Buon lunedì! Ieri abbiamo lasciato Anna ad assistere ad una discussione pesante tra Marco e il padre... oggi sapremo come andrà a finire.
Fatemi sapere cosa ne pensate consuma stellina o un commento!
Buon inizio settimana e buona lettura! :) Alla fine del capitolo ci sarà anche una sorpresina #NuoviTalenti2018
Domenica, 27 aprile 1997 (Anna, 18 anni)
Appena si è fatto buio sono andata a cercarlo, Marco. Sono rimasta seduta tra i filari di viti per ore, anche quando Elisa è andata a casa, l'ho aspettato sperando di vederlo tornare e potermi accertare che stia bene. Fisicamente sono sicura che l'incidente non abbia fatto più di tanti danni... ma dopo la discussione col padre non ho idea di come possa stare tutto il resto, quella parte di lui non visibile materialmente.
Non mi ci è voluto tanto per trovarlo, in questo paese dimenticato da Dio c'è un unico posto per stare da soli la sera e non ci voleva un genio per capire che Marco stasera volesse stare da solo.
«Mi hai fatto prendere un infarto» mi dice girandosi mentre mi avvicino.
«Scusa» sussurro camminando piano, con il timore che possa mandarmi via.
«Cosa ci fai qui?» Il suo tono è duro, quasi cattivo.
Esito per un attimo, non ho idea di cosa ci faccio qui. Quando sono venuta a cercarlo avevo bisogno di assicurarmi che stesse bene ma non ho mai pensato che, forse, lui non mi ci vuole tra i piedi. Esito per qualche secondo poi mi avvicino, è solo grazie al buio che ho questo coraggio, perché il buio copre la faccia che mi sta andando a fuoco, il tremore delle mani, il respiro che fatica ad entrare ed uscire dal petto.
«Volevo sapere come stai... ho saputo dell'incidente, ero preoccupata oggi quando non ti ho visto in piazzetta»
Marco alza le spalle, pesca una sigaretta dal suo pacchetto e l'accende. Io mi siedo accanto a lui, vicina abbastanza da sentire il calore che il suo corpo emana, l'odore del fumo, il respiro corto e rabbioso.
«Non mi sono fatto niente, puoi pure tornare a casa»
Il cuore mi scende un po' nello stomaco e l'idea di alzarmi e di fare come mi ha detto non mi pare così assurda, invece resto qui seduta, un po' perché le gambe non reggerebbero il peso della mia emozione e un po' perché è la prima volta che io e Marco siamo da soli per davvero.
«Oppure posso rimanere qui e fumarmi una sigaretta con te, se me la offri»
Non ho mai fumato in vita mia, non ho mai neanche pensato di farlo, non mi è mai venuta voglia, non ho mai pensato che queste parole potessero attraversare le mie labbra... ma questa è l'unica ragione che posso avere per restare accanto a lui senza confessargli che adoro respirare il suo profumo, ammirare il suo profilo, perdermi nei suoi respiri.
Marco si gira verso di me e mi guarda, mi studia per quella che sembra un'eternità.
«Tu non fumi e non sarò di certo io a farti cominciare» risponde secco, quasi infastidito.
«E tu che ne sai? Mica sei mia madre» Le parole mi escono incerte, però non demordo. «Dammi questa sigaretta e non preoccuparti se fumo o meno»
«No, non ti do una sigaretta. Non fumi, lo so che non lo fai. Sei tutta casa e chiesa, tu non fai queste cose»
Gli afferro il pacchetto dalle mani in maniera decisa e mi tiro fuori una sigaretta, la tengo tra le dita mentre gli passo di nuovo il pacchetto. Lui lo afferra lentamente, continuando a guardarmi. Sento i suoi occhi bruciarmi sulla pelle, mentre io non ho il coraggio di guardare verso di lui e di perdermi in quei suoi immensi occhi che sono certa la luna stia rischiarando.
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[COMPLETA]Come in quella vecchia Polaroid
Chick-LitAnna è una ragazza all'ultimo anno del liceo; è carina, posata, dolce, studiosa ma non un topo da biblioteca. Ama uscire con le amiche, leggere libri e guardare film. Marco è un venticinquenne moderatamente ricco, scapestrato, con un unico vero amic...