40 - Il piano

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Il piano di Mark Zabini e Clarisse Dougal avrebbe funzionato se quella maledetta scatola non fosse caduta dal letto di Scorpius.

Un giorno prima...

«Siamo allo stesso anno, Zabini, so farle anche io queste cose!», esclamò infastidita Clarisse, che, nel Dormitorio di Serpeverde guardava Mark aggeggiare con un filo d'argento.

«Sì, lo so, ma i miei voti sono leggermente più alti. Non prendertela troppo».

«Sono una Corvonero!».

«E io un Serpeverde. Tu sei brava nella teoria, io nella pratica; hai fatto la tua parte, Clarisse, lasciami fare la mia».

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Mark annunciò: «Fatto».

«Era ora!», sbottò Clarisse, afferrando la bacchetta. «Motus cogitationem».

Il filo argenteo, che era diventato di uno strano color cenere, si sollevò e andò a posarsi nel Pensatoio, esattamente sopra una lettera che recitava:

Mark,
ti ho mandato il Pensatoio, ma mi raccomando, fanne buon uso.
Papà

«Dai, su! Quanto ti ci vuole per fare un semplice incantesimo?», si lamentò Mark, mentre il ricordo modificato iniziava a prendere forma.

Lily sedeva in un tavolo della biblioteca, da sola. Davanti a lei, dei resti mangiucchiati di un toast. «Ehi», Mark, con un grosso tomo di Erbologia in mano, si fermò a salutarla.

«Oh, ciao, Mark. Cosa studi?».

«Erbologia. Ma vuoi una mano, Lily? Mi sembri un po' in crisi, qualunque materia tu stia studiando».

«È Trasfigurazione, lo sai che sono una frana», rise Lily. «Mi aiuteresti davvero?».

«Ma che domande fai, siamo amici. Dai, fammi vedere».

«Sei un angelo, Mark!», e Lily, guardandolo adorante, spinse verso di lui il libro di Trasfigurazione.

Studiarono insieme per mezz'ora, poi Mark si alzò. «Be', hai capito velocemente, non c'è più bisogno di me qui. Vado a leggere il libro di Erbologia che attentava alla mia vita poco fa».

«Come posso ringraziarti?», anche Lily si alzò in piedi, con gli occhi bassi e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Siamo amici, Lily, l'ho fatto con piacere», sorrise Mark, toccandole una spalla.

Ma Lily si mise sulle punte dei piedi e gli diede un bacio lascivo sulle labbra. «Sei un vero cavaliere», e se ne andò sorridendo.

«Be'? Tutto qui?», chiese delusa Clarisse. «Mi aspettavo scene di sesso bollente non adatto ai minori, invece hai messo solo un casto bacetto sulle labbra».

«Lily non si lascerebbe mai andare così, ho fatto una cosa realistica, come farai tu con Scorpius, che sappiamo andare con tutte».

«E va bene, è il mio turno», e Clarisse si mise alla stessa scrivania di Albus con un proprio ricordo.

Un'ora – e tanti sbuffi – più tardi, il ricordo cadde nel Pensatoio.

Rose Weasley si sedette mogia mogia accanto a Clarisse, che mangiava tranquillamente al tavolo di Corvonero. «Scorpius alla fine ha scaricato anche te, visto?».

Clarisse alzò gli occhi al cielo. «Cresci, Rose, non è una gara».

«Per te fino a un po' di tempo fa lo era. Ora Scorpius ti dà della puttana alle tue spalle, lo sapevi? E dice pure che scopi male, per lo meno peggio di Lily Potter».

Clarisse tacque e infilzò con ferocia la propria carne.

«E poi ti ha sempre usata, usata per dimenticare il frutto incestuoso della sua mente-».

«Ora basta», Clarisse prese le sue cose e si alzò, con le lacrime agli occhi.

«Oh, ma fammi il favore», la rimbrottò Mark, «tu non sei così sensibile!».

«Mi offendo così!», ghignò Clarisse. «Su, continua».

Stava giusto attraversando un corridoio quando Scorpius Malfoy le si parò davanti in tutta la sua altezza. «Dougal, cosa ci fai qui?».

«Lo stesso che ci fai tu, Malfoy, ci vivo».

«Intendevo sul mio cammino. Levati dai piedi».

«Ah, davvero? E io invece cred-». Le labbra di Scorpius, posate con forza sulle sue, non le permisero di continuate. Scorpius la prese in braccio, lasciando cadere tutti i libri, e iniziò a palparla con furia, quasi a volerla prendere lì in quel corridoio.

«Scorpius...», mormorò Clarisse, mentre il biondo le sbottonava la camicetta e infilava il viso nel suo seno.

«Questo sì che è eccitante», approvò Mark, guardando malizioso la ragazza.

«Vuoi provare ciò che ha provato Scorpius?», mormorò suadente Clarisse, tirando su la gonna.

«Prima mettiamo in atto il piano, poi potremo concederci una sveltina», esclamò Mark, senza però smettere di guardare le cosce di Clarisse. «Domani aspetterò Scorpius nel Dormitorio e gli dirò di Lily, mentre tu incontrerai casualmente Lily e le dirai di Scorpius, ma solo dopo che io gli avrò parlato, okay?».

«Perfetto».

Il giorno dopo...

Mark si sedette sul proprio letto, aspettando Scorpius che si era fermato a parlare con un ragazzo del quinto anno giù nella Sala Comune. Fischiettò un po', poi per alzarsi in piedi afferrò un lembo del lenzuolo di Scorpius, facendolo cadere a terra. E con lui una scatola. Un diamante grosso come una perla era incastonato in un finissimo anello d'oro bianco, e tutto quel luccichio fece perdere la testa a Mark. Quell'anello stupendo era per Lily. Scorpius amava Lily più della sua stessa vita. Il loro piano lo avrebbe distrutto.

Ripose scatola e lenzuolo sul letto di Scorpius e si affrettò a raggiungere Clarisse. «Clarisse! Non possiamo più farlo», sussurrò.

«Cosa? E perché?».

«Il loro amore è troppo forte, se attuassimo il nostro piano loro ne rimarrebbero distrutti».

«L'intento sarebbe questo», sbottò lei confusa.

«Non posso più farlo».

«Ma io sì! Basta un solo ricordo falso-».

«Mi hai sentito? Ho detto di no!».

«Non mi importa di quello che pensi, Mark Zabini, io avrò Scorpius, in un modo o nell'altro!».

«Stupeficium! Mi dispiace, Dougal, ma non ti lascerò far male a uno dei miei migliori amici. Oblivion», e le cancellò ogni ricordo, dall'ideazione del piano fino alla sua attuazione.

Spazio Autrice
Oggi è presto e per evitare di morire di sonno vi do un bel capitolo che accende pure i miei di occhi.
Buona lettura!❤️

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