18 - Rivalità

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Le vacanze passarono in fretta. Con grande disappunto di Lilian, lei, Rose e Ginny girarono per tutta la settimana ogni negozio di Londra, babbana e non, per fare shopping e ritrovare quell'aria familiare che mancava a Rose. In men che non si dica, i bauli si riempirono di vestiti, vennero rispolverate le divise di Hogwarts e a Ginny venne di nuovo un attacco isterico: sì, era il ritorno a scuola.

Lasciati Scorpius, Albus e James – che in quella settimana aveva cercato vari modi per uccidere il biondino – sul treno, i signori Malfoy tirarono un sospiro di sollievo, mentre James, approfittando dell'assenza dei genitori, tirò un pugno sul naso di Scorpius, peraltro rompendoglielo. Fu così che Madama Chips lo curò, incazzato a morte e con una voglia di vendetta che superava la barba di Albus Silente.

*

«Buongiorno, raggio di sole!», fece Mark sarcastico, quando vide il volto arrabbiato di Scorpius a colazione.

«Buongiorno un cazzo!», strillò lui, attirando l'attenzione di mezzo tavolo di Serpeverde. «Se trovo James Potter giuro che... che... non so cosa gli faccio!».

«Piano, Scorp, Al è suo fratello», rise Cepheus, masticando il suo bacon.

«Per quanto me ne frega», Albus alzò le spalle, per niente interessato.

Scorpius iniziò a macchinare nella sua mente ogni modo possibile di vendicarsi di James, finché, stufo, si alzò e andò verso il tavolo di Grifondoro, dove il suddetto Potter mangiava tranquillamente, accanto a sua cugina Dominique.

«Potter», ringhiò. «Volevo farti i complimenti per essertela presa con un ragazzino di due anni più piccolo di te, come un codardo».

James fremette. «Malfoy, tu non devi nemmeno pensare di avvicinarti alla mia famiglia».

«E quale sarebbe, la tua famiglia? Tuo padre, che è mezzo pazzo da quando tua madre si è messa con mio padre?», lo sbeffeggiò. «Oppure tua madre, che preferisce mille volte me, Albus e Lilian a te?».

«Malfoy», ringhiò James.

«Oh, mi dispiace», fece falsamente Scorpius, «mi sa proprio che tu non hai una famiglia».

«Questo è troppo!», eruppe James, saltando addosso al biondo.

I due iniziarono a prendersi a botte alla babbana – come l'avrebbe definito zia Hermione – mentre intorno a loro si era formato una platea di ragazzi che incitava o semplicemente guardava. Solo quando vide un rivolo di sangue uscire dal labbro di James, Dominique strillò, attirando l'attenzione degli insegnanti e, con suo sommo orrore, della Preside.

«Cosa sta succedendo?», chiese Minerva McGranitt, dirigendosi stupita verso il capannello di curiosi esaltati. «Signor Potter!», esclamò poi stupita, separando i due con un colpo di bacchetta. «Mi meraviglio di lei! Azzuffarsi malamente con uno studente del primo anno! E lei, signor Malfoy! Le sembra il modo? Venti punti in meno a Serpeverde e a Grifondoro! E riceverete entrambi una punizione!».

Scorpius e James si guardarono in cagnesco, finché la Preside non li incitò ad andare in Infermeria – i lividi del biondino erano più pronunciati rispetto a quelli del moro. Madama Chips, quando vide tornare il giovane Malfoy, si mise le mani tra i capelli – "Di nuovo!", gemette sconsolata.

«Non aspettarti una vita facile, Malfoy», sibilò James, cinque letti più in là di Scorpius, prima di mettersi a dormire.

«Oh, neanche tu, Potter», rispose lui, già mezzo addormentato.

*

«Sveglia!».

Albus Potter conosceva molti modi per farsi odiare da suo fratello maggiore e dal suo migliore amico, e di sicuro urlare nell'orecchio a entrambi alle undici di mattina era uno di quelli.

«Tu sei pazzo», biascicò Scorpius, girandosi dall'altra parte.

«Per una volta concordo col platinato», sbuffò James, guardando torvo il fratellino, che sorrideva innocentemente.

«Dai, siete qui da almeno tre ore, avete saltato tutte le lezioni della mattina e i professori che non erano presenti alla vostra intelligentissima rissa – cioè solo Ruf praticamente – si stanno chiedendo dove siete finiti».

«Sai quanto me ne frega», borbottò Scorpius.

«Ah, Scorp... Rose è qui fuori».

«Mandala via! Non la voglio vedere!».

«Ah, ora vuoi anche metterti con mia cugina?», gli occhi di James mandarono lampi, mentre Rose Weasley entrava titubante nell'Infermeria.

«Che è successo?», chiese. Lei, non volendo perdere tempo la mattina, faceva sempre colazione mezz'ora prima del resto degli studenti.

«James e Scorpius si sono picchiati», riassunse più o meno dettagliatamente Albus.

«Scorpius! Come mai?».

«Non sono affari tuoi», sibilò il biondo. Lanciò un'occhiataccia a Rose e la vide gelarsi e arrossire lievemente.

«Perché questo deficiente pensa di avere la famiglia migliore del mondo, quando in realtà non è la sua famiglia ma la mia!».

«Potter, stai zitto», borbottò Scorpius, chiudendo poi le tenete intorno al lettino con un colpo di bacchetta.

Finalmente un po' di pace, si disse, mentre sentiva i sospiri di Rose dall'altra parte. Poi la udì parlare e si gelò. «Al, ti ricordi di Lorcan e Lysander Scamander?».

«Sì, i figli di Luna, l'amica della mamma», annuì Albus. «Dovrebbero essere a Corvonero, se non mi sbaglio. Perché?».

«Be', ecco... oggi mi sono vista con Lorcan. È molto carino e gentile...».

«Se ti fa soffrire, gli spezzo le gambe, non mi interessa quanto è carino», la interruppe James, che, lontano dalla sorella, esercitava la sua gelosia sulle cugine.

«Grazie, Jamie, ma non ce ne sarà bisogno», ridacchiò Rose.

Da dietro le tendine, Scorpius lanciò un incantesimo alla borsa della Weasley, che si ruppe. Ti sta bene, pensò cupo, così impari a cercare di farmi stare male. Poi si mise a dormire, mentre la sua mente architettava un modo per vendicarsi sia di James Potter che di quel Lorcan Scamander, chiunque lui fosse.

*

«JAMES SIRIUS POTTER!», la voce di Ginny Weasley interruppe il sottile chiacchiericcio delle otto e mezza in Sala Grande. La Strillettera era stata inviata dalla signora Malfoy al figlio in seguito alla missiva della Preside che recitava un "scontro tra due ragazzi". «COME TI SEI PERMESSO DI PRENDERE A PUGNI TUO FRATELLO – LO SO CHE STAI ALZANDO GLI OCCHI AL CIELO, SIGNORINO, MA ADESSO SCORPIUS È TUO FRATELLO – ROMPENDOGLI PERALTRO IL NASO?! SONO MOLTO DELUSA DA TE E DALLA TUA IMMATURITÀ IN QUESTA SITUAZIONE, QUINDI VEDI DI DARTI UNA REGOLATA, ALTRIMENTI TI PORTO VIA DA HOGWARTS PER LE ORECCHIE!».

La Strillettera si disintegrò, dando lo spettacolo di un incazzatissimo James Potter che prese la propria borsa e uscì dalla Sala Grande.

«James!», lo chiamò Dominique, correndo per raggiungerlo.

«Dimmi», fece lui, cercando di non essere maleducato con la sua amata cugina.

«Non te la prendere, è solo zia Ginny», sorrise Dominique, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Mia madre sta troppo a contatto col suo nuovo maritino, è una serpe quasi quanto lui».

Dominique trascinò James in uno sgabuzzino e gli diede un bacio a fior di labbra, facendogli spuntare il primo vero sorriso della giornata.

«Ora devo andare... ci vediamo in Sala Comune».

«A dopo...», mormorò James, con gli occhi scuri puntati sul fondoschiena della sua amata.

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