Buongiorno! Dopo il capitolo pesante di ieri, oggi qualcosa di decisamente più leggero... scommetto che oltre ai commenti con i limoni, questa volta mi arriveranno anche altri frutti assieme! ahahah, scherzo, vi lascio con il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura e buon venerdì! (finalmente sta arrivando il fine settimana)
Sabato, 28 giugno 1997 (Marco, 25 anni)
Se Roberto viene a sapere che l'ho mollato a casa un sabato di giugno, perché ho preferito portare al mare Anna ed Elisa invece che uscire con lui, mi strappa le palle e ci gioca a biliardo. Forse avrei dovuto dirgli che venivo a Duna Verde, invece che inventarmi la scusa che dovevo andare in fiera con mio padre, ma al momento mi era sembrata una buona idea, col senno di poi... mi strapperà le palle di sicuro.
Mi sto godendo la tranquillità del momento sotto l'ombrellone, con il rumore della risacca in lontananza e la mia pancia appoggiata sull'asciugamano da quando siamo arrivati. Difficile, altrimenti, nascondere l'erezione che mi è venuta nell'esatto istante in cui Anna si è tolta il vestitino, per rimanere con un misero costumino azzurro addosso che scopre fin troppa pelle. Per fortuna abbiamo scelto una località meno di moda e più fuori mano rispetto a quelle dove vanno i miei amici, altrimenti mi sarei ritrovato con un viavai di persone che conosco e che dovrei evitare. Voglio che questa giornata sia solo per noi... ed Elisa. Ho promesso loro che le avrei fatte rilassare prima di cominciare a studiare per gli orali ed è quello che ho intenzione di fare oggi.
Alzo una mano piena di sabbia e la porto sopra la pancia di Anna, disegnando piccoli cerchi con la polvere dorata che mi scende tra le dita. Anna alza la testa, sorride e si pulisce dalle mie decorazioni prima di girarsi a pancia in giù rotolando vicino a me, sul mio asciugamano. Con fare del tutto naturale mi morde un braccio, vicino alla spalla, passandoci leggermente la lingua, per poi ritrarsi e farmi una linguaccia. Probabilmente, se non ci fosse Elisa con noi, l'avrei già fatta sdraiare sulla schiena e l'avrei baciata fino a farle mancare completamente l'aria. Non può pensare di giocare in questo modo con me e pensare di passarla liscia.
Le sorrido e mi passo la lingua sulle labbra, i suoi occhi seguono ogni minimo movimento sulla mia bocca e mi piace come arrossisce di fronte a questo mio gesto. È un sabato particolarmente tranquillo e caldo, è quasi l'una e la gente o è a mangiare oppure è distesa sotto l'ombrellone appisolata, non c'è molto rumore in giro e per questo ho paura che i nostri respiri corti ed eccitati si sentano a chilometri di distanza.
«Sentite, io non ce la faccio più con questo caldo, vado in acqua. Voi venite?» Ci domanda Elisa, strizzata dentro un costumino rosso che lascia poco all'immaginazione. Ha ancora gli occhi chiusi e non sembra che abbia molta voglia di aprirli, sembra quasi che la sua proposta sia più dettata dal fastidio del caldo che dalla voglia di alzarsi veramente dal suo asciugamano. Almeno finché non si mette a sedere con la lentezza di uno zombie che esce dalle viscere della terra e non ci lancia un'occhiata a metà tra l'incuriosito e il malizioso.
«Ok, io vado in acqua, quando avete finito di fare quello che state facendo venite a recuperarmi» si alza in piedi pulendosi poi la sabbia dalle mani con faccia schifata.
«Non stavamo facendo niente» Anna sembra quasi scandalizzata ma le guance che arrossiscono la tradiscono.
«Certo, come no, come volete» Sorride Elisa.
Anna si alza e inizia a seguirla, poi si ferma e mi guarda, visto che non mi sto alzando dall'asciugamano.
«Andate avanti, vi raggiungo» dico facendo finta di cercare qualcosa nella tasca dei pantaloni.
Anna non fa domande e ringrazio il cielo che si stia allontanando assieme alla sua amica perché non sarei mai riuscito a nascondere la mia erezione dentro ai pantaloncini da mare.
Mi ci vogliono cinque minuti buoni e le immagini più cruente e schifose che mi vengono in mente per riuscire a calmarmi abbastanza da essere presentabile. Sfortunatamente, mi basta vedere Anna completamente bagnata e il costume che le aderisce a quel corpo perfetto, per fare in modo che il mio mondo dentro al costume si risvegli con prepotenza. La fortuna vuole che riesca a buttarmi in acqua e raggiungerle prima che mi vedano in tutta la mia gloriosa presenza di maschio eccitato.
Elisa è la prima a venirmi incontro e schizzarmi con l'acqua salata. Mi bastano due bracciate per raggiungerla e ficcarla sott'acqua senza nessuna difficoltà. Anna corre in soccorso della sua amica, mi salta sulla schiena e cerca di farmi perdere l'equilibrio trascinandomi indietro con lei. L'unico effetto che ottiene è quello di eccitarmi ancora di più, con il suo seno morbido appoggiato alla mia pelle, e a bere un bel po' d'acqua quando l'afferro dalle gambe e la lancio con la testa sott'acqua. Nel frattempo Elisa mi è addosso e mi fa perdere l'equilibrio. Quando riemergo me le ritrovo entrambe a lanciarmi addosso acqua salata, così chiudo gli occhi e, alla cieca, afferro Anna e la stringo a me, trascinandola lontano da Elisa.
Anna si aggrappa a me mentre ci allontaniamo dalla riva.
«Ho paura dove non si tocca» mi dice quasi terrorizzata.
La stringo più forte e la trascino un po' più al largo. Io ci tocco ancora e, probabilmente, anche lei ma lei non accenna a mollare la presa. Avvinghia le gambe attorno al mio bacino e mi butta le braccia al collo come se la sua vita dipendesse da me. Il cuore mi schizza nel petto e, a questo punto, non posso più nasconderle quanto mi ecciti averla addosso perché la mia erezione pulsa, come se fosse viva, contro il suo bacino.
«Non preoccuparti, io tocco, vedi?» Le parole mi escono quasi rarefatte e tremanti.
Lei non ha idea che effetto mi faccia. Anna si scosta leggermente e mi guarda dritto negli occhi, le mie braccia sono ancora avvolte strette attorno al suo corpo perfetto e alla sua pelle liscia. Non dice una parola ma mi guarda con un'intensità tale che sembra che mi stia leggendo nell'anima. Non ho idea se faccia finta di non sentire la mia eccitazione, almeno finché non porta in avanti il bacino per aderire di più al mio corpo e mandandomi completamente in estasi. Non so se siano le onde o se lei stia leggermente ondeggiando di proposito, ma se continua così verrò come un adolescente dentro i pantaloncini. Mi sporgo in avanti e le mordicchio leggermente la spalla, assaporando con la lingua il suo gusto buonissimo di sale e crema solare. Senza rendermene conto le mie mani sono scese sul suo sedere e la sto premendo contro di me... e non sembra che lei voglia togliersi da questo contatto fin troppo intimo.
«Così adesso siamo pari... per il morso che mi hai dato sotto l'ombrellone» le sussurro quando mi stacco a malincuore dalla sua pelle.
Anna si avvicina e mi dà un piccolo morso sul collo che, in tutta verità, sembra più un bacio, con la sua lingua calda che assaggia la mia pelle con una lentezza che mi fa quasi andare al creatore.
«Sei sicuro?» Quel misto di ingenuità e malizia nella sua voce mi mandano su di giri a tal punto che la sto quasi per baciare.
Poi Anna si stacca da me e si lancia al collo di Elisa che, nel frattempo, ci ha raggiunti, lasciandomi lì, confuso e ansimante, con una serie di immagini nella mia testa che mi fanno rivalutare tutti i miei buoni propositi di starle lontano. A questo punto è chiaro che non riesca a tenerla a debita distanza, ogni fibra del mio corpo reclama il suo contatto, la sua pelle contro la mia, le mie mani sulle sue curve perfette. È inutile che continui a ripetermi che è una brava ragazza, che è troppo giovane o che io non sono il tipo di ragazzo con cui lei dovrebbe uscire: Anna si è presa il mio cuore, il mio cervello e ciò che ho tra le gambe e se l'è fatto suo, lasciando ben poche speranze alla mia volontà e alle mie intenzioni di comportarmi, per una volta, da uomo.
Se Roberto fosse qui mi strapperebbe le palle e ci giocherebbe a biliardo ma non perché gli ho dato buca per venire al mare, perché ho oltrepassato di gran lunga un limite a cui non mi dovevo neanche avvicinare. Il mio amico non ce lo volevo qui, oggi, perché avrebbe dato voce alla mia coscienza che mi sta gridando a pieni polmoni che sto combinando la cazzata più grande della mia vita.
Mi ci vorranno ben più di cinque minuti immerso da solo nell'acqua tiepida, prima di potermi presentare di nuovo in spiaggia accanto a loro, come niente di tutto questo fosse successo.
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[COMPLETA]Come in quella vecchia Polaroid
ChickLitAnna è una ragazza all'ultimo anno del liceo; è carina, posata, dolce, studiosa ma non un topo da biblioteca. Ama uscire con le amiche, leggere libri e guardare film. Marco è un venticinquenne moderatamente ricco, scapestrato, con un unico vero amic...