Sixteen

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Sono passati cinque giorni ed in questi non ho visto nemmeno una volta Annina.

La cosa preoccupante è che senza di lei mi sento vuoto, ma soprattutto la signora Schmitt è come persa, non sa su chi basarsi perché Arianna combina solo casini e non ha un sostituto per il piano.

In questi giorni sono andato lo stesso alla sala di danza per provare dei passi da solo per poi appuntarmeli su di un foglio in caso di un suo arrivo improvviso.

Ho pensato anche che sarebbe stato carino da parte mia scrivere una canzone nel tempo in cui sono stato solo e ho che gliela canterò questa sera, come fosse una serenata.

So di non essere il principe azzurro che le persone vorrebbero (minchia se non lo sei...), ma io ci voglio provare. L'unica scusa che mi aiutava ad andare avanti era il pensiero fisso su di lei.

Ho cominciato a parlare più spesso con la gemella della bionda e, devo dire, è più spietata di me. Si è presentata in modo molto... originale.

-Ciao, osa torcere solo un capello a mia sorella e ti pianto una porta in faccia con la giusta dose di forza che ti serve per svenire.- Sono state le sue esatte parole.

Una ragazza molto dolce, in poche parole.

Ora sono al parco con Cira, le devo dire quello che sto passando e spero che capirà senza prenderla male.

Ho ferito anche lei, lo so, ma spero di mantenere lo stesso un legame forte tra di noi, una vera amicizia di ferro.

-Cira, c'è una cosa che devo dirti...- comincio girandomi completamente verso di lei stando comunque seduto sulla panchina del parco.
-Dimmi tesoro, sono tutta orecchie.-
-Ecco, non trovo le parole giuste per dirtelo, ma non voglio essere troppo schietto perché ho fatto del male a troppe persone in questo periodo, tra cui inconsciamente anche te. Vedi, i miei sentimenti sono cambiati e non provo più quello che provavo quando ci siamo messi assieme, spero solo che questo non ti distrugga moralmente perché non me lo perdonerai mai. Sono sicuro che un ragazzo come Jacob sia quello di cui tu hai bisogno perché io non sono adatto per stare con te. Sia chiaro, non hai fatto niente di male, ma io non sono quel capo di santo... mi dispiace...-

Lei rimane leggermente di stucco per le parole che le ho detto, ma alla fine alza la testa e mi guarda con gli occhi lucidi.

-Avevo capito che qualcosa non andava perché non eri come una volta con me. Per me va bene, mi dispiace per questa rottura, ma mi sento lo stesso onorata di aver passato del tempo piacevolissimo con te. Cos'è successo di così grave? Hai fatto del male a qualcuno?-
-Sì, ho quasi ucciso mio fratello perché, quando siamo andati fuori con Annina e mio fratello, lui le è stato troppo vicino. In poche parole ho fatto del male a te perché pensavo ad Annina, a Marcus e ad Annina perché ho fatto del male a voi due. Non volevo...-
-Stai tranquillo... va da lei, io devo andare a fare una cosa svelto adesso. Ci vediamo in giro, big Gunnarsen!- e, prima di lasciare la panca, mi da un dolce bacio sulla guancia.
-Ciao.- la saluto e rimango ancora qualche attimo a riflettere.

Mi incammino verso casa passando davanti ad un fioraio dove prendo una Gazania rigogliosa e viva, bella aperta e particolare che, appena arrivo a casa, metto in un bicchiere d'acqua.

Prendo il mio tacquino e, mentre giro intorno alla stanza, leggo ancora attentamente le parole della canzone per poi esercitarla sotto la doccia.

Esco asciugandomi ed indosso dei jeans strappati azzurri ed una maglia lunga bianca con sopra una felpa rossa con scritto "romantic", poi cerco in un qualche modo di sistemare i capelli e mi metto un goccio di profumo, sebbene non sia un appuntamento, spero almeno che si senti dalla sua stanza.

Listen To My Music And Dance //M.G.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora