Capitolo 22.

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Un Viaggio sul Mare

La cabina del traghetto che ci avrebbe condotti a Tunisi non aveva nulla da invidiare ad una camera d'albergo di lusso.

Il mobilio era interamente in legno, come a riprendere lo stile delle barche a vela che avevo notato ormeggiate per tutto il molo della città.

C'era anche un'enorme finestrone da dove potevo vedere la nave allontanarsi dalla città per andare verso il mare aperto.

Le pareti della cabina erano bianche e, sopra al letto matrimoniale, c'era appeso un bellissimo quadro. Avevano deciso di prendere una camera per due persone anche se eravamo in tre, dato che l'unica che aveva bisogno di privacy e riposo ero io, Cam o Alex sarebbero stati per tutto il viaggio in giro per la nave.

Poggiai le mie cose su una poltrona a fianco del letto e tirai fuori quello che mi serviva per cambiarmi dopo essermi fatta una doccia ristoratrice.

Non appena entrai nel piccolo bagno mi resi conto che non sarebbe stato facile stare comodi nella doccia che era abbastanza piccola, ma siccome volevo darmi una rinfrescata anche per scacciare certi pensieri che facevano salire la temperatura del mio corpo e accelerare il battito del cuore, non ci pensai troppo.

Con ancora l'asciugamano addosso, tornai nella camera e mi sedetti sul letto. Se chiudevo gli occhi potevo ancora sentire le mani di Cam su di me. Riaprì gli occhi di scatto e mi vestì alla velocità della luce.

Mi misi un paio di jeans comodi ed una maglia nera a maniche lunghe con lo scollo a barca che lasciava scoperte le spalle.

Decisi di uscire dalla cabina, chiudendola a chiave, per fare un giro della nave.

Dopo aver percorso una serpentina di corridoi, arrivai  quella che sembrava la sala ristorante. Non avevo mangiato ancora nulla e forse facevo in tempo a prendere qualcosa da stuzzicare.

La sala era enorme e percorreva tutta la larghezza della nave; essenziale e luminosa, si poteva mangiare tranquillamente sui tavolini  sparsi per tutta la sala.

Una volta che finalmente stuzzicai qualcosa, decisi di continuare il giro per la nave imbattendomi in quella che pareva una sala relax. C'erano divanetti e poltrone sparse per tutta la sala con ordine ed eleganza, con ognuno il proprio tavolino dove la gente si godeva il pomeriggio sorseggiando un drink. Solo dopo aver aguzzato la vista, scorsi in un angolo Cam e Alex su un divanetto intenti a parlare, isolati dal resto della sala.

Decisi di avvicinarmi con cautela, sperando che con tutte quelle persone, non avvertissero immediatamente la mia presenza.

Per mia fortuna c'era parecchia gente riunita e quindi cercai di mimetizzarmi in mezzo a loro per cercare di confondere il loro olfatto, specialmente quello di Cam.

Quando riuscì ad avvicinarmi abbastanza da poter sentire le loro voci, mi fermai cercando di rimanere nascosta grazie ad un gruppo di persone che erano rimaste in piedi a sorseggiare i loro drink; rimasi di schiena rispetto a loro, come se stessi ammirando il mare dall'enorme finestrone di fronte a me.

"E poi cosa accadrà?" sentì chiedere Alex a Cam.

"Non lo so, so solo che non può andare avanti così" rispose, sbuffando infastidito.

"Resterà umana per sempre" chiese Alex, anche se la sua non mi sembrava affatto una domanda.

"No, troverò il modo. La ritrasformerò ma ho troppa paura di quello che ha detto quel tipo" affermò Cam.

"Ti riferisci a quello che ha detto? Sul fatto che la ucciderai?" precisò Alex e a quelle parole sentì un nodo allo stomaco.

"Già. Il suo odore, il profumo irresistibile del suo sangue che pulsa nelle vene è una tale tentazione per me che non so per quanto riuscirò a resistere" si confidò lui.

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