Thomas si preparò per affrontare un'altra delle sue giornate, divenute ormai monotone e noiose.
Dopo essersi vestito, scese le scale per poter andare in cucina, nella quale sua madre stava preparando la colazione.«Buongiorno, tesoro» mormorò la donna, alzandosi di poco sulle punte per lasciargli un bacio sulla tempia, «Ho preparato il the, se vuoi versarci del latte, lo trovi nel frigorifero. Io devo andare al lavoro, tuo padre ha chiamata poco fa. Ci vediamo questa sera. Comportati bene a scuola e mangia a pranzo, chiaro?» si raccomandò, con un sorriso.
«Va bene mamma, non preoccuparti, forse oggi mangerò» sussurrò Thomas, ricambiando il sorriso della donna con evidente malinconia.
«Thomas» mormorò sua madre, con voce più seria, «Non ti sei...» esordì, ma il ragazzo la interruppe, «No, mamma. Basta. Abbiamo fatto questo discorso più e più volte, non voglio parlarne, d'accordo?» replicò, la signora Edison annuì, guardando il proprio figlio con preoccupazione, ma poi gli diede le spalle e poco dopo uscì.
Thomas diede un'occhiata veloce all'orologio, che segnava appena le sette e cinque, prese posto su una delle sedie e assaggiò il the per poi aggiungerci un paio di cucchiaini di zucchero.
«Non bevi il the con il latte?» mormorò Newt, aprendo il frigorifero, prese la bottiglia e si accomodò vicino Thomas.
Un ciuffo di capelli chiari gli era caduto davanti gli occhi e l'altro bambino ridacchiò, riportandoglielo dietro con una mano, Newt rise con lui.«No, preferisco il the con due cucchiaini di zucchero, è egualmente dolce» rispose Thomas, «Dovresti provarlo» soggiunse.
«E tu dovresti assaggiarlo con il latte, è buonissimo, Tommy» mormorò Newt, spostando il piattino sul quale era posta la tazza verso Thomas.
«Va bene» quest'ultimo roteò gli occhi con un sorriso, poi avvicinò la tazza alle proprie labbra.
«Hai ragione» Thomas ridacchiò, «È davvero buono» concordò dopo averlo gustato.«Anche il the senza latte, con due cucchiaini di zucchero, lo è» Newt annuì, come per confermare le sue stesse parole.
Si scambiarono di nuovo le tazze e Thomas notò Newt posare le labbra sullo stesso punto dove le aveva posate lui, «Newtie, non dovresti bere dall'altro lato?» gli chiese.
«Perché?» Newt parve evidentemente confuso.
«Perché ho bevuto io in quel punto» Thomas sentì le guance assumere calore, spostò lo sguardo dalla propria tazza per guardare l'altro bambino negli occhi.
«Non mi dà certo fastidio» Newt fece spallucce, «In fondo siamo migliori amici, no?» chiese, con un sorriso.
«Certo che lo siamo!» esclamò Thomas, sporgendosi appena verso di lui per lasciargli un bacio sulla guancia.
Thomas scosse la testa, poggiandola sulle proprie braccia, che teneva incrociate sul tavolo, davanti a sé.
Ogni minimo dettaglio gli ricordava Newt, ed era impossibile evitare di pensare a lui.
Il ragazzo bloccò quel flusso di pensieri, emettendo un sospiro tremante.Tempo dopo, Thomas si trovò a salire sul bus che lo avrebbe portato a scuola, con lo sguardo rivolto verso il finestrino.
La scuola non distava molto da casa sua, spesso infatti la raggiungeva a piedi, ma quella mattina non aveva nessuna voglia di camminare.
La sua mente era annebbiata e si sentiva ancora intontito, il sonno non era stato abbastanza, come sempre.Quando il bus si fermò, il ragazzo scese e si incamminò verso il cancello, cercando una figura a lui familiare tra gli studenti che si trovavano nel giardino.
Qualcuno gli diede una pacca da dietro e Thomas capì chi fosse prima di voltarsi.
«Buongiorno pivello» Minho lo accolse con un luminoso sorriso.«Ciao, Minho» rispose Thomas, reprimendo uno sbadiglio.
«Come mai quest'aria sconsolata?» domandò il ragazzo dai tratti asiatici, tenendo un braccio attorno le spalle di Thomas.
«Secondo te?» replicò quest'ultimo con ironia, mentre raggiungevano una loro amica appena arrivata, nonché Brenda.
Minho non disse niente, si limitò semplicemente a camminare verso la ragazza, che a sua volta stava andando loro incontro.«Guarda qui chi si vede!» esclamò lei non appena fu loro vicino, «Mi siete mancati, questo fine settimana» ridacchiò, lasciando un bacio sulla guancia di Minho e abbracciando Thomas.
«Mancano le mie feste, il sabato sera, vero?» disse Minho, con una risatina.
«Molto» annuì lei, sorridendo, prese il cellulare nel momento in cui la campanella cominciò a suonare, «Mh, Teresa non viene, mi ha scritto di avere la febbre» informò i due ragazzi, mentre si accingevano ad entrare.
«Passerò da casa sua questo pomeriggio, allora» mormorò Thomas, il trio raggiunse gli armadietti e si separò nel momento in cui i ragazzi dovettero raggiungere le rispettive classi.
Thomas si diresse nella classe di matematica, senza troppa voglia di affrontare le prime due ore, ma si accomodò al solito banco, salutando qualche suo compagno, per poi aprire il libro per dare una lettura all'ultimo argomento spiegatogli dal professore.
Tuttavia, le ore antecedenti l'intervallo passarono abbastanza velocemente, quando la campanella suonò, indicando l'inizio della pausa, Thomas non impiegò molto tempo a trovare Minho, che era seduto su una panchina e parlava fittamente con una ragazza che Thomas sapeva si chiamasse Misty.
«Forse è meglio non disturbarli» disse una voce dietro Thomas, il quale quasi sussultò a causa dello spavento.
«Brenda, non puoi apparire all'improvviso senza nemmeno farti sentire» la riprese lui, ridacchiando.
«Prendiamo qualcosa dalle macchinette? Ho davvero fame» propose la ragazza, portandosi una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.
«Sì, okay» Thomas annuì, seguendo Brenda all'interno della scuola.
«Oggi sei molto più silenzioso del solito, Thomas» osservò lei, mentre camminavano nel corridoio quasi vuoto.
«Lo so» rispose il ragazzo, emise uno sbuffo e si passò una mano tra i capelli.
Tra loro cadde di nuovo il silenzio, raggiunsero l'aula dove si trovavano le macchinette e Brenda inserì delle monete, selezionando un numero.«Ci sono motivi precisi, o è semplicemente una giornata no?» chiese lei, esitante.
«Una semplice giornata no» Thomas riprese le sue parole, rivolgendole un piccolo sorriso.
«Farò finta di crederti» replicò Brenda, mordendo la barretta al cioccolato che aveva preso.
Poco prima che raggiungessero l'uscita per tornare in giardino, la campanella suonò di nuovo, costringendoli a rimanere dentro l'edificio.
«Ecco, lo sapevo» Brenda roteò gli occhi, «Ci vediamo a pranzo, Thomas» gli disse prima di allontanarsi verso il proprio armadietto.
Thomas aspettò Minho all'entrata, visto che avrebbero frequentato le ore di letteratura insieme.
Il ragazzo si fece vedere dopo qualche minuto, con un grande sorriso in volto.«A cosa dovrei attribuire tutta questa felicità?» domandò Thomas, mentre si avviavano verso gli armadietti a passo veloce.
«Sono riuscito a convincere Misty ad uscire con me, ci credi?» gli occhi di Minho brillarono.
Thomas aprì il proprio armadietto e prese il libro, aspettando che Minho facesse lo stesso e poi raggiunsero la classe nella quale avrebbero passato le ultime tre ore.
«Dopo ti racconto i dettagli» Minho ammiccò, Thomas roteò gli occhi ma sorrise, prendendo posto vicino al ragazzo asiatico e cercando di stare attento alla lezione.
Ma i suoi pensieri erano completamente concentrati sul fatto che due giorni dopo sarebbero stati esattamente sette anni dal giorno in cui Newt si era trasferito, dal giorno in cui non aveva più avuto sue notizie.
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Saudade | Newtmas
FanfictionSaudade: (n.) un nostalgico desiderio di essere di nuovo vicino a qualcosa o qualcuno che è distante, o che è stato amato e poi perso; "l'amore che rimane". [ A nostalgic longing to be near again to something or someone that is distant, or that has...