41 - Mia principessa

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«Al, ho bisogno del tuo aiuto».

«Ma certo, Lucy, dimmi pure».

«La mia Amortentia... aveva un odore che conoscevo ma non riuscivo a capire da dove venisse. Poi mi è venuto in mente. L'ho sentito al Manor, Al, quando sono entrato nella tua camera a Natale. Con chi la condividevi?».

«Merlino, Lucy, la condividevo con una sola persona...».

«Chi?».

«Mio cugino Louis».

Lucy Nott, davanti alla porta del proprio Dormitorio, continuava a torturarsi le mani, indecisa se entrare o no. Di là c'erano Antlia e Lilian, a cui avrebbe dovuto raccontare della sua conversazione con Albus, ma le mancava il fiato quando provava a intavolare il discorso. Louis Weasley... possibile trovare una persona più diversa da lei? Si erano parlati sì e no un paio di volte in tutta la loro vita e solo per lanciarsi frecciatine, memore la storica rivalità tra Serpeverde e Grifondoro.

Entrerò, decise Lucy, ma le sue gambe erano come ferme lì, senza possibilità di movimento. Avrebbe voluto parlarne con le sue amiche, ma perché ogni volta si bloccava? Che fosse già un sentore d'amore acceso? No, Lucy Nott non voleva innamorarsi, aveva paura di dare il suo cuore in mano a qualcuno e poi vederselo tornare indietro sanguinante. Non voleva soffrire, ma preservare la sua giovinezza e la sua felicità. Ma che felicità è se nessuno ti ama, Lu?, le chiese una fastidiosa vocina nell'orecchio. Lucy la scacciò. Bisogna amare prima noi stessi degli altri e io devo finire di imparare ad amarmi.

«Lulù?», Antlia, che aveva una mezza idea di andare da Cepheus, la trovò immobile, con una smorfia sul viso. «Ti senti bene?».

«Eh? Sì, sto bene, stavo solo pensando a quel tema di Artimanzia che ho sparato a caso», rise finta Lucy. «Ci vediamo dopo, Lia».

In camera, Lilian stava leggendo il procedimento di una buona Pozione Polisucco, per passare un po' il tempo mentre Scorpius era agli allenamenti. «Lu».

«Sì?», fece Lucy, buttandosi sul letto.

«Lia è troppo innamorata di Cepheus per accorgersi di ciò che le succede intorno, ma io no».

Lucy rise. «Possiamo parlarne, Lils».

L'ombra di un sorriso passò sul volto di Lilian, ma poi la ragazza tornò seria. «Dimmi cosa c'è che non va».

Maledetti i Malfoy, pensò Lucy, mentre i suoi occhi iniziavano a pizzicare. «È che... quando ieri a Pozioni ho sentito l'Amortentia... dopo un po' mi sono ricordata dove avevo sentito quell'odore. Era Natale e stavo cercando Daisy che giocava a nascondino, così per sbaglio ho aperto la porta della camera di Albus. Lì l'ho sentito. Ho chiesto ad Al e lui mi ha detto che divideva la camera con Louis... ma non riesco a capire», confessò.

«Lu, Lu, dai tempo al tempo. Non è successo niente, magari ti stai solo sbagliando e nella camera di Al era appena passato qualcuno con quel profumo, magari non si tratta di Louis. Non ti devi preoccupare per cose che ancora non sono accadute, dai al tempo il modo di farti incontrare con calma la tua anima gemella».

«Hai ragione, Lils, è solo che amare mi fa così paura...».

«Quando amerai non ci sarà più nessuna paura, Lu, fidati di me», sorrise Lilian dolcemente.

Le due amiche si abbracciarono. Poi la porta si aprì e Albus Potter fluttuò sul soffitto. «Ciao, ragazze! Lils, Scorpius vuole parlarti», mormorò serio, atterrando sul pavimento.

«Cosa vuole?», chiese Lilian, in ansia.

«Non me l'ha detto, però sembrava... scuro».

«Dov'è?», il groppo nella gola di Lilian quasi le impedì di parlare.

«Al Lago Nero».

La corsa che Lilian fece per arrivare più velocemente possibile da Scorpius fu pazza e scomposta, mentre i pensieri si affollavano nella sua mente, incontrollabilmente, facendole perdere il fiato.
Arrivata al Lago Nero, si guardò intorno, confusa. Una coperta azzurra era stesa sull'erba, coperta da petali di rosa, e per l'aria aleggiava un leggero profumo di papavero. Scorpius, con la bacchetta in mano, si esercitava a far ghiacciare un po' d'acqua.

«Scorp», sussurrò Lilian, sedendosi accanto a lui. «Al ha detto che volevi parlarmi. Cos'è tutto questo?».

«Il nostro appuntamento perfetto, principessa», sorrise Scorpius, baciandola. «Ti devo dire una cosa importante».

«È... grave?», chiese flebilmente Lilian, prendendogli una mano.

«No, io credo... credo che sia una cosa bella. Solo che non so da dove iniziare», ammise imbarazzato Scorpius.

«Dall'inizio, raccontami tutto», Lilian sorrise incoraggiante e Scorpius prese un bel respiro.

«La prima volta che ti ho vista avevi sette anni e le codine, mi guardavi come se avessi visto un alieno e amavi mio padre quasi più di me. Mi incuriosivi, così ho iniziato a farti un po' di dispetti per capire che persona fossi e anche per dimostrarti che il padrone di casa ero io. Non ti sei mai piegata: pensavo che al primo scherzo saresti andata a piangere da papà, invece hai ripagato i miei scherzi con altri di pessimo gusto che mi facevano dubitare della tua femminilità».

Lilian, con le lacrime agli occhi, gli tirò un pugno giocoso. «Sei uno scemo!».

«Poi ho iniziato a volerti bene e siamo diventati inseparabili, alcune volte preferivo la tua compagnia a quella di Albus, che era ed è molto più buono di te. Abbiamo sviluppato un rapporto di amicizia e fratellanza, come se avessimo sempre vissuto sotto lo stesso tetto. Dopo è arrivata Rose, che mi è piaciuta quanto può piacere una ragazzina a un bambino di undici anni, e devo ammettere che consideravo morbosa la tua gelosia nei miei confronti, anche se sotto sotto mi faceva piacere contare così tanto per qualcuno. L'apice è stato quando ho sentito il tuo bagnoschiuma al papavero nella mia Amortentia: ricordo di aver pensato molto a una relazione tra due fratelli, mi pareva strano.
«E intanto tu crescevi e diventavi sempre più bella, mettendo alla prova il mio autocontrollo, sia nelle questioni di scuola che in quelle sentimentali. Mi sentivo sempre più attratto da te, mentalmente mi stuzzicavi, fisicamente eri tutto ciò che desideravo nel mio inconscio. La litigata fra noi mi portava sempre di più a desiderare la tua attenzione, finché non ho capito che provavo qualcosa di più quando ti ho visto lì, nel bagno dei prefetti, perfetta e senza più nessuna maschera. La tua relazione con Mark mi irritava così tanto che non ho dormito per qualche notte, fino a che starti lontano non mi fu più possibile.
«Ed eccoci qui, Lils, adesso sei mia, la mia ragazza, la mia ragione di vita, la mia principessa. Non voglio condividerti con nessuno e voglio solo che tu sappia che qualunque vita vivrò ti voglio al mio fianco».

Scorpius le prese le mani e si alzò, tirandola su con sé. «Lilian Luna Malfoy, mia sorella, mia amante, mia ragazza, mio fiore, mia anima, mia principessa, ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo».

Si inginocchiò, mentre Lilian piangeva come una fontana, senza neanche cercare di trattenersi. «Ti amo e non posso smettere di dirlo. Vorresti diventare mia moglie e sopportarmi per il resto della tua vita?».

L'anello col diamante che Mark aveva visto nel Dormitorio brillò sotto la luce del sole che tramontava, mentre Lilian tratteneva il fiato. «Oddio, sì, sì, sì, mille volte sì, Scorpius!», e si gettò tra le sue braccia, baciandolo su tutto il viso. «Non voglio più lasciarti, voglio vederti ogni giorno al mio fianco, svegliarmi con te nel nostro letto, mangiare insieme, aspettarti quando tornerai da lavoro, anche se siamo ancora così giovani... voglio stare con te, amore!».

Scorpius, commosso anche lui, ma più che deciso a non piangere, le prese le mano e fece scivolare lentamente l'anello al suo dito. «Ti amo, Lils».

«Ti amo anch'io, Scorp».

E quella fu la loro promessa d'amore eterno, che niente più avrebbe spezzato. Per sempre.

Spazio Autrice
Sono commossa pure io.
Ebbene eccoci qui, questo è il penultimo capitolo della nostra storia. Che dirvi? Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a vivere nel mondo di Lils e Scorp❤️

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