Montagne

Mi risvegliai sudata e con il sole già alto nel cielo.

Accanto a me, il cammello si stava godendo il meritato riposo.

Lo guardai trovandomi ad invidiare quel povero animale il cui unico pensiero era bere, mangiare e dormire.

"Spero che la tua nottata sia stata meno agitata della mia" dissi, andando verso di lui accarezzandolo sulla testa, mentre si risvegliava dal suo dolce sonno.

Era tempo di ripartire, avevo perso già fin troppo tempo e avevo tutta la gola da esplorare alla ricerca di un passaggio o qualsiasi indizio che mi avrebbe portata alla tomba di Athem.

Mentre cercavo di mangiare qualcosa per tenermi in forza e bere più acqua possibile, caricai il cammello, aggiustando la sua imbracatura e la mia borsa sulla sua schiena.

Una volta che fui certa di aver fatto tutto correttamente e di non aver lasciato traccia del mio passaggio, montai in sella e ripartì facendo camminare il cammello il più lentamente possibile.

Avevo intenzione di esplorare al meglio la gola: non potevo permettermi di perdere indizi importanti, non ora che ero così vicina.

La gola dello wadi era forse una delle gole, immersa tra le montagne meridionali egiziane, più vasta di tutto il territorio circostante.

Non sapevo con precisione quanto fosse estesa, ma sapevo che avrei potuto impiegarci ore, se non giorni, per riuscire a trovare qualcosa.

Per mia fortuna, le alte mura che formavano la gola non permettevano al sole di battere in quella zona, di conseguenza potei anche lasciare il volto scoperto. Per maggiore comodità, legai i capelli in una coda di cavallo abbastanza alta per poi intrecciare ulteriormente i capelli di modo che non mi dessero troppo fastidio.

Nonostante l'ombra ed il vento, l'aria arida del deserto si faceva sentire e mi costrinse a bere così tanto che, alla fine, fui costretta a razionare il resto delle scorte. Non sapevo per quanto ancora sarei rimasta in quella gola a cercare la tomba ma se il sole continuava a scaldare la sabbia, presto o tardi sarei stata costretta a tornare indietro per altre provviste e proprio non mi andava.

Nel frattempo, continuavo a guardarmi intorno ma non vedevo nulla che potesse attirare la mia attenzione, solo rocce salire in verticale ma nessuna traccia di tunnel sotterranei o qualsiasi altro indizio che avrebbe potuto condurmi alla mia meta.

Iniziavo veramente a scoraggiarmi e mi chiesi se esistesse ancora la cripta di Athem ed Isis; poteva essere addirittura seppellita sotto metri e metri di sabbia. Se fosse stato così ci avrei messo addirittura mesi prima di raggiungerla.

Mentre mi ritrovavo immersa nei miei pensieri, un vento più forte del solito mi colpì e mi costrinse ad alzare lo sguardo al cielo.

Scorsi all'orizzonte una strana nube ma non era una di quelle che portava pioggia. Aveva una strana sfumatura sul rossiccio e si avvicinava abbastanza velocemente.

Conoscevo fin troppo bene il deserto, ci avevo vissuto per poco tempo, ma quei fenomeni erano frequenti anche in altre parti del mondo che avevo avuto modo di visitare nel corso dei millenni.

A volte erano solo nubi, nulla di pericoloso ma altre volte era meglio correre a cercare un riparo.

Dovetti pensare in fretta.

Il cammello si stava agitando, probabilmente aveva capito che cosa stava per succedere e per la paura avrebbe corso verso un riparo.

Non potevo lasciare la gola, non ora che ero così vicina al mio obbiettivo.

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