Capitolo 35

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Il Tunnel

Era una vera e propria porta scavata nella roccia della montagna.

Spolverai via la sabbia sulla parte più alta della porta per rivelare le incisioni nella pietra.

Era solida e le incisioni su di essa non mi tolsero alcun dubbio: erano i geroglifici che avevo imparato a leggere secoli prima grazie all'aiuto di Athem, quindi era la strada giusta.

Rovistai nella mia borsa alla ricerca della torcia che mi ero portata appresso. La accesi e, senza aspettare oltre, mi immersi nell'oscurità del tunnel.

La cosa che più mi sconvolse era quanto fosse simile, se non uguale, a quello che visitavo sempre nei miei sogni.

La pareti erano strette e permettevano il passaggio di una sola persona per volta; l'umidità era palpabile ma non ci badai.  Tenevo la torcia stretta nella mano destra tenendola fissa davanti a me per illuminare qualsiasi cosa che avrei trovato sul mio cammino.

Mi domandai se quello era già l'ingresso della tomba di Athem o se potevano esserci un sacco di trappole mortali.

Ricordavo come aveva fatto allestire le trappole nella tomba di suo padre e di come avrebbe allestito quelle per la sua tomba e per quella della sua consorte. Persino per quella di Nefer aveva provveduto lui stesso, assieme all'architetto reale, alla progettazione del luogo del riposo eterno della madre.

Sentivo il mio cuore battere sempre più forte per l'eccitazione: finalmente, a pochi passi da me, si trovavano le risposte che tanto stavo cercando e, come nel mio ultimo sogno, avrei dovuto cercarle da sola. Non mi sarebbero certo apparsi Isis ed Athem dal nulla a confessarmi tutta la verità!

Mi voltai un'ultima volta verso l'ingresso e mi accorsi che ormai il giorno era giunto alla sua conclusione. Non sapevo se era una buona idea intraprendere quella strada di notte, ma non avevo molta scelta: sarebbe stato meno prudente fermarsi per i tunnel per riposare.

E poi durante la tempesta mi ero riposata a sufficienza quindi decisi di proseguire senza esitazione.

Era tutto come nel mio sogno, o quasi. Il tunnel sembrava veramente infinito, ma le pareti erano spoglie e senza incisioni e figure che indicavano che quella era la tomba di un sovrano. Non c'erano nemmeno le torce che avevo visto in sogno.

Era come se la loro esistenza fosse stata cancellata dalla storia: non avevo mai sentito parlare nessuno della dinastia di Athem e del loro regno.

Perchè poi aveva costruito la sua tomba proprio in mezzo alle montagne, lontano da tutto, lontano dalla città di Abido?

Non ne ero certa ma era come se lo avessero fatto apposta per cancellare la loro esistenza, ma a quale scopo?

Lo avrei scoperto non appena trovava la camera funeraria. Sicuramente Isis si era fatta lasciare nel luogo del suo eterno riposo tutte le sue pergamene riguardante l'arte della divinazione e, tra di esse, speravo di trovare la pergamena che parlava della mia profezia.

Mi sembrò che fossero passate ore da quando ero entrata in quel tunnel e, finalmente, trovai una porta molto simile all'ingresso che avevo trovato fuori.

Varcai la soglia, togliendo delle ragnatele che si erano formate nel corso del tempo e mi ritrovai un altro tunnel, stavolta era più largo e la strada davanti a me sembrava essere stata scavata nella parete rocciosa in tutta fretta.

"Una delle tue tante trappole e illusioni, Athem?" mi venne da domandarmi.

Se così era, allora ero proprio nel posto giusto.

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