Il Segreto del Faraone
Mi voltai di scatto.
La stanchezza e lo shock della rivelazione erano passati in secondo piano e le mie gambe trovarono la forza per farmi alzare in piedi e, in breve tempo, mi allontanai istintivamente mettendo più distanza possibile da lui.
Ravic era appoggiato contro il muro con il suo bastone da passeggio, accanto all'ingresso. Non indossava più il suo completo elegante ma, al suo posto, c'erano gli abiti tradizionali egiziani; una lunga toga color sabbia e un turbante bianco sul capo per proteggersi dal sole cocente del deserto.
Quegli abiti facevano risaltare la barba bianca e folta screziata di grigio, come i suoi capelli, gli occhi scuri e la carnagione ambrata.
Sembrava così diverso rispetto ad una settimana prima.
In quel momento, era come se avessi davanti a me di nuovo Ur-Atum, il suo predecessore.
Mi guardava con espressione divertita, come se aspettasse quel momento da tanto tempo; era evidente che questa parte del passato del Faraone la conosceva meglio di me, mi chiedevo come fosse possibile dato che nessuno sembrava ricordare la dinastia di Athem.
"Cosa intendi?" chiesi, stando sulla difensiva.
"Non pensavo saresti davvero arrivata fin qui" rispose, cambiando totalmente argomento, ignorando la mia domanda di poco prima.
"Mi hai seguita fino a qui?" provai ancora a domandare.
"È stato interessante come sei riuscita a trovare questa sala" disse, eludendo ancora una volta la mia domanda.
"Mi stupisce che tu non ci sia riuscito" risposi al suo commento.
"Come hai potuto constatare tu stessa, mi mancavano alcuni artefatti" mi confidò, mostrandomi la sua mano destra e un anello simile a quello che avevo lasciato sul piatto della bilancia.
"Non hai già ottenuto la tua vendetta? Cos'altro vuoi da me?" domandai diretta con tono deciso.
"Non esattamente, ma la tua espressione di poco prima alla scoperta del fratellastro del tuo caro Faraone è stata appagante" rivelò con un ghigno dipinto sul suo volto.
Mi sentivo tradita, in un certo senso.
Mi faceva arrabbiare, ma allo stesso tempo, sentivo come un vuoto dentro.
Athem non mi aveva mai confidato nulla sulle origini della sua famiglia. Mai.
Nemmeno la stessa Isis ne aveva mai fatto accenno alcuno.
"Loro lo sapevano?" mi venne istintivo chiederlo.
Forse c'era una spiegazione logica.
"Sì. Il primo a scoprirlo fu Athem stesso, poco prima della morte del padre Den" mi rivelò lui.
La sua risposta aprì un varco nel mio petto, ma allo stesso tempo, sollevava altri interrogativi su come lo avesse scoperto e come mai me ne aveva taciuto l'esistenza.
"Cosa successe esattamente?" ebbi solo il coraggio di chiedere.
Non sapevo se era una buona idea aprire quella conversazione con Ravic, ma in quel momento era l'unico che poteva aiutarmi a capire cosa aveva spinto i sovrani a compiere quel gesto estremo.
"Athem scoprì l'esistenza del fratellastro, avuto da una relazione clandestina tra la madre biologica e con il padre della sua consorte Isis, prima che entrambi venissero al mondo. La sua esistenza fu tenuta segreta da Ur-Atum e dal Faraone Den stesso, fino al tuo arrivo. Il bambino bastardo fu nascosto sotto gli occhi di tutti, la sua identità nascosta, di modo che la reputazione del faraone non venisse infangata" iniziò a dire.
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Gli Immortali
FantasyOrmai siamo ai giorni nostri, in un remoto paesino della Danimarca. Qui Ottavia vive la sua vita in pace e tranquillità, lontana da qualsiasi legame. Sorpresa dall'arrivo di Cam, e felice di ciò, i due immortali non hanno tempo per godersi il loro...