15 - Tu sei il mio per sempre

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«Forza!», la voce della Preside di Hogwarts li spronò. Albus, Scorpius, James, Dominique, Rose, Lucy, Louis, Fred e Roxanne erano nell'ufficio di Minerva McGranitt ed entravano uno per uno nel camino, dicendo forte "la Tana!".

Albus, l'ultimo rimasto, venne fermato dalla donna. «Sì, signora?».

«Voglio solo che tu riferisca, Potter, ai tuoi genitori che sono fiera di loro. Sono fiera che due persone così diverse come Draco Malfoy e Ginevra Weasley siano arrivate a un punto così importante come il matrimonio», la vecchia Preside si asciugò gli occhi con un fazzoletto, commossa.

«Signora, mio padre...».

«Nessuno rimprovera a tuo padre di essere un po' meno se stesso, meno combattivo adesso. Lo è già stato abbastanza nella sua gioventù, gli vogliono tutti bene lo stesso».

«Grazie, signora».

«E poi, Albus», il ragazzino sobbalzò a sentirsi chiamare per nome, «per quanto Harry Potter possa essere il tuo padre biologico, so che ti senti più simile e vicino al promesso sposo di tua madre».

Albus arrossì. «Sì, signora».

Minerva McGranitt lo guardò, burbera ma affettuosa. «Di' a tua cugina Rose Weasley che sono onorata che come secondo nome porti il mio».

«Rose Minerva Weasley...», Albus si rese conto per la prima volta del significato del nome della cugina. «Lo farò, signora Preside. Grazie».

E, presa una manciata di Polvere Volante, Albus si ritrovò alla Tana.

Il calore familiare era quasi soffocante. Nonna Molly era ai fornelli a cucinare – "Ci sarà bisogno di molto cibo, per il ricevimento! Ci penso io!" aveva detto –, nonno Arthur aiutava zio Bill ad appuntare una spilla sullo smoking da cerimonia e mamma Ginny svolazzava qua e là come una farfalla, controllando tutto.

«Al, tesoro!», lo salutò, abbracciandolo. «Come sei cresciuto! Attento a non far cadere la cenere sul tappeto della nonna. Ora vieni, tesoro, ti faccio vedere il tuo vestito!».

«Albus, caro, mi sembri dimagrito!», lo riproverò bonariamente la signora Weasley, quando lui andò a salutarla.

«Macché, nonna! Mangio un sacco a Hogwarts», sorrise lui.

«Ehi, Al, guarda un po'! Sono riuscito ad appuntare la spilla senza magia!», gioì il signor Weasley, mentre Bill lo fulminava.

«Papà, concentr- AHIA!», si lamentò, visto che il padre l'aveva bucato, vanificando la sua precedente affermazione.

Mentre saliva ridendo le scale, Albus incontrò zia Fleur che portava tra le braccia un vestito color caramello. «Bonjour, zia!».

«Oh, mon cher!», si commosse Fleur. «Come sei cresciuto! Questo è il vestito di Dominique, ti piasce?», gli sorrise, parlando col suo accento francese.

«Molto, zia. Ora scusa, devo andare dalla mamma».

«Oui, Jinny è nella sua camera».

Albus raggiunse sua madre e salutò Scorpius, fermo in giacca e cravatta davanti a Ginny, che, con degli spilli in bocca, gli sistemava il completo. «Oh, eccoti! Ma dov'eri finito?», parlò lei, per quanto glielo permettessero gli spilli.

«Salutavo», spiegò tranquillamente lui, infilando i pantaloni neri.

«I miei ometti!», gli occhi di Ginny si velarono di lacrime quando vide i due ragazzini pronti.

«Mamma!», Al si coprì la faccia con le mani, mentre Scorpius scoppiava a ridere.

«E ora filate a letto! Domani sarà una giornata impegnativa!».

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