Capitolo 15.

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L'Inizio Di Un Lungo Viaggio

Il mattino fece presto ad arrivare e, quando il sole stava per sorgere, io e Cam ci trovavamo già al porto.

Cam stava caricando la sua moto nera nella stiva del traghetto che ci avrebbe portato fino alla terra ferma della Danimarca.

Avevo dormito poco quella notte.

In verità, non avevo proprio voglia di dormire, ma Cam aveva insistito affinché mi riposassi un pò.

Nonostante le mie proteste, mi obbligò a riposarmi e, con mia enorme sorpresa, come toccai il letto mi addormentai.

Mi stupì del fatto che fu una notte quasi senza sogni.

Quasi.

Poco prima di svegliarmi, mi ritrovai nella foresta, come la prima volta, al cospetto delle due ombre. Stavolta, indicavano solo il mio cuore, che batteva ad un ritmo incessante ed il suono del suo palpitare riecheggiava per tutta la foresta, priva di qualsiasi altro rumore.

Il sogno fu breve e mi svegliai ancor prima di domandare spiegazioni.

Cam era venuto a svegliarmi prima che il sole sorgesse, mi preparai quelle poche cose che mi sarebbero servite ed uscimmo di casa.

Le poche cose che avevamo decidemmo di nasconderle nella cantina della casa, chiudendola di modo che un mortale non avrebbe mai potuto aprirla. Non avevamo alcun oggetto di valore, ma comunque preferimmo restare tranquilli. Chiudemmo le imposte e le varie porte di casa, nascondendo la chiave in mezzo alla boscaglia vicina.

Si era occupato tutto Cam di nascondere le varie chiavi e le nostre cose.

Mi limitai a portare con me quelle poche cose che mi sarebbero servite, ora che ero tornata umana. Speravo solo, durante l'intero viaggio, di non essere un peso per lui.

Avevo programmato di intraprendere quel lungo viaggio da sola... in aereo magari!

Per me, sarebbe stato più semplice, comodo e veloce.

Una volta che lui imbarcò la sua moto, tornò verso di me per avvisarmi che il traghetto era pronto a partire, invitandomi a salire a bordo.

Annuì e lo seguì all'interno del traghetto.

Il viaggio sarebbe durato poco, di conseguenza, lo passammo tutto il tempo sul ponte ad ammirare le onde infrangersi contro le coste delle isole adiacenti.

Non parlammo molto durante il viaggio, ma la leggera brezza del mattino, unita alla velocità di crociera del traghetto, iniziava a farmi tremare dal freddo.

Ero vestita con una canottiera nera, con un paio di jeans e una giaccia di eco pelle nera sopra; uno dei pochi completi che possedevo. Avevo scelto qualcosa di comodo per il lungo viaggio. Mi ero portata altri indumenti, sempre comodi anche perchè dubitavo che mi sarebbe potuto servire un bel vestito.

Mi strinsi le braccia, come a proteggermi dall'aria pungente che mi colpiva dritta in viso.

Improvvisamente, sentì qualcosa posarsi dolcemente sulle mie spalle, come a volermi proteggere. Guardando con attenzione, mi accorsi che era la giacca da motociclista di Cam: aveva notato il mio leggero tremore, con molta probabilità, pensando che avessi freddo.

Lui mi guardò, sorridendomi di scherno, rimanendo a maniche corte.

"Puoi tenerla fino a che non arriviamo sulla terra ferma; a me non serve" mi disse lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

"Grazie" mormorai, abbassando il capo, trovando incredibilmente interessante la vista che mi si parava davanti.

Quei piccoli gesti da parte sua, mi facevano certamente piacere, ma allo stesso tempo mi chiedevo se non lo facesse per pietà nei miei confronti, data l'attuale situazione in cui mi ero ritrovata.

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