Epilogo (ANNA)

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Mercoledì, 26 agosto 1998 (Anna, 19 anni)

Entro dalla porta di casa e lo trovo lì, in soggiorno, intento a studiare non so quale cosa su un libro che è grosso quanto un'enciclopedia. È bello come sempre, Marco, tutto concentrato sui suoi libri e sul test che dovrà affrontare tra qualche giorno.

«Stai ancora studiando?»

Non si è accorto che sono entrata e alza la testa di scatto quando sente la mia voce. Mi guarda, mi sorride, poi appoggia la matita che ha tra i denti e mi fa segno di sedermi accanto a lui.

«Domani lavoro tutto il giorno e non avrò tempo di studiare»

«Lo sai che non è un test d'ingresso ma un semplice test di orientamento per vedere se hai bisogno di fare un corso di matematica, vero?»

Marco mi sorride e mi bacia delicatamente sulle labbra.

«Lo so ma è da talmente tanto tempo che non studio più che ho bisogno di riprendere un po' di pratica»

Lo so che è spaventato, tutta la gente in corso con lui avrà diciannove anni, lui sembrerà il vecchietto fuori corso e lo conosco ormai troppo bene per ignorare il fatto che si senta nervoso. Lo so che ha paura di sentirsi un pesce fuor d'acqua.

«Vedrai che lo supererai senza troppi problemi» cerco di rassicurarlo.

E lo penso veramente. Non ho mai conosciuto una persona più intelligente e diligente di lui quando si tratta di studiare. L'ho imparato durante tutto quest'anno, da gennaio, quando siamo venuti entrambi a Padova a cercare appartamento e sistemarci prima di iniziare l'anno accademico. Abbiamo studiato, ci siamo presi avanti, non ci siamo crogiolati nell'idea di cominciare così tardi e Marco mi ha dimostrato quanto intelligente e determinato sia nel raggiungere i suoi obiettivi. Lui magari non ci crede ma io lo so che si laureerà in meno del tempo necessario e con ottimi voti. Perché il problema di Marco è che nessuno ha mai creduto in lui, nessuno gli ha mai dato il giusto merito, nessuno gli ha mai detto quanto vale e ad un certo punto, lungo la sua strada, ha smesso di crederci anche lui.

«Tu invece? Sei riuscita a trovare tutti i libri che ti servono?»

Annuisco.

«Mi sono costati un rene ma ci sono tutti»

Il mio voto orrendo di maturità ha fatto in modo che a medicina non ci entrassi ma, forse, è meglio così, perché mi sono iscritta a giurisprudenza. Quando sono uscita dalla segreteria con il mio libretto in mano e la consapevolezza che quello sarebbe stato il mio futuro, mi sono sentita sollevata di un macigno dal petto che non sapevo neppure di avere. Mi sono ricordata di quel giorno di tanti anni fa, davanti alla tv, le immagini della strage e la mia decisione di entrare a far parte della scorta di un magistrato. Alla fine sono tornata al mio piano originale, solo che voglio essere io quel magistrato, voglio che quel senso di giustizia che mi guida come una bussola da quel giorno mi porti a fare grandi cose.

Marco torna con il naso tra i libri e io resto a guardarlo ammirata per un tempo infinito, esattamente come in quella vecchia Polaroidche ho trovato tra le mie cose quando ci siamo trasferiti qui. Quella che ci hanno scattato anni fa, dove lui guarda accigliato davanti a sé e io guardo lui con gli occhi innamorati e la speranza nel cuore. Avevo forse sedici anni in quella foto e già ero innamorata di lui.

Non ho idea se l'amore si possa scoprire così giovani, ma io sono sicura che di Marco mi sono innamorata a dodici anni, la prima volta che l'ho visto. All'epoca era una cotta da ragazzina, poi crescendo quel sentimento è maturato assieme a me, fino a sfociare nell'innamoramento e poi un sentimento più solido, maturo, quello che mi fa dire con certezza che tra cinquant'anni io lo guarderò ancora così Marco, come in quella foto, con gli occhi innamorati e pieni di ammirazione. Perché adesso sono sicura che Marco, tra cinquant'anni, sarà ancora al mio fianco.

 Perché adesso sono sicura che Marco, tra cinquant'anni, sarà ancora al mio fianco

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[COMPLETA]Come in quella vecchia PolaroidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora