Nineteen

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Non ho mai visto così a disagio Martinus.

Mai.

Forse l’ho sconcertato presentandogli mio fratello che va beh, Spancer è Spancer. La sua caratteristica è che lo vogliono prendere alla FBI a soli diciotto anni e qualche mese, come dice lui.

-Ti ringrazio per il frullato alla banana, era molto buono. Ora però devo andare prima che mia madre mi faccia il terzo grado.- si alza da tavola il giovane in faccia a me, -E mi farebbe piacere se tu accettassi di venire da me a cena, oggi.-
-Per me va bene! Tranquilla, Annina, oggi è il turno di Spancer in cucina e tu vai dal tuo ragazzo!- annuncia mia madre dal salotto facendomi diventare rossa dall'imbarazzo.
-Mamma, credo che ti sei sbagliata perché lui è mio amico, non il mio ragazzo.-
-Cosa cambia? Vai che sei sempre qua a cena.-
-Bene, a quanto pare mia madre non mi vuole tra i piedi. Accetto l'invito.-

Mi sorride, ma subito mi viene incontro.

-Ti conviene andare a casa a farti una doccia, me la faccio anch'io e ti raggiungo sotto casa tra circa un'ora.- raccomando puntando il dito sul suo petto.
-Beh, puzzo di buono, no? Ci vediamo a casa mia tra un ora allora.- e si dirige verso l'ingresso per poi fermarsi sulla porta dove lo raggiungo.
-Sì, ci troviamo da te a quell'ora. Avverti i tuoi, mi raccomando.-
-Non sono così smemorato.-
-Ma sei maschio. Sia chiaro, non discrimino nessuno. Muoviti se non vuoi l'interrogazione da parte di tua madre.-

Esce da casa mia e comincia a correre verso casa sua, poi non lo vedo più. Dunque chiudo la porta e vado in camera mia per fare una doccia fredda dato che le temperature sono elevate.

Ancora...

Indosso una canotta bianca leggera con sotto un top color crema mentre vesto dei pantaloncini di jeans chiari. Mi asciugo i capelli rendendoli come minimo presentabili e scendo in soggiorno per salutare mia madre.

-Questo è il tuo profumo preferito, giusto? Vuoi fare colpo su qualcuno a quanto pare hehe!- esclama lei annusando il mio collo.
-Mamma, credo che non sia necessario di usmare il mio profumo. Sono venuta per dirti che sto uscendo adesso. Mi saluti Spancer e la belva?-
-Tua sorella non è una belva!-
-Allora saluta la grezza. Lei sa che scherzo. Ciao!- ed esco di casa

Cammino a ritmo di musica, la mia musica, fino alla porta principale di casa Gunnarsen dove busso leggermente forte per farmi sentire.

La porta si apre leggermente mostrandomi una ragazza giovane dai capelli castani e gli occhi pure con un sorriso in faccia e l'aria simpatica.

-Oh! Tu devi essere Annina, giusto? Ti stavamo aspettando con ansia!- annuncia di fretta e furia aprendo ulteriormente la porta e facendomi passare oltre la soglia.
-Ciao! Tu come ti chiami? Dato che sai già il mio nome, potremmo conoscerci un poco, no?-
-Certo! Io sono Emma, la sorellina di Mac e Tinus e ho nove anni, tra poco ne compio dieci.-
-Molto piacere, Emma.- e le stringo la mano piegandomi in ginocchio.

Dalle scale scende Martinus con dei calzoncini neri sportivi e una maglia con un topolino che a prima vista sembra posseduto.

-Eccoti! Beh, a quanto pare hai già conosciuto mia sorella. Ora posso presentarti a mia madre e mio padre. Vieni con me!- esclama il ragazzo prendendo la mia mano.

Mi trascina in salotto e mi presenta come la sua amica migliore e loro sorridono alle parole.

-Finalmente parli anche con le ragazze! Sono fiero di te, tesoro. Cara, abbiamo preparato i Tacos per questa sera, spero solo che ti piacciono.- commenta la madre prendendo un ventaglio dal mobiletto accanto a lei.
-Vado pazza per i Tacos, anche se non li mangio frequentemente.-

Ci sediamo tutti a tavola e mi servono due porzioni perché secondo la donna di casa ho bisogno di mangiare.

-Allora, come vi siete conosciuti voi tre?- domanda curioso il padre dopo aver mangiato un boccone del cibo.
-Ci siamo visti per la prima volta al coro. Per gentilezza mi sono avvicinata a loro e mi sono presentata ponendo loro la mia mano. Marcus l'ha stretta e si è presentato mentre Martinus ha voltato il capo storcendo il naso. Da dire che io e Marcus siamo simili come lo sono Martinus e mia sorella gemella, Arianna.- racconto.
-Dunque hai una sorella gemella! Che bello!-
-Beh, se per bello si intende che è la ragazza più rozza che conosca, allora sì. Comunque, scherzi a parte, lei è metaforicamente la mia spada mentre io sono il suo scudo. Se lei si caccia nei guai, io vado a proteggerla mentre se succede il contrario, lei attacca.-
-Avete un legame forte allora, sebbene da quello che mi stai dicendo sembrate appartenere a due mondi diversi.-
-Già. Infondo, è mia sorella.-

Finiamo di mangiare, poi decidiamo di andare al parco io, Mac, Tinus ed Emma per poi farci raggiungere da Arianna.

-Buona sera, mia cara sorellina.- la saluto cortesemente.
-Perché mi vuoi in questa comitiva? Ero arrivata al secondo posto su fortnite online, ma tu mi hai obbligata obbligata a venire.-

Non cambierà mai...

-Perché socializzare con le persone in carne ed ossa ti fa bene, non come stare davanti allo schermo del televisore ad insultare pesantemente chi ti uccide. Comunque sia, lei è Emma, la sorellina dei due nordici.-

Si stringono la mano con due espressioni completamente diverse: la più giovane con un sorriso sulle labbra che non smette di sfoggiare da quando sono entrata in casa sua mentre l'altra con aria decisamente annoiata.

-Bene, ora possiamo andare a casa? Spero che non mi hai fatto interrompere la partita per farmi conoscere una delle tante bambine che girano in giro per Las Vegas.-

Noto il viso della giovane tornare serio mentre mia sorella alza un solo sopracciglio.

-Di sicuro non ti ho chiamato per mostrarti ad Emma così rozza e cattiva nei suoi confronti. Scusa una cosa, ma ti pare il caso di dire cose del genere ad una bambina di quasi dieci anni?!- sbotta davanti ai tre Gunnarsen tenendo tappate le orecchie di Emma.

Mia sorella mi trascina rapidamente lontano da loro e cominciamo a discutere animatamente tra di noi.

-Senti, di madre ne ho una, ma basta e mi avanza, non ne ho bisogno di un'altra, soprattutto se sei tu quella.-
-Mostra un po' di gentilezza nei confronti di chi vuole esserlo con te!-

Mentre ci tiriamo frecciatine, ci corre addosso un uomo in giacca e cravatta con in mano una borsa in cuoio per poi cadere per via di una scarpa slacciata.

-Hei! Stai attento che ti spezzo in due se osi ancora toccarmi, lurido portatore d germi contagioso di malattie psicosomatiche e fisiche!- gli urla dietro Arianna.

Lui si alza mentre si avvicinano pure gli altri tre. Si aggiusta gli occhiali sul naso e ci guarda stortando il capo verso sinistra.

-Oddio! Annina e Arianna!- esclama lasciando la borsa in cuoio a terra ed avvicinandosi a noi come se nulla fosse, come se ci conoscessimo.
-Ci conosciamo noi?- domando gentilmente.
-Certo che mi conoscete! Io sono vostro padre!-

♧♧♧

BUON GIORGIO!

Perdono io mio ritardo, ma sono al polo nord e la connessione va e viene.

SONO IN DANIMARCA DOPO 30 KM DI TRAFFICO IN TUTTA LA FOTTUTA AUTOSTRADA TEDESCA!

Ok, ora entra in scena anche io signor Reid, il padre scomparsi delle due gemelle.

Credo che non ho altro da dire, dunque...

Ma Ciancio alle bande ci si vede al prossimo capitulo!

Listen To My Music And Dance //M.G.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora