11 - Boom!

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La vita ad Hogwarts era continuata felicemente per Scorpius e Rose, i quali, contenti di stare insieme all'altro, non perdevano occasioni per sfiorarsi una mano o abbracciarsi. Non c'erano stati altri baci, ma infondo erano ancora molto piccoli, avevano una vita per baciarsi. «Buongiorno, Scorp!», fece allegra Rose, entrando nella Sala Grande e fermandosi un attimo al tavolo di Serpeverde. «Ehi, ragazzi!».

«Ciao, Rosie», la salutarono tutti, un po' assonnati.

«Pronti per il compito di Pozioni? Io l'ho fatto ieri e non era per niente difficile».

«Non puoi dirci di cosa si tratta?», supplicò Albus. Era il migliore studente del primo anno, ma a differenza della cugina sapeva essere molto scorretto.

«No», disse lei severamente, «posso dirvi solo che è facile».

«Nemmeno al tuo ragazzo lo dici?», Scorpius si alzò, abbracciandola.

«No! Non farmi cambiare idea», rise Rose.

«Uffa!», si lamentarono le quattro Serpi.

Finita la colazione, i Serpeverde scesero nel laboratorio di Pozioni insieme ai Grifondoro, e il professor Lumacorno – più vecchio di Nicholas Flamel – fece apparire sulla lavagna le istruzioni per la loro verifica: preparare la Pozione Soporifera, che garantiva un sonno profondo a chi la beveva. Si misero tutti al lavoro – Scorpius con maggior voglia degli amici – e passò un'ora prima che esplodesse il sotterraneo.

Eleanor Finnigan e Wanda Thomas non erano per niente una combinazione vincente per eseguire il compito e sfortunatamente si erano messe accanto. Il calderone di Wanda mandava un fumo verdastro, non esattamente descritto nelle istruzioni, mentre invece Eleanor, forte dell'esperienza di suo padre con l'esplosivo, aveva appiccato il fuoco alla sua Pozione. Quello che le due bambine non sapevano era che il fumo di Wanda era oleoso e denso, così, in pochi minuti, tutta l'aula di Pozioni esplose con un enorme BOOOOM!

«Aiuto!», strillò Olivia Pankinson, mentre tutta la classe cercava di uscire.

«Fuori, ragazzi, fuori!», vociò Lumacorno.

Eleanor e Wanda subirono allora gli urli spaventati del professore e, mogie mogie, condussero la fila di studenti in Infermeria, dove Madama Chips si mise le mani nei capelli a vederli. «Ma insomma», borbottò, «non potete stare più attenti con queste Pozioni? Loro e il Quiddich... è inutile che provi a farci qualcosa!».

«Madama, non è colpa proprio di tutti», le fece notare infastidito Scorpius, la cui giornata non era iniziata proprio nel migliore dei modi.

Intanto, il professor Lumacorno si era portato in mezzo all'Infermeria e aveva annunciato un nuovo test per la lezione successiva – e punizioni severe a chi avesse fatto saltare in aria l'aula! Dopo un'ora, Madama Chips finì di curarli tutti – erano comparse sulla loro pelle delle strane pustole giallognole – e li cacciò via malamente.

«Ci mancava solo l'esplosione!», si lamentò Mark, massaggiandosi un braccio.

«Sono pienamente d'accordo», annuì cupo Scorpius. «Thomas! Finnigan! Siete così stupide da far esplodere una stanza intera! E io che credevo che lo fossero solo i Tassorosso!».

«Sta' zitto, Malfoy!», lo rimbeccò tutta rossa Eleanor, mentre Wanda si limitava ad abbassare lo sguardo, imbarazzata.

Lì, per la prima volta, Scorpius Malfoy sentì lo spirito di Serpeverde, l'arroganza e il potere prendere possesso di lui. Vacillò, stordito. Subito i suoi amici gli furono accanto, e solo le "minacce" di riaccompagnarlo da Madama Chips lo fecero riprendere. «Sto bene!», asserì marciando verso la Sala Grande.

«Ma sei sicuro?», chiese Albus per la milionesima volta.

«Sì!».

«Come vuoi...».

Mangiarono prima del solito, nella strana solitudine della sala, poi andarono a ripassare per le lezioni successive. Ma Scorpius non riusciva a concentrarsi. Quel sapore dolciastro che gli era rimasto in bocca nel vedere l'espressione terrorizzata e ferita nelle due bambine lo stava lentamente conquistando. Quella nube nera che era il potere lo lambiva delicatamente. Devo riprovare, si disse, devo riprovare a qualsiasi costo.

Si alzò dalla poltrona della Sala Comune, ignorando gli sguardi confusi degli amici, e si guardò intorno, passando la lingua sulle labbra, come in cerca di una preda. Ed eccola lì, la sua preda, Olivia Parkinson, che aveva appena urtato un gentile studente del quinto anno.

«Parkinson!», tuonò, mentre Albus, Mark e Cepheus lo guardavano sempre più stupiti. «Sai dove sei? A Serpeverde, la patria dell'eleganza. Non si è mai vista una Serpe così goffa».

Si gustò l'espressione confusa e ferita nel volto di Olivia, che balbettò un "va' al diavolo, Malfoy!" e sparì nelle scale per il Dormitorio, cercando di trattenere un singhiozzo.

«Amico, tu stai male», la mano gentile di Albus sulla sua spalla fece riprendere Scorpius.

«Mi sa che hai ragione...», mormorò smarrito. Poi si riprese. «No, no! Sto benissimo!», rise. «Dovete provare, ragazzi! Lo sentivo che scendeva nel mio petto come una medicina... il potere! È bellissimo!».

«Stai delirando, Scorp», decretò Mark, appoggiandogli una mano sulla fronte, «infatti scotti. Vieni, andiamo in Infermeria».

«No, no! Sto bene!», si dibatteva Scorpius. «Dovete solo provare!».

«Sssh!», Cepheus cercava di calmarlo, mentre Mark e Albus lo trasportavano a forza.

*

Ci siamo, pensò Rose, al capezzale di Scorpius, il mio piano sta andando meglio del previsto. Il potere lo attrae, è semplicemente perfetto. Eppure... eppure sento come se non volessi distruggerlo così... che mi piaccia davvero così tanto? Ma no... o forse sì? Era andata in Infermeria appena Albus l'aveva avvertita che lui e Mark ci avevano trascinato Scorpius. Da brava fidanzata, era rimasta lì a riflettere, tenendo una mano del ragazzo tra le sue e sperando che si svegliasse. Madama Chips, però, gli aveva dato una Pozione che l'avrebbe fatto dormire a sufficienza per togliergli dalla testa i discorsi sul potere.

Rose lo scosse un po', non prima di aver controllato che l'infermiera fosse nel suo studio. Voleva parlare con lui e magari convincerlo che quello che stava facendo lei era la cosa giusta. In realtà non lo sapeva neanche lei, solo che voleva avere il controllo. Voleva avere il potere. E se Scorpius ne era già attratto...

Dannazione, svegliati!, pensò, scuotendolo di nuovo. Ma niente da fare, la Pozione era più forte delle sue braccia esili. Gli parlerò domani, si disse, o dopo, o quando diavolo si sveglierà. Devo parlargli.

Rose si alzò e, lasciato un bacio sulla fronte di Scorpius, uscì dall'Infermeria. Accanto al letto del suo fidanzato, sua cugina Dominique Weasley aveva ascoltato i suoi pensieri con un Legilimens.

Spazio Autrice
Rieccomi! Scusate per l'assenza, mi farò perdonare, ho avuto un po' un blocco in questo periodo che non mi ha fatto andare avanti con la storia (devo mantenere un distacco di undici capitoli tra quello pubblicato e la fine).
Grazie per aver letto la mia storia e buona giornata! :)

Voglio il divorzio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora