Buongiorno! Come state? Io sto ultimando alcune cose per il libro che uscirà a fine giugno: "Due semplici parole", il terzo e ultimo capitolo della London Series. Appena sarò sistemata con questo lavoro, prometto che velocizzerò anche con la pubblicazione di questa storia... sperando che vi faccia piacere... :D
Adesso, però, vi lascio al capitolo. Buona lettura!
Sabato, 7 giugno 1997 (Marco, 25 anni)
I sabati in cui Roberto lavora sono i più duri da superare, anche questa sera sono al solito bowling con i soliti idioti che mi scroccano la cena. Solita pizza, solita birra e soliti discorsi da cui cerco disperatamente di estraniarmi. A volte mi chiedo perché esca ancora con loro, poi mi ricordo che, a parte Roberto, non ho nessun amico che si possa definire tale quindi, o esco con questi quattro stronzi, oppure rimango a casa a fare la calza. In alcuni casi quasi mi convinco che la calza sia l'unica alternativa plausibile durante i turni di Roberto in birreria.
Mi scolo l'ultimo goccio della birra del bicchiere e mi appoggio allo schienale della panca, annuisco ogni tanto, sorrido quando gli altri ridono e mi lascio scorrere la serata come se fosse una delle più divertenti della mia vita. Non è mai stato difficile fare finta che la mia vita sia un'altra, con le persone che mi stanno attorno, e loro non fanno eccezione. L'unico a cui non sono mai riuscito a mentire è Roberto, perché mi conosce troppo bene perché non riesca a leggere tra le mie bugie... e Anna, perché con quei suoi grandi occhi nocciola ti arriva fino all'anima e ti mette a nudo, rendendoti impossibile ogni menzogna, sotterfugio o anche solo nascondere parte della verità. Roberto e Anna sono le uniche due persone che mi vedono veramente, che vanno oltre la facciata che ostento e sono le uniche la cui opinione conta per me più di qualsiasi altra cosa.
«Tu, Marco, hai qualcuna che ti porti a letto oppure vai in bianco come sempre?» Gianluca mi provoca come al suo solito.
Vorrei rispondergli che lui della mia vita non conosce assolutamente niente, forse solo il mio nome di battesimo e niente di più, ma non gli do la soddisfazione di accanirmi contro di lui, di passare per quello che non sa stare al gioco.
«Ogni tanto mi scopo tua madre ma niente di serio» alzo la mano per attirare l'attenzione del cameriere e ordinare un'altra birra.
Gianluca non dice niente, si limita a sorridermi rabbioso mentre gli altri lo prendono in giro per la battuta che ho appena fatto. Non mi ero reso conto che eravamo già arrivati al punto del discorso in cui si guardano attorno per trovare la vittima della serata. Ogni sabato sera sempre la solita storia, loro che vengono qui, fanno i gradassi, ci provano con le ragazze offrendo loro da bere e finendo regolarmente in bianco, perché non si rendono conto che il problema non è l'alcool ma la loro mancanza di personalità. Che poi non riesco a capire questa loro disperata ricerca di qualcuna da trombarsi, forse io non sono in grado di rendermi conto di questa cosa perché non ho mai avuto particolari problemi a trovare qualcuna con cui divertirmi, ma per loro sembra che sia quasi una missione di vita. A volte mi chiedo se a venticinque anni abbiano perso la verginità o se le loro siano solo chiacchiere perché, da come si comportano, sembrano disperati.
«Quelle hanno si e no l'età legale per provarci, ma da come si vestono sembra che la diano via come il pane»
Paolo è sempre il più morto di fame di tutti, mi giro verso dove ha puntato il suo sguardo da depravato e inizio a sudare freddo. Michela, Marta e quella che credo si chiami Valentina, sono appena entrate e si stanno aggirando per i tavoli da biliardo. L'abbigliamento è quello solito delle ragazzine di quella età, gonne corte, top che lasciano scoperta la pancia e sandali con la zeppa, niente di particolarmente lascivo come ha lasciato intendere Paolo. Cerco disperatamente con lo sguardo se ci sono anche Anna ed Elisa ma, fortunatamente, non le vedo, forse sono rimaste a casa a studiare in vista della maturità.
«Cristo santo, possibile che tu non riesca a puntare una donna della tua età? Ti riesce tanto difficile lasciar stare quelle ragazzine?» Il mio fastidio supera di gran lunga il mio desiderio di farmi i fatti miei e non riesco a tenere la bocca chiusa.
Sono alla disperata ricerca di un argomento per convincerli a lasciarle in pace. Possono provarci con tutte ma non con le amiche di Anna, non voglio che si ritrovi impelagata con questi quattro sfigati che le sbavano addosso anche se, in questo momento, ci sono solo le sue amiche.
«Perché? Hai paura di non riuscire a portartele a letto?» Mi sfida Gianluca, forse per vendicarsi della figura di merda che gli ho fatto fare prima.
«No, solo che non sono così morto di fame da andare a letto con le ragazzine» la rabbia inizia a montarmi come un fiume in piena e non ci vorrà molto prima che li investa tutti con un'ondata di insulti che si meritano.
«Oppure hai paura che ti dicano di no» si pavoneggia di fronte a tutti, forte del fatto che lo stanno spalleggiando nello sfidarmi.
Mi scappa un mezzo ghigno dalle labbra, quello che racchiude tutto il disprezzo che provo nei suoi confronti, e mi sporgo in avanti sopra il tavolo, per arrivargli più vicino a quella faccia da culo che si ritrova.
«O forse perché conosco i loro padri, sono dipendenti nella mia fabbrica e non ho voglia di scoparmi le figlie per poi sentirmele venire a dire lunedì al lavoro. È come se mi scopassi te stasera e lunedì mi ritrovassi tuo padre in ufficio a rimproverarmi per averti sverginato»
Il sorriso muore sulle labbra di Gianluca mentre i versetti di presa in giro, che arrivano dai suoi amici, sono a dir poco fastidiosi. Non mi piace giocarmi questa carta, quella in cui faccio presente a tutti che do lavoro ad almeno la metà dei genitori delle persone con cui sono seduto a questo tavolo, ma sono talmente disperato nel tentativo di tenerli distante dalle amiche di Anna che passo sopra al mio orgoglio, al mio senso etico e, se serve, anche alla mia dignità.
«Beh, a dire il vero questo è un problema tuo, io vivo bene lo stesso anche se stasera me le scopo e domani non le vedo più» Mattia, come al solito, arriva in soccorso del suo amico Gianluca.
«Quindi? Chi ci prova con le tre?» È come se la conversazione che si è appena svolta a questo tavolo non avesse minimamente toccato Paolo, che insiste nei suoi piani per la serata.
Mi rendo conto che non posso fermarli, ormai è diventata una sfida nei miei confronti, così mi alzo e faccio l'unica cosa che può salvare la mia coscienza.
Michela è la prima ad accorgersi che sto andando da loro e, quando succede, prima sgancia una gomitata a Marta, poi si paralizza a bocca aperta. Credo che questa sia la prima volta che ci scambio due parole e spero che non lo interpretino come un invito per le prossime volte.
«Vedete il gruppetto lì in fondo? Quelli con cui ero a cena...» aspetto che ricomincino a respirare e annuiscano tutte e tre. «Ecco, probabilmente verranno qui a offrirvi da bere, vi prego... stateci lontano, perché l'unica cosa che vogliono fare è infilarsi nelle vostre mutande e poi dimenticarsi il vostro nome appena si rimetteranno le loro. In questo momento stanno raccogliendo le scommesse su chi vi porterà a letto per primo, non date loro questa soddisfazione, vi prego»
Esagero un po' ma sono sicuro di aver ottenuto ciò che volevo perché la loro faccia disgustata mi sta a indicare che non si lasceranno convincere tanto facilmente, anzi, se le conosco almeno un po' spargeranno la voce in giro tra le ragazze qui dentro e stasera, o nei prossimi fine settimana, quei coglioni non avranno vita facile a rimorchiarne qualcuna. Mi allontano dal gruppetto e mi dirigo verso l'entrata, preferisco passare un sabato sera a vegetare di fronte alla televisione piuttosto che con questi quattro deficienti. Un sorriso mi compare sulle labbra quando mi immagino la faccia paonazza di Mattia quando si accorgerà che sono andato via senza pagare il loro conto della cena di stasera.
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[COMPLETA]Come in quella vecchia Polaroid
ChickLitAnna è una ragazza all'ultimo anno del liceo; è carina, posata, dolce, studiosa ma non un topo da biblioteca. Ama uscire con le amiche, leggere libri e guardare film. Marco è un venticinquenne moderatamente ricco, scapestrato, con un unico vero amic...