26 - Non sei la mia fidanzata!

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Rose Minerva Weasley era la persona più, per dirlo il più gentilmente possibile, cornuta dell'intera Hogwarts. Insomma, quante ragazze erano state viste lasciare la stanza di Scorpius Malfoy? Tante, troppe perché Rose ci passasse sopra. E invece non solo lei ci passava sopra, ma faceva finta che quelle ragazze non esistessero. Scorpius Malfoy, dal canto suo, ce la metteva tutta perché la sua fidanzata venisse a sapere delle sue conquiste. Quattro anni prima, quando aveva provato a lasciarla, si era ritrovato in un letto dell'Infermeria, perciò voleva che lo lasciasse lei. Solo che Rose non sembrava averne l'intenzione.

«Scorp!», strillò non appena vide il biondino.

«Weasl- ehm, Rose», mormorò lui, cercando di scappare dalle sue grinfie. «Lils, aiutami!», sussurrò poi alla sorellina che passava di lì.

«Malfoy, non ti avevo espressamente detto di far finta che io non sia tua sorella?», Lilian alzò un sopracciglio, sospirando poi quando capì di aver ceduto. «Vieni con me».

Corsero due piani, fino ad arrivare al terzo, dove la Stanza delle Necessità si aprì per loro. «Gra-grazie», Scorpius aveva il fiatone.

Lilian alzò le spalle e si sedette davanti a un tavolino, aprendo il libro di Artimanzia. «Lils?», Scorpius si avvicinò a lei.

«Non chiamarmi così».

«Ma perché?», sbottò il biondo. «Che cazzo ti ho fatto, me lo vuoi spiegare?».

«Lo sai benissimo!», le vibrazioni negative che provenivano dalla rossa non intimidirono Scorpius, che continuò.

«Sono cinque anni che non mi parli più! Quando eravamo bambini volevi solo me, perché adesso è cambiato tutto? Sono stufo del tuo atteggiamento!».

«Tu?!», strillò Lilian. «Tu non ci sei mai stato quando avevo bisogno di te, quando volevo solo essere coccolata, o quando l'unica cosa di cui avevo bisogno era un po' d'affetto da parte tua... o amore... non c'eri mai, dovevi sempre pensare alla tua Rosie, la tua cara fidanzata!».

«Sono stato stupido, okay, lo ammetto, ma perché non possiamo ricominciare?».

Lilian gli lanciò uno sguardo pieno di disgusto e uscì, lasciandolo solo.

*

Albus Potter era davanti alle scale che conducevano al Dormitorio femminile del sesto anno di Serpeverde e si torturava le mani imbarazzato. Poco dopo, scese una stupitissima Antlia Zabini, che lo guardò incredula. «Al?».

«Lia, ho bisogno di parlarti».

«Dimmi pure».

«Non qui, vieni», Albus la condusse sulla Torre di Astronomia, dove poterono rimanere soli.
«Ecco, io...», si torturò le mani.

«Su, se devi chiedermi di essere la tua fidanzata fallo velocemente!», scherzò Antlia.

«Oh, no, tranquilla! In realtà sono impegnato con una ragazza al momento».

«Cooosa?».

«Sì, ma non dirlo a Lilian! È di lei che ti voglio parlare. Ho bisogno... ecco, ho bisogno del tuo aiuto. Sei la sua migliore amica, di te si fida».

«E cosa devo fare?», la faccenda per Antlia si faceva sempre più interessante.

«Siete al sesto anno, l'anno in cui Lumacorno di sicuro vi farà studiare gli antidoti. Vi darà la Pozione Polisucco, qualche Soluzione Corroborante e l'Amortentia. Ne sono sicuro, l'ha fatto con noi e anche con i nostri genitori, ho chiesto».

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