23 - Il segreto di Alice

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Albus era appena uscito dal castello. Era una splendida giornata di metà maggio e lui, che adorava la primavera, aveva deciso di prendere un po' di sole sulle sponde del Lago Nero, uno dei suoi posti preferiti. Mark, Cepheus e Scorpius erano andati a vedere una partita di Gobbiglie nella Stanza delle Necessità, ma lui voleva rilassarsi. Così tirò fuori dalla borsa un cuscino e lo posizionò sull'erba, poggiandoci sopra la testa. 

Stava dormendo tranquillamente sotto la luce calda del pomeriggio, quando sentì qualcuno singhiozzare. «Alice!», borbottò appena vide il visino tondo della bambina in lacrime. Aveva stretto con Alice Paciock una bella amicizia dopo il Ballo di Halloween – e dopo aver provato a uscire con lei – e le dispiaceva vederla stare così male. «C-c'è qualcosa che non va?», balbettò, dandole un colpetto incoraggiante sulla spalla.

«S-sono in pu-pu-punizione», pianse lei, disperata, mentre Albus tirava in sospiro di sollievo: si aspettava di doverla consolare per chissà cosa!

«Su, non ti preoccupare, un giorno di punizione capita a tutti! Pensa a James e a Scorpius, se ne sono presi un terribile!», Albus ricordò con un ghigno soddisfatto quando suo fratello e il suo migliore amico dopo la rissa avevano dovuto pulire i vasi da notte dell'Infermeria senza magia.

«M-ma la p-p-professoressa Sinistra ha det-to che m-m-mi metterà in p-punizione a v-v-vita!», singhiozzò Alice.

«Perché a vita?», chiese stranito Albus.

«Perché ho v-visto lei e il p-profes-sor Lum-Lumacorno b-b-baciarsi nudi nell'aula d-di P-P-Pozioni!».

La piccola, tenera e innocente Alice non aveva certo capito ciò che aveva visto, ma il nostro Albus, che non era di certo uno stinco di santo, invece sì e già si fregava le mani, mentre cercava di trattenere una risata. «E cosa ti hanno detto?».

Alice si asciugò il naso, smettendo di piangere. «Il professor Lumacorno ha d-detto qualcosa tipo "Sono un sex symbol" – tu sai cosa vuol dire? – e la professoressa Sinistra ha detto che ero in punizione a vita e che se raccontavo a qualcuno l'avrei pagata cara!». Poi realizzò di averlo appena detto ad Albus e si tappò spaventata la bocca. «Oh, no! Al, ti prego, non raccontarlo a nessuno!».

«Tranquilla, Alice».  Era così carina, Albus non si sarebbe sognato di mortificarla ancora di più. «Puoi fidarti di me».

L'occhiata che Alice gli rivolse avrebbe potuto far innamorare anche Draco Malfoy dalla sua dolcezza. «Oh, non so come ringraziarti!».

«Ma di che!», Albus arrossì sotto gli occhi color cioccolato che gli piacevano tanto. «Ora devo andare, ci vediamo, Alice!».

«Ciao!», sorrise la bambina, senza più traccia di lacrime sul viso paffuto.

*

«Stai scherzando?».

«No, te lo giuro! E questo è quanto».

Scorpius Malfoy scoppiò a ridere e per oltre cinque minuti non ci fu verso di farlo smettere. «La professoressa Sinistra e Lumacorno! Che trauma deve essere stato per la Paciock!», Scorpius si asciugò le lacrimucce e sospirò di autentica gioia.

«Era più preoccupata per la punizione!», rivelò Albus. «Be', Scorp, io vado a dormire. Buonanotte!».

«Notte, Al. Io rimango ancora un po' in Sala Comune».

Appena Albus sparì per le scale, Scorpius scrisse un biglietto e chiese a Clarisse Dougal di Corvonero – che in quei giorni non faceva altro che ronzargli intorno – di portarlo a Rose. «Dimmi, Scorp», disse quest'ultima mezz'ora dopo, sedendosi accanto a lui in uno dei divanetti in pelle nera.

«Ti va di fare una cosa divertente?», ghignò Scorpius.

«Certo!», fremette lei. «Ma che non sia contro le regole!».

«Oooh, tranquilla, non lo sarà».

*

«E questo tu lo chiami non infrangere le regole?», sussurrò Rose basita. «Stiamo praticamente tendendo un agguato a degli insegnanti!».

«Vedilo come un aiuto ad Alice Paciock!», Scorpius rise sommessamente piazzando gli Specchi a Pois, l'ultima invenzione dei Tiri Vispi Weasley, in tutta l'aula. Erano dei pallini che funzionavano esattamente come degli specchi gemelli, con la sola differenza che se venivano notati spruzzavano colori sulle persone.

«Non mi piace, non mi piace...», mormorò Rose, accucciandosi dietro a un banco.

«Tieni», Scorpius le porse lo specchio principale, «e goditi lo spettacolo».

Non dovettero attendere molto: cinque minuti più tardi, il professor Lumacorno e la professoressa Sinistra fecero il loro ingresso ridacchiando e sbaciucchiandosi. «Oh, Horace», mormorò la professoressa tra un bacio e l'altro. «Horace, Horace, aspetta! C'è qualcosa lì. Pensi che Alice Paciock...».

«Impossibile, mia cara. Era troppo spaventata dalle tue minacce per raccontarlo a qualcuno», Lumacorno alzò le spalle.

«Avremmo dovuto cancellarle la memoria», piagnucolò la professoressa Sinistra.

«Sei così drastica! Se ti fa sentire più tranquilla, vado a vedere cos'è quello».

«Ci siamo», borbottò Scorpius, mentre la professoressa pigolava: «Oh, mio eroe!».

Lumacorno si avvicinò interessato allo specchio, che, una volta capito di essere stato individuato, lanciò un segnale di allarme ai suoi gemellini e spruzzò uno splendido rosso magenta esattamente sul naso del professore.

«Ma che diavolo...», esclamò, mentre il suono d'allarme riempiva l'aula e i colori schizzavano da tutte le parti.

L'urlo della professoressa Sinistra coprì le risate sonore di Rose e Scorpius, che rimasero a guardare finché i due non furono imbrattati di colore dalla testa ai piedi. A quel punto ritennero opportuno tornare nei rispettivi Dormitori, onde evitare di farsi trovare e quasi ammazzare dai professori.

*

«Dove sei stato?», Albus si mise a sedere e si stropicciò gli occhi, guardando il suo migliore amico rientrare ridendo.

«Guarda!», sussurrò Scorpius, facendogli vedere dallo specchio Lumacorno e la Sinistra.

«Oddio!», biascicò Albus, prendendo lo specchio per vedere meglio. «Dimmi che non l'hai fatto davvero!».

«È stato uno sballo!», esultò Scorpius, lasciandosi cadere sul proprio letto. «E sai una cosa? Piaccio a Rose sempre di più. Sono così felice!».

Albus lo guardò confuso: solo qualche settimana prima dichiarava di aver sentito il profumo di Lilian nell'Amortentia e adesso si metteva a fantasticare su Rose? Bah, gli innamorati, pensò, rimettendosi sotto le coperte, proprio non li capisco!

Spazio Autrice
Potete ammazzarmi, sono imperdonabile!
Mi scuso dal profondo del cuore per avervi fatto penare per un capitolo che alla fine non è così bello, ma giuro che mi impegnerò in questi giorni e vi darò più soddisfazioni! :)

Voglio il divorzio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora