La Camera Funebre dei Sovrani
Una volta risvegliatami dalla trance in cui ero caduta, ricordandomi delle lance sopra la mia testa, mi sfilai l'anello in tutta fretta.
Da una parte mi dispiaceva lasciarlo, ma sapevo che Athem non me lo avrebbe mai lasciato senza un motivo.
"Spero davvero che sia così" dissi cercando di motivarmi e, quando le lance furono a pochi centimetri dalla mia testa, lo posizionai velocemente sul piatto della bilancia della giustizia.
Non aspettai nemmeno di vedere se i pesi erano uguali, anzi mi inginocchiai per evitare che le lance mi toccassero, visto che erano ormai a pochi centimetri dalla mia testa.
Improvvisamente, non sentì più nulla. Non un singolo rumore.
Dopo un momento di esitazione, mi rialzai e notai che il soffitto si era fermato a poco più di dieci centimetri dalla mia testa; avvertì una specie di rumore metallico e, voltandomi scoprì che la porta dalla quale ero arrivata si era riaperta.
Guardai per un breve momento la bilancia e rimasi stupita di come il mio anello pesava esattamente come la piuma posta sul piatto della bilancia opposto. Non avevo appreso a pieno quella scelta, ma l'importante era che mi fossi salvata anche quella volta trovando la giusta soluzione.
Era come se quella parte della tomba che avevo attraversato fosse stata costruita solo per me. Per permettermi di raggiungerli per una via del tutto segreta e diversa.
Mi voltai verso la porta segreta che mi interessava e, lentamente e con un cigolio assordante, notai che si stava aprendo lentamente. La scia di fuoco che avevo accesso, si stava allineando con un altra scia di liquido nero e infiammabile che prese immediatamente fuoco, rivelandomi il corridoio che avevo già visto nei miei sogni.
Alla fine, tutte quelle visioni avevano trovato un senso.
Mi diressi verso la porta che si era aperta grazie alla prova della Bilancia della Giustizia. La scia di fuoco mi guidava verso il basso in un lungo corridoio. Avevo deposto ormai i pugnali e la torcia nella cintura dei miei pantaloni, o almeno quello che ne rimaneva ma non me ne importava più ormai.
Attraversai il corridoio stretto che mi avrebbe condotto verso la stanza che cercavo da giorni, come se ne fossi attratta. Appoggiai una mano contro la parete di roccia priva della lingua di fuoco che illuminava tutto lo stretto corridoio con la sua luce brillante.
Il corridoio era lungo, quasi quanto quello dei miei sogni, illuminato dal fuoco con una luce immensa e stretto, come se il passaggio fosse consentito solo ad una persona alla volta.
Il terreno sotto ai miei piedi era irregolare e più volte rischiai di inciampare e cadere ma cercai di tenermi saldamente aggrappata alla parete di roccia.
Una volta percorso tutto il tunnel, mi ritrovai di fronte all'ennesima porta segreta.
Stavolta le serrature erano posizionate al centro del passaggio e in bella vista una sopra l'altra.
"Credo di sapere cosa devo fare adesso" sorrisi tra me, mentre estraevo entrambi i pugnali.
Il problema era capire quali dei due andava dove, ma scacciai quel pensiero perchè le due lame erano differenti sia per spessore che per scanalatura e filo quindi sarebbe stato più semplice del previsto.
Infilai il pugnale di Shai nella serratura in alto e sotto quello di Apopi.
Feci fare un giro completo in senso orario alla lama di Shai e un giro in senso antiorario con quella di Apopi, proprio come avevo fatto per tutto il tempo all'interno del labirinto del serpente.

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Gli Immortali
FantasíaOrmai siamo ai giorni nostri, in un remoto paesino della Danimarca. Qui Ottavia vive la sua vita in pace e tranquillità, lontana da qualsiasi legame. Sorpresa dall'arrivo di Cam, e felice di ciò, i due immortali non hanno tempo per godersi il loro...