30 - L'ora della verità

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La lettera di sua figlia Lilian raccontava le solite cose: a scuola tutto bene, litigava puntualmente con fratelli e cugini, James le scriveva praticamente ogni giorno e non erano mancate le novità, come il fidanzamento del suo secondogenito Albus con...

«Dalia Corner?», esclamò disgustata Ginny Weasley, rileggendo incredula la riga nella calligrafia storta e precisa della figlia.

«Corner?», Draco Malfoy alzò confuso la testa da La Gazzetta del Profeta. «La figlia di Michael Corner? Quel cretino con cui stavi al tuo quarto anno?».

«Proprio lui!», Ginny ancora non poteva credere a ciò che aveva letto e inclinava da una parte all'altra la lettera, cercando qualche smentita. «Non posso crederci, mio figlio, mio figlio, con la figlia di Michael! Spero solo che non sia duraturo».

«Ginevra!», Draco scoppiò a ridere, guardando poi con aria di rimprovero la moglie. «Dovresti volere il meglio per Al».

«E lo voglio! Solo... non la figlia di Michael!».

I due prevedevano già un divertentissimo scontro su come educare i figli, quando il campanello suonò. «Henna, per favore, vai ad aprire», disse dolcemente Ginny all'Elfa, che corse verso la porta.

Draco sentì la vocina annunciare "miss Daphne" pochi secondi prima che Daphne Greengrass Weasley, seguita dalla figlia Daisy, facesse il suo ingresso, cupa in volto.

«Ehi, Daph!», Ginny si alzò per abbracciarla e le offrì un biscotto, che la bionda rifiutò. «Come stai? Non hai una bella cera! Problemi in paradiso con Ron?».

«Oh, no, affatto! Va tutto meravigliosamente, mi stupisco ancora di quanto sia bello stare con lui. Adesso è andato a trovare sua madre, io sono qui per un'altra questione. Più importante».

«Cos'è successo?», chiese Draco, mettendo da parte il giornale.

Daisy intanto era saltata tra le braccia di sua zia Ginny e aveva cominciato a giocare con i suoi capelli rossi, strillando di gioia. Le due donne si sedettero accanto, guardandosi preoccupate.

«Didi, tesoro», Ginny sorrise alla bambina, «puoi andare un po' a giocare con Henna? Gli zii e la mamma devono parlare di una cosa. Henna, tienila lontana da qui», raccomandò poi all'Elfa.

«Draco, mi dispiace tanto», gli occhi verdi di Daphne erano pieni di lacrime mentre guardava il suo migliore amico. «Non odiarmi, avrei voluto dirtelo prima».

«Daph, cosa stai dicendo?», Draco aggrottò le sopracciglia.

«È una storia lunga, che inizia un anno prima che tu e Astoria vi sposaste», Daphne sospirò. «Astoria desiderava tanto un bambino e andò da un dottore per farsi controllare. Le diedero un'orribile notizia: era sterile».

Lo stupore di Draco non era descrivibile: il pover'uomo aveva gli occhi e la bocca spalancati dalla meraviglia. Lo stesso si poteva dire di Ginny, che si portò una mano davanti alle labbra. «E Scorpius?», pigolò timidamente.

«Astoria non voleva rinunciare al suo sogno di essere madre e così un giorno venne da me, in lacrime, e mi pregò... mi pregò... oh, Draco, mi pregò di avere un figlio al posto suo».

Draco si alzò in piedi, furioso. «Non voglio sentire altro! Mi avete nascosto chi è veramente Scorpius!».

«Per favore, siediti, devi sentire tutto», Daphne lo guardò intensamente e lui, controvoglia, tornò a sedersi. «Non sapevo cosa fare. Astoria mi era sembrata così affranta e così desiderosa di avere un bambino che mi pareva un crimine non aiutarla, ma d'altronde io stavo con Theodore, non c'era la minima possibilità che nascesse un bambino simile ai Malfoy per farti credere che fosse tuo figlio», Draco ebbe uno scatto involontario, ma Ginny si alzò e si mise dietro di lui, poggiandogli una mano sulla spalla. «E poi una sera...».

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