Capitolo 20.

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Attraversando L'Italia (Parte 2)

La prossima tappa sarebbe stata Viterbo.

Dopo aver fatto l'ennesimo pieno alle moto, ci sarebbe voluta un'altra ora di viaggio prima di arrivarci.

Saremmo arrivati alle cinque e mezzo circa, se non addirittura alle sei. Le giornate si erano allungate parecchio, man mano che andavamo verso sud.

Il sole era caldo, nonostante l'aria fresca della primavera mi faceva ancora venire i brividi di freddo.

Lungo il viaggio, avevo notato di come gli alberi stessero assumendo di nuovo tutti i loro colori e le loro sfumature verdi, così come i prati e i campi iniziavano a colorarsi dei colori dei fiori che iniziavano pian piano a sbocciare.

Stavamo attraversando la parte interna dell'Italia, quindi non potevo ammirare ancora il mare, almeno non per il momento.

Grazie all'autostrada, la strada pareva più breve e più scorrevole.
Era quasi sera ed il sole stava per prepararsi a scomparire, concludendo così un'altra lunga giornata e noi eravamo ormai a metà strada.

Cam era certo che saremmo arrivati a Villa San Giovanni, dove saremmo partiti con il traghetto per Messina entro la mezzanotte.

Mi sembrava fossero passate settimane da quando eravamo partiti per quel lungo viaggio ed invece erano appena passati due giorni.

Ci saremmo fermati a Viterbo per una breve sosta per poi ripartire alla volta di Pompei.

Alex sosteneva che ne sarebbe valsa la pena fare una sosta lì, anche per permettermi di cenare, prima di continuare il viaggio.

Poco prima di arrivare nella vecchia città papale, Cam ed Alex fermarono le moto nel parcheggio della stazione di servizio di Viterbo.

Non appena parcheggiò, scesi in fretta dalla moto di Cam per sgranchirmi le gambe e le braccia, mi levai il casco e mi guardai attorno.

C'era gente che, come noi, si prendeva una pausa per rifocillarsi o, semplicemente, per fare una passeggiata e godersi l'aria fresca della primavera.

C'erano molte famiglie, soprattutto molte viaggiavano in roulotte e camper.

Invece di uscire dall'autostrada, avevano deciso di fare una breve sosta in una stazione di servizio.

Nonostante a Viterbo ci fossero un sacco di edifici risalenti al medioevo e che all'epoca fosse una città principalmente abitata da pontefici, avevamo deciso di non perdere più tempo prezioso e continuare il nostro viaggio.

"Ci voleva questa sosta" esordì Alex ed io mi limitai ad annuire con la testa.

"Già. Ancora qualche chilometro e avremmo attraversato anche questo Paese" ci ricordò Cam, con una nota di malinconia nella voce, come se gli dispiacesse o magari quel viaggio era stancante anche per lui.

Da quando mi aveva confessato che l'odore del mio sangue gli faceva perdere la testa, ci eravamo a malapena guardati. Non sapevo nemmeno se era una buona idea continuare il viaggio in sella alla sua moto; purtroppo non avevo scelta, quella di Alex sembrava scomoda per poter portare due persone.

Era molto simile a quella di Cam, cambiavano solo il colore ed il modello. Quella di Alex era una Speed Master.

Ci saremmo fermati alla prossima città, aveva detto Cam, per permettermi di cenare.

La prossima meta sarebbe stata Pompei e distava almeno tre ore da Viterbo; saremmo arrivati dopo il tramonto e avrei finalmente intravisto il mare.

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