Buongiorno e buon lunedì! Oggi, come ogni inizio settimana, ho postato anche un nuovo capitolo di Girls on the road... così il lunedì vi sembrerà meno lunedì! :) fatemi sapere cosa ne pensate di entrambi.
Buona giornata e buona lettura!
Martedì, 8 luglio 1997 (Marco, 25 anni)
«Ok, mi spieghi perché siamo in questo pub di martedì sera e tu ti stai scolando la quarta vodka di fila?»
Roberto non ha mezze misure quando deve dirmi qualcosa e se si tratta di sottolineare un comportamento fuori dal normale, lui è il primo a crocefiggermi. E questo è un comportamento decisamente fuori dal normale: per quanto odi lavorare nell'azienda di mio padre, non sono di certo uno che arriva il mercoledì mattina in ufficio con il mal di testa e il vomito da sbronza. Nei fine settimana faccio quello che voglio ma durante la settimana cerco di essere impeccabile. Non questa sera, ho bisogno di dimenticare quello che è successo un'ora fa con Anna e, se la vodka non funziona, la Tequila mi farà sicuramente dimenticare di essere nato.
Alzo le spalle e butto giù un altro sorso mentre lui mi guarda da dietro al sua Coca Cola media.
«Non è successo niente» sento le parole uscire un po' biascicate dalle mie labbra.
«Considerando che non ti ho chiesto se fosse successo qualcosa, deduco che da quando sei tornato a casa dall'ufficio tre ore fa ti sia capitato qualcosa»
Alzo le spalle di nuovo e butto giù l'ultimo sorso. Nonostante l'alcool mi stia annebbiando i pensieri, mi resta quel malessere di fondo che mi fa quasi venire voglia di gridare. Possibile che l'alcool non mi faccia proprio niente, anzi, lo amplifichi questo buco che ho nel petto?
«Come vuoi» la mia risposta non ha senso, ma neanche i miei ragionamenti, quindi decido di lasciare correre e non spiegare.
«Smettila di fare lo stronzo e dimmi perché sono costretto a bermi una Coca Cola mentre tu ti distruggi il fegato con quella merda»
«Ho bisogno di qualcuno che mi accompagni a casa»
«Questo l'avevo capito anch'io, stronzo. Voglio sapere il motivo. Hai litigato ancora con tuo padre?»
Lo guardo finalmente in faccia e corrugo la fronte, perché tira fuori mio padre adesso? Non l'ho nemmeno incrociato oggi, per fortuna.
«No. Ho litigato con Anna»
La faccia sorpresa di Roberto mi suggerisce che ho parlato fin troppo.
«Anna? Quando hai visto Anna per poterci litigare?» Il suo tono è sospettoso e anche un po' indispettito.
Alzo ancora le spalle. Mi sento ridicolo perché è l'unico gesto che mi viene da fare, è come se l'alcool avesse annullato qualsiasi mia capacità di muovermi.
«Non ho visto Anna» biascico poco convinto.
Insomma, sono uscito con lui per potermi ubriacare, perché questo interrogatorio? Se sapevo che sarebbe stato così sarei rimasto a casa a bere da solo.
«Mi hai appena detto che ci hai litigato. Adesso smettila di raccontarmi stronzate e dimmi che casino hai fatto»
«Non ho fatto nessun casino, è lei che si è incazzata per una stronzata» mi infastidisce quando pensa che sia colpa mia prima ancora di sapere come sia andata la storia, questa volta non è colpa mia.
«Da quando vedi Anna fuori dai giri in moto?»
«Da un po'» Mi mordo la lingua e ordino un altro bicchiere, il fatto di essere a stomaco vuoto fa sì che l'alcool mi entri ancora più velocemente in circolo.
Roberto sgrana gli occhi e scuote la testa, sembra quasi che sia arrabbiato.
«Ci vai a letto?» La sua è quasi un'accusa.
«No, certo che no!» Affermo deciso, è la prima frase che mi esce in maniera più o meno decente. «Viene a casa mia a guardare i film, andiamo al mare, ma non me la porto a letto»
Roberto rimane diversi secondi a guardarmi schifato come se gli avessi appena vomitato sulla maglietta, cosa che, se continuo così, si avvererà tra poco meno di un'ora.
«Ancora peggio» sussurra tra i denti.
Alzo la testa mentre la barista mi serve un altro bicchiere. Lo guardo e non mi piace per niente quell'aria da giudice che si è messo addosso.
«È peggio... cosa?»
«Ci sei andato al mare?» Mi domanda sempre più scontroso.
«Sì, ma giuro che non ho fatto niente, c'era anche la sua amica Elisa. Chiedi a lei se non mi credi» non riesco a capire perché mi stia condannando in questo modo, sono stato un santo con Anna.
«Pure le sue amiche? Cristo santo, in che casino ti sei infilato»
«Mi spieghi perché te la prendi con me? Non l'ho neanche toccata, anzi, ho cercato di tirarle su il morale quando era giù per gli esami, l'ho portata al mare, le ho comprato il gelato cioccolato e fragola, che sono due gusti di merda assieme ma a lei piacciono. Non mi sono avvicinato, non l'ho neanche baciata e tu non hai idea di quante volte avrei voluto farlo; tu non sai nemmeno quante docce fredde mi faccio pur di non saltarle addosso»
Roberto sorride amaramente e scuote la testa come se lui sapesse qualcosa che io non so.
«Ti rendi conto che così è ancora peggio, vero? Se ti fossi infilato nelle sue mutande e te ne fossi andato, saresti passato per lo stronzo che sei ma poi se ne sarebbe fatta una ragione. Invece così la stai facendo innamorare, stai al suo gioco e poi la ferirai. Lei è troppo una brava ragazza perché possa meritarsi un trattamento del genere»
Lo guardo serio e ci penso. Sbaglia, si sbaglia su tutta la linea, io sto facendo così proprio per non ferirla, per non prometterle cose che non posso mantenere, non la sto neppure toccando, perché non lo capisce? L'alcool mi sta annebbiando definitivamente il cervello e mi rendo conto che c'è qualcosa che mi sfugge in quello che mi sta dicendo il mio amico ma non sto capendo cosa sia.
«No, io lo faccio proprio per non farla innamorare, se non la tocco lei non si innamora» da qualche parte, nella mia testa questo ragionamento ha più senso di quanto ne abbia espresso ad alta voce.
«Certo, come no. Come farai quando sarai costretto ad allontanarla? Perché è chiaro che prima o poi succederà»
Lo guardo e lo studio, è davvero serio in quello che dice.
«Perché dovrei farlo? Stiamo bene così»
Sono sempre più convinto che questa conversazione, da sobrio, sarebbe finita diversamente, forse anche in maniera più violenta... l'alcool mi sta facendo passare da coglione... o forse sono io che lo sono davvero.
«Perché non è realistico quello che avete. Non puoi continuare a fare il fidanzatino in eterno» sbotta Roberto alzando un po' la voce.
Le sue parole mi mandano in confusione, io non sono il fidanzato di Anna, mai lo sarò.
«Io posso smettere di vederla quando voglio» mi esce in un sussurro.
«Eccolo il tossico dopo la sua ultima dose»
«Io non mi drogo» puntualizzo scandalizzato, anche se non sono sicuro cosa intenda con questa sua affermazione.
«Infatti tu sei preso peggio. Anna ti scorre nelle vene peggio di una dose di eroina» sussurra mentre volta lo sguardo lontano da me.
Non so come sia cominciata questa conversazione ma, nonostante l'alcool offuschi la mia capacità di giudizio, ho la netta impressione di essere nella merda.
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[COMPLETA]Come in quella vecchia Polaroid
ChickLitAnna è una ragazza all'ultimo anno del liceo; è carina, posata, dolce, studiosa ma non un topo da biblioteca. Ama uscire con le amiche, leggere libri e guardare film. Marco è un venticinquenne moderatamente ricco, scapestrato, con un unico vero amic...