Eleven

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Il coro è finito e subito prendo il borsone sportivo per dirigermi alla scuola di danza, ma qualcuno mi afferra la manica della felpa celeste per attirare la mia attenzione: mia madre.

-Sei stato bravo oggi, spero che sei così sempre.- mi sussurra guardandomi gentilmente.
-Mamma, devo muovermi, altrimenti arrivo in ritardo per la lezione e la mia partner mi sgrida.-
-Uh! La tua partner? Come si chiama? Da dove viene? Ti comporti bene con lei? Ti piace? Com'è fatta?-
-Non ho il tempo per il terzo grado. A stasera!- e scappo via di corsa per evitare altre domande del genere.

Mentre scappo dalla donna, mi scontro con una ragazza e le cado addosso. Mi appoggio sugli avambracci per non schiacciarla.

-Oddio, mi dispiace così tanto! Spero che non ti abbia fatto male.- mi scuso alzandomi ed aiutando la fanciulla. Ma cosa mi succede? Io non sono così!
-Tranquillo, Gunnarsen, io sto bene. Piuttosto, cosa diamine ti succede? Stai diventando gentile con me e non è credibilmente normale. Sto dormendo per caso?- scherza lei afferrando la mano che le sto porgendo: Annina Reid.
-No, sto solo recitando la mia parte davanti a mia madre.-
-Ma lei non c'è adesso, eppure ti sei scusato con me e mi hai aiutato a rialzarmi.- subito mi appoggia una mano sulla fronte, poi dietro il coppino. -No, non hai nemmeno la febbre.-

Mi posso sciogliere al suo tocco, soprattutto ora che ha la mano sul retro del mio collo.

Con la coda dell'occhio noto dietro ad un edificio mia madre osservarci da lontano.

-Già, mia madre non è dietro l'angolo, no, no.- commento sorridendo.
-Ah, ottimo. Andiamo prima che facciamo tardi.-

Ci mettiamo a camminare uno affianco all'altro fino alla porta principale dove io abbasso la maniglia e la faccio entrare per prima.

-Rimarrai pur sempre il mio mistero più oscuro.-
-Ne sono al corrente, è la terza volta che lo ripeti. Tra due minuti nella nostra saletta con il libretto dei passi ed il telefono per la musica.-

Ci separiamo ed io entro nello spogliatoio maschile dove ci sono a petto nudo Jacob ed il suo amico di cui non mi ricordo nemmeno il nome.

-Credo che si stia creando un po' di gossip tra te e la Reid, o sbaglio?- domanda Jacob sorridendo per poi afferrare la sua maglietta mentre poggio la mia sacca sulla panca in legno di betulla.
-Niente di che, era una messa in scena per far credere a mia madre che io sia quello che non sono e che io vada d'accordo con lei.-
-Vi ho spiato qualche volta mentre ballavate.- comincia l'altro ragazzo avvicinandosi completamente vestito, -Non si direbbe una messa in scena quella che avete fatto qui fuori: occhiatine, sorrisetti e silenzio imbarazzante, tutto così fottutamente romantico. Inoltre tua madre non c'è, avremmo visto già una donna bionda simile a te che pascola tra le sale di prova.-
-Mia madre è peggio di Harry Potter col mantello dell'invisibilità, giuro.-
-Buono a sapersi, ora sbrigati che hai meno di un minuto per essere fuori pronto nella sala con la Reid, soli, solini, soletti.-

Squoto la testa senza pensare che in realtà quella nostra solitudine mi piace. Siamo solo io e lei, la musica ed i passi da memorizzare per far uscire questo balletto una bellezza di coordinazione di coppia.

-Martinus Gunnarsen! Lei è in ritardo di un minuto e quarantasette secondi.- annuncia la bionda non appena raggiungo la sala con gli specchi.
-Mi hanno fermato per parlare di alcune faccende Jack ed il suo compare che non so come si chiami.-
-Edward. Su! Dobbiamo iniziare se vogliamo impararla a memoria entro questa sera.- e mi pone il blocknotes dell'ultima volta.

Leggo attentamente le parole e le azioni che devo poi mettere in pratica finché leggo una frase semplice, ma che mi blocca leggermente il respiro.

-Io dovrei provocarti? Ma stai scherzando per caso?- esclamo rosso in volto dalla vergogna.
-Lo devo fare anch'io, almeno siamo pari con le faccende. Vogliamo iniziare?-

Questa ragazza vuole farmi morire di vergogna con questa coreografia.

E forse morire anche in un altro senso, ma ora non ci importa.

Ci riscaldiamo con dei passi semplici, poi con un telecomando accende la musica e noi cominciamo a ballare. Proviamo anche le parti nuove e riusciamo persino ad arrivare alla fine.

-Non sono mai stata così vicina ad una persona se non alla mia famiglia o alla mia migliore amica, che tra l'altro non vedo da un po'.- sussurra lei con la testa rivolta verso l'alto per via della differenza d'altezza.
-Se per questo non ho mai abbracciato nessuno al di fuori di mio fratello, mia madre e mio padre quando ero piccolo, circa cinque anni.- bisbiglio pure io.
-Tra l'altro ho scoperto che hai anche una sorellina. Come si chiama?-
-Oh, Emma. Beh, è la tipica sorellina che continua a voler giocare con te, ma che tu non dai mai retta perché hai da studiare o hai da imparare il balletto o le canzoni a memoria. E tu invece?-
-Ho un fratello maggiore che ha sostituito mio padre quando ci ha abbandonati. Lui non irrompe molto perché non è come le persone normali. Lui si è laureato in matematica a dodici anni, l'altro giorno in medicina e a sedici anni in filosofia, cosa che mi sono sempre dimenticata di dire a chi vuole sapere delle cose che combina Spancy.-
-Come? Io a dodici anni ero in Norvegia a correre dietro ad una palla col sogno di diventare come Ronaldo.-
-L'importante è che non diventi come Neymar.-

Ci sorridiamo e ci lasciamo le mani. Eravamo a pochi centimetri l'un l'altro con le dita incrociate tra di loro e gli sguardi fissi negli occhi dell'altro.

-Vuoi riprovarlo? Abbiamo ancora un'ora buona e poi possiamo andare a vedere cosa combinano di bello gli altri.-
-Ottima idea, magari puoi aiutarli con i passi dato che hai composto una coreografia da sola.-

Mi fa male stare del tempo con lei. Mi rende gentile e questo non va affatto bene. Io ho ancora bisogno di vederla arrabbiarsi come mai prima d'ora per conoscerla nella sua vera natura.

-Ah, così vuoi farmi arrabbiare. Non ti conviene, a meno che tu non voglia essere scandalizzato dal mio essere spietato.- parla lei posizionandosi all'incirca in mezzo alla sala.

Mi tappo la bocca con entrambe le mani ed arrossisco notevolmente.

-Ho parlato ad alta voce e non me ne sono accorto?- domando tenendo sempre entrambi gli arti premuti sulle mie labbra.
-Esattamente. Io ti faccio male, dunque muoviti a venire che almeno passiamo meno tempo insieme e tu riprendi ad essere lo stronzo di riguardo professionale.- risponde lei con mezzo solco sul viso che scompare non appena fa partire la musica.

Madonna, quanto vorrei tirarmi dei pugni fino a farmi tanto male...

♧♧♧

BUON GIORGIO!

Vi chiedo umilmente perdono per il ritardo di qualche ora (dato che il capitolo era già pronto), ma non avevo rete e non potevo postare hahah

Cose strane succedono (ad altrove :) ad Annina e Tinus e se ne accorgono anche Jacob ed Edward.

Hanno finito il balletto e non so se scrivere poi nel prossimo buon Giorgio (sempre se me ne ricordo) i passi.

Se li volete, commentate "Sì" ~>

Ma Ciancio alle bande ci si vede al prossimo capitulo!

Listen To My Music And Dance //M.G.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora