Venerdì, 12 settembre 1997 (Anna, 18 anni)
«Sei sicura che i tuoi genitori non ti scopriranno?»
La voce di Marco è talmente preoccupata che mi fa quasi tenerezza. Gli sorrido, lo bacio sulle labbra e gli accarezzo il volto.
«Ho detto che sarei andata a dormire da Elisa, non preoccuparti»
«E cosa diranno i genitori di Elisa che non vi vedranno in camera per il pigiama party» domanda perplesso Roberto mentre si stappa una birra e si siede sul divano di Marco.
«Io ho detto che vado a dormire da Anna» annuncia Elisa soddisfatta. «Piano semplice, senza troppe bugie dove potremmo contraddirci»
Tutta la mia sicurezza sul fatto che il nostro piano sia a prova di bomba crolla un po' vedendo la faccia di Marco e Roberto.
«Perché, cosa c'è che non va?» Domando preoccupata nella direzione dei due maschi di casa.
«No, niente... come fate se uno dei genitori chiama a casa degli altri per controllarvi?» La domanda di Marco è titubante, come se si sentisse in imbarazzo a farla.
Io ed Elisa scoppiamo a ridere lasciando i due ragazzi a guardarci con perplessità.
«Siamo cresciute assieme, non hanno mai alzato la cornetta quando siamo assieme o quando andiamo a dormire l'una a casa dell'altra, vuoi che lo facciano proprio stasera?» é Elisa che spiega loro che siamo praticamente come sorelle.
Marco non sembra molto convinto ma Roberto alza le spalle e si alza di scatto.
«Se lo dite voi a me va bene» afferma senza troppa preoccupazione. «Ordiniamo queste pizze o passiamo la serata a studiare i loro piani?» Si rivolge poi a Marco.
La cosa che mi piace di Roberto è che riesce a sdrammatizzare in qualsiasi situazione e a rendere l'atmosfera leggera senza neanche sforzarsi troppo.
«Vai anche a prendere il resto?» Gli sussurro nella speranza che Marco, che si è diretto verso il telefono che ha lasciato in cucina, non mi senta.
«Certo» mi fa l'occhiolino.
Questa sera ci siamo ritrovati a casa di Marco per festeggiare il suo compleanno. Visto che comprargli un regalo è stato impossibile, visto che non posso fare nulla senza farmi accompagnare da mia madre, ho almeno mandato Elisa a ordinare la millefoglie che lo fa impazzire alla pasticceria che c'è in piazza. Roberto dovrebbe approfittare di andarla a prendere quando passerà anche per le pizze.
*
La serata trascorre velocemente, perfetta come poche altre, abbiamo mangiato la pizza, ci siamo ingozzati di dolce, ci siamo trasferiti sul divano a bere birra, Elisa e Roberto, o Coca Cola, io e Marco. Adoro come tutto questo sia così normale che mi viene quasi da pensare che la mia vita con Marco potrebbe essere davvero tutta coccole e lustrini. Cosa mai potrebbe succedere per rovinare questo mio umore sognante?
«Quindi, Anna, non potrai iscriverti quest'anno all'università?»
Roberto, ecco cosa potrebbe succedere per incrinare il mio umore.
«Secondo te? Non riesco nemmeno ad andare a fare la pipì da sola, come potrei pensare di andare a fare un test di ammissione e seguire i corsi con obbligo di presenza?»
La mia risposta voleva essere un po' una presa in giro verso Roberto ma è uscita un po' troppo dura per poterlo anche sembrare. Mi dispiace e mi vergogno di avergli risposto in questo modo brusco ma non riesco ancora a gestire bene le mie emozioni riguardo a questo argomento. È stato difficile accettare il fatto che quest'anno non potrò proprio provarci ad entrare a medicina, visto che avrò ancora mesi di riabilitazione di fronte a me.
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[COMPLETA]Come in quella vecchia Polaroid
ChickLitAnna è una ragazza all'ultimo anno del liceo; è carina, posata, dolce, studiosa ma non un topo da biblioteca. Ama uscire con le amiche, leggere libri e guardare film. Marco è un venticinquenne moderatamente ricco, scapestrato, con un unico vero amic...