Buongiorno! Sono l'unica a cui il weekend è letteralmente volato? Perché io neanche me ne sono resa conto e siamo già a lunedì. Spero che questo capitolo vi piaccia... ditemi cosa ne pensate, anche se penso che qualche reazione la scatenerà... :D
Buona lettura!
Venerdì, 18 luglio 1997 (Marco, 25 anni)
È passata una settimana da quando ho visto Anna per l'ultima volta, una settimana in cui ho cercato di risolvere i casini in ufficio e una settimana in cui ho cercato di evitarla il più possibile. È passata un paio di volte a casa mia ma ho sempre fatto finta di non esserci. Come posso starle vicino senza desiderare di baciarla come lei ha fatto con me venerdì scorso? Amici. Quella parola mi rimbomba nella testa come se fosse un'esplosione. Chi voglio prendere in giro? Noi non siamo amici. Noi non lo siamo più stati da quando abbiamo iniziato a vederci fuori dai giri in moto, da quando abbiamo cominciato a confidarci i nostri segreti più intimi, da quando abbiamo desiderato l'uno il corpo dell'altra con l'acqua salata a farci da scudo... da quando Anna ha baciato le mie lacrime facendo un po' suo il mio dolore.
Ieri sera, però, mi ha chiamato, mi ha detto con quella sua vocina titubante che oggi sarebbero usciti i risultati e io non potevo dirle che non l'avrei accompagnata. Avevo promesso a lei e a me stesso che ci sarei stato in questo momento, che le sarei stato accanto e ho tutta l'intenzione di mantenere la mia promessa. Così eccomi qui, in macchina con Anna, di fronte alla scuola, con lei che non vuole scendere.
«Vuoi che vada io a vedere il risultato?» Le domando, consapevole del fatto che sia completamente terrorizzata dall'idea di non aver passato l'esame.
In qualche modo vorrei poter portarle via tutte le paure e farle mie, mi piange il cuore a vederla così.
«No, entro... entriamo... mi accompagni?»
Annuisco e lei apre subito la portiera della macchina, come se rimanendo qualche secondo in più qui dentro potesse farle perdere il coraggio.
La seguo lungo tutto il parcheggio, rimanendole accanto e avvicinandomi quando gli sguardi perplessi dei compagni di classe ci seguono. Probabilmente non si aspettavano di vederla con me. Man mano che ci avviciniamo il suo passo rallenta fino quasi a fermarsi di fronte alla porta. Le sto per dire qualcosa di rassicurante ma lei fa un respiro profondo, afferra la maniglia ed entra senza più pensarci.
Ci sono un paio di persone di fronte alla bacheca con i risultati, io resto un po' in disparte per lasciarle il tempo e la tranquillità di andare a vedere il suo voto. Non ci impiega molto, scorre l'elenco, arriva al suo nome, punta il dito sul foglio e lo fa scorrere fino al risultato. Si irrigidisce giusto un po', poi si gira, non mi guarda nemmeno e con passo svelto esce da scuola. Non ho nemmeno il tempo di capire come sia andata perché lei, con le sue lunghe falcate, arriva alla mia macchina. Faccio appena in tempo ad aprire la portiera che lei ci sale immediatamente, bianca in volto e con gli occhi sgranati.
Il cuore mi scende nello stomaco. Le ho sempre detto che non possono bocciarla, che una volta fatto l'esame sarebbe stata fuori da questa scuola, ma più la guardo più il dubbio mi sorge. Possibile che le abbiano davvero fatto ripetere l'anno?
«Mi dici qualcosa?» La mia voce mi esce quasi in un sussurro.
Lei si gira, con gli occhioni carichi di lacrime e si accascia sulle mie ginocchia singhiozzando.
«Ho preso trentasette... un merdosissimo trentasette, capisci?»
Non so cosa dirle, non ho idea se quel voto le pregiudicherà l'entrata a medicina, se le renderà la vita più difficile, certo è che trentasette è una presa per il culo. Non le hanno dato il voto minimo, trentasei, no, quello sarebbe stato un "ti diamo il minimo giusto per farti passare ma non meriteresti la promozione". Il trentasette invece è come dirle "sì, ovvio che sei stata promossa perché sei brava ma hai fatto schifo all'esame". Sono stati dei bastardi infami, se l'è sempre cavata a scuola, almeno un cinquanta potevano darglielo. Le accarezzo la testa e cerco di farla calmare.
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[COMPLETA]Come in quella vecchia Polaroid
Chick-LitAnna è una ragazza all'ultimo anno del liceo; è carina, posata, dolce, studiosa ma non un topo da biblioteca. Ama uscire con le amiche, leggere libri e guardare film. Marco è un venticinquenne moderatamente ricco, scapestrato, con un unico vero amic...