Twenty-six

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-Spancer! Perché non compri mai le felpe col cappuccio? Sei sempre in giro con i soliti maglioni della nonna!-

Ecco come inizia la mia serata di un favoloso sabato, il secondo dopo lo spettacolo fatto a Las Vegas e che ha riscattato un gran successo e giravoce nella mia scuola e, presumo, anche quella privata dove studiano i due norvegesi. Arianna già impazzisce perché ha come il timore che qualcosa vada male e crede che avere un fratello maggiore che non indossa i felponi da rubare non sia il massimo, ma non ha mai pensato al fatto che lui prova ad aiutarla in matematica e nelle materie in cui non riesce.

Piccola parentesi, ha preso appena adesso, cioè stamattina, la laurea in medicina e, per "festeggiare" l'evento, Derek Morgan ha deciso di portarlo in centro a fare qualcosa da quasi colleghi quali sono.

-Ari, puoi chiedere a Marcus di prestartene una. Sono sicura che non dirà di no.- dico calma a mia sorella.
-Ma sei pazza?! Io non chiederò mai a lui di prestarmi una sua felpa!- ribatte lei parlando molto velocemente, più di quanto già fa.
-Allora glielo chiederò io...-
-Non osare toccarlo, lurida succhiasangue ladra di futuri ragazzi.-
-Intendevo dire di chiedere a lui di darti una felpa perché hai freddo.-
-Ah...-

Corre in camera sua mentre io prendo le posate, i piatti ed i tovaglioli per preparare il tavolo per nove persone.

Improvvisamente sento il suono del campanello in tutta la casa, segno che sono arrivati.

Cavolo, mi devo ancora cambiare!

-Ari! Vai ad aprire tu che mi devo cambiare!- annuncio salendo le scale di corsa.
-Chiedi a mamma! Mi sto mettendo il mascara!-

In un qualche modo qualcuno è riuscito a far accomodare i norvegesi in casa, probabilmente mio padre.

Mi metto addosso una maglia grigia di Harry Potter con su la mia casata (tassorosso), dei pantaloni jeans ed una giacchetta sempre di Harry Potter. Non sono una fan, assolutamente!

Scendo le scale tenendomi allo scorri mano e faccio la mia entrata in salone dove tutti sono già con un piattino di antipasto in mano.

-Hei! Non mi aspettate?- domando sembrando triste, ma ridendo dentro.
-Sei in ritardo, non è colpa nostra.- commenta Ari col suo tono tipico.
-Mi stavo cambiando e preparando! Un po' di contegno, con gli ospiti non ci si può presentare come un barbone!-
-Io lo faccio, non ho problemi ad indossare le tute mimetiche e le felpe larghe.-
-Ma io cosa sto ancora qui a discutere con te... ciao a tutti!-

Saluto la famiglia Gunnarsen al completo e mi avvento anch'io sull'antipasto.

-Avete già in programma cosa fare per natale?- domanda cortesemente Gerd-Anne a mia madre.
-Beh, in realtà ancora niente, ma presumo che voi abbiate qualcosa in serbo per le vacanze.- risponde mia madre.
-Sì, torniamo al nord, in Norvegia. Ho però come il presentimento che qualcuno preferirà stare qui, sebbene non so ancora dove dato che a casa ho paura.-
-Può rimanere da noi! Abbiamo tanto spazio qui in casa!- la interrompe subito mia madre.
-Davvero saresti così gentile da tenere i miei due figli?-
-Sono sicura che qui avranno compagnia durante le vacanze.-

Ad Arianna va di traverso un pezzo di pane e formaggio che la fa tossire come un gatto quando deve regurgitare una delle tante palle di pelo che si creano durante le loro interminabili sette vite.

Le do qualche botta sulla schiena per farle andare giù il boccone.

Bene, iniziamo alla grande, come sempre d'altronde.

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È mezzanotte ed i genitori Gunnarsen assieme ad Emma sono tornati a casa e hanno deciso di far provare ai due figli di dormire qua.

Listen To My Music And Dance //M.G.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora