Two

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Le prove sono andate molto bene, le voci dei due ragazzi hanno rafforzato il coro, mentre per la mia adorata sorellina non proprio... almeno ha avuto successo.

-La prossima volta ti costringo a farlo, almeno capirai com'è pulire con il mocio.- dice mia sorella camminando accanto a me.
-E con cosa? Con una pistola della Nerf?-
-Con un coltello.-
-Interessante. Dobbiamo sbrigarci che questa sera abbiamo un appuntamento.-
-E con chi?-
-A volte mi domando se hai un po' di memoria. Che giorno sono nata?-
-Nel mio stesso giorno.-
-Cioè?-
-Il giorno del mio compleanno. Quello che avviene ogni anno dove ci fanno due torte e mentre io mangio tu fai compagnia a Spancer che si sente quasi sempre a disagio perché non gli piacciono le feste.-
-Te la concedo per questa volta, però un giorno mi dirai la data.-

Corro ad un andamento leggero fino alla porta di casa seguita da lei che ha il fiatone ed una mano posta sulla parte del ventre dove sta la milza.

-Hei! Sai bene che potrei vomitare un polmone con i tuoi momenti di corsa a modi "devo vincere le olimpiadi". Hai una principiante, non una che ha vinto l'Iron Man.-
-Sai nuotare, la bicicletta non è il tuo forte e la corsa, neanche cinquecento metri sai fare ad una velocità bassa.-
-Almeno so mirare la testa di qualcuno con una pistola o metterlo al tappeto.-

Non c'è un giorno in cui ci sfidato e ci punzecchiamo.

Apro la porta d'ingresso ed appoggio lo zaino scolastici in un angolo delle scale.

-Siamo a casa!- urlo per farmi sentire.
-Io vado a prepararmi, mi metto sotto che il mio obiettivo è quello di far quasi cadere il sacco da boxe.- mi dice mia sorella salendo le scale diretta verso camera sua.

Io vado svelto in salotto per vedere se ci fosse qualcosa di intrigante da vedere, ma nulla.

-Ciao sorellina! Ti va di fare una partita a scacchi?- domanda alle mie spalle Spancer, l'unico a cui piace giocare a questo gioco oltre a me.
-Va bene, tanto al momento non ho niente da fare.-

Bisogna notare che ho quasi più passioni in comune con mio fratello che con la mia sorella gemella. Lei è capace di far cadere il re al primo spostamento (cioè significa abbattere il re, arrendersi). Io vado a correre spesso con lui, lei, come avete notato prima, mi sverrebbe in mezzo alla strada dopo neanche un minuto a passo lento. Io non sono brava a mirare e a sparare e non so neanche picchiare, lei fa tiro al bersaglio e boxe.

Passiamo molto tempo a giocare spostando le pedine abbastanza rapidamente finché, come sempre, Spancer non dice la fatidica frase.

-Scacco matto. Devo ammettere che sei migliorata un sacco dall'ultima volta. Arriverà il giorno in cui mi farai scacco matto.- dice lui allungando la mano, in segno di ringraziamento.
-Lo spero beh, questa è l'ennesima volta che vinci. Comunque mi chiedevo se ti andava bene andare a correre per un po', poi torniamo e ceniamo.-
-Ottimo, vai a prepararti, ti aspetto all'entrata.-

Mi dirigo in camera mia passando davanti a quella di mia sorella, tutta scura e tenebrosa. Pareti blu scure, tende nere, armadio grigio opaco con uno specchio e lenzuola pure loro nere. Camera mia invece è solare, nel senso che è luminosa. Ha due pareti bianche ed una sola arancione, la quarta non si vede perché è interamente coperta dal mio armadio anch'esso bianco lucido con uno specchio. Le lenzuola sono gialle ed ho persino un tappeto arancione come il resto delle decorazioni.

Apro l'armadio scorrevole e tiro fuori dei calzoncini da running ed un top sportivo, mi cambio rapidamente e lego i capelli in una coda.

Voglio tagliarmeli, a momenti li uso al posto della carta igienica.

-Perdonami. Andiamo?- mi scuso con mio fratello.
-Su, iniziamo!-

Usciamo di casa e prendiamo a correre uno affianco all'altro per tutta la durata del tempo e, mentre lo facciamo, parliamo di cose scientifiche, cose adatte ad una mente come quella di Spancer.

-E te, invece? Com'è andata oggi?- domanda infine dopo avermi parlato del funzionamento degli algoritmi.
-Beh, ho fatto un compito in classe di matematica più che soddisfacente e a scuola non è successo nient'altro di interessante. Quanto riguarda il coro, si sono aggiunti due ragazzi, sono fella Norvegia, ma abitano qui da alcuni anni. E poi è capitato che Arianna ha dovuto pulire tutte le sale prove.-
-Cos'ha combinato per aver fatto arrabbiare la signora Schimtt?-
-Origliava.-

Continuiamo finché mi scontro con una persona, ma di questo non se ne accorge lui e prosegue. Io intanto cerco di rialzarmi, ma ho qualcuno addosso.

-Mi scusi, stavo parlando con mio fratello ed ero concentrata su quello che mi stava dicendo...- mi scuso con la persona che subito si alza da me e diventa rossa.
-Ancora tu? Adesso corri pure? Prima in conservatorio e adesso in mezzo alla strada ti devo incontrare.- risponde sgarbato lui: alto, biondo, capelli corti di lato ed un ciuffo in avanti ed occhi scuri come la pece.
-Hei! Ma tu sei uno dei due nuovi arrivati! Sii un po' gentile, non arriverai da nessuna parte con le tue parole aggressive.-
-La mia meta al momento è quella di arrivare a casa senza altri intoppi, dunque levati dal mio percorso.- e mi spinge via passando frettoloso.
-Te la stai prendendo con la persona sbagliata! Io non ti ho fatto niente di male!-

Raggiungo rapidamente Spancer e sto muta fino a casa.

-Hai capito? Secondo me lei deve diminuire leggermente col suo essere curiosa.- conclude lui arrivando alla porta.
-Ora sì, mi sono scontrata con uno dei due norvegesi, quello più antipatico.-
-Oh, bene. Ora una bella doccia non ce la toglie nessuno.-

Ci dividiamo, io in stanza mia e lui nella sua. Mi preparo i vestiti di ricambio e vado in bagno a lavarmi sotto l'acqua tiepida e corrente della doccia, poi esco, mi asciugo e scendo a cenare.

-Che cosa si mangia di buono?- domando sedendomi a tavola.
-Una ricetta della nonna: pollo in agrodolce.- risponde mia madre appoggiando la padella calda su un tagliere.

Iniziamo a mangiare tutti assieme e a discutere sulle faccende capitate oggi.

-Ari, ti ricordi i due nuovi coristi? Ecco, uno dei due mi è venuto addosso e mi ha dato la colpa perché stavo facendo la sua strada al contrario.-
-Beh, se qualcuno cammina sulla mia strada gli tiro un pugno. È la mia strada, gli altri non ci possono camminare.-

Parlare con lei di questo genere di cose si arriva semrpe nello stesso vicolo cieco.

Appena finiamo di mangiare il tutto, sprechiamo io tavolo e ci prepariamo per uscire, sia io, sia Ari.

Il campanello di casa iniziano a suonare ed io vado ad aprire la porta ritrovandomi davanti ad una persona che riconosco subito.

-Ciao, Cira!-

♧♧♧

BUON GIORGIO!

Ecco un nuovo capitolo dove capitano diverse cose come lo scacchi, le differenze gemellari e gli scontri, quelli fisici.

New entry: Cira Morgan!

Lei sarà tutta da scoprire lungo la durata della storia, al momento sapete che si chiama così.

Ma Ciancio alle bande ci si vede al prossimo capitulo!

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