Twenty-eight

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Spostare il corpo di un ragazzo che fa fatica persino a parlare non è il massimo, soprattutto se pesa più di te, come nel mio caso. O forse no? Bah, io sono un elefante con in braccio un ippopotamo che ha in testa una giraffa che, a sua volta, ha in groppa tutto lo zoo.

Sì, sono iperbolica e credo che questo sia un problema mentale serio, ma non troppo. Ci si può ancora vivere e convivere.

-La conosci da un po', dovresti sapere che alcuni tasti non bisogna toccarli.- gli dico portandogli un sacco contenente del ghiaccio per la zona cruciale.
-E tu potevi benissimo avvisarmi al posto che portarmi via il santo frullato alla banana che tanto amo.-
-Sarebbe stato più divertente vedere la scena, ma più sofferente il continuo del film. Ebbene, sono qui che parlo con te tenendo un sacchetto con del ghiaccio sui tuoi testicoli. Ora puoi ben notare quanto la mia vita non sia perfetta e neanche la tua.-
-La prossima volta provocherò te, allora. Magari mi tiri i capelli!- ride sofferente.
-Almeno ridi sebbene hai molto male lo stesso.-

Scende le scale una chioma castana ed alta fino al sofà dove siamo seduti noi, o almeno lo sono io dato che lui è ancora sdraiato.

-Presumo che questo non sia un buon giorno per qualcuno. Chi ha provocato Arianna?- domanda Spancer mettendomi entrambe le mani sulle spalle, poi si risponde da solo. -A quanto pare oggi è toccato al nostro caro ragazzo, Martinus. Ci siamo passati tutti, non preoccuparti. Quando ha colpito me per la prima ed ultima volta, per grazia di Dio, era perché avevo appena preso la laurea in matematica. Tu ti riprenderai presto, lo si capisce dal tuo carattere e dal tuo animo entrambi forti.- e si sposta in cucina per bere un bicchiere di succo d'arancia.
-Ah, e a te cos'ha fatto, Annina?-
-Me lo ricordo come se fosse stato ieri. Eravamo al supermercato e mamma aveva messo me, una piccola bimba dai capelli platino di appena quattro anni, dentro il carrello. In tutto quel tempo, durante la spesa, Ari non ha fatto altro che lamentarsi tant'è che, appena sono scesa dal carrello, mi ha tirato un pugno nell'occhio. All'asilo guardavano male entrambe dato che io sembravo un panda mal uscito e lei aveva l'aria della colpevole. L'occhio nero mi è rimasto per un mese prima che cambiasse colore.- racconto guardando il soffitto per ricordare.
-Certo che è spietata, senza scrupoli.-
-Mai darle torto, ma la cosa peggiore è toglierle i crackers. Fallo e non capirai più qual è il giorno e quale la notte.-
-Sembra una minaccia.-
-Lo è.-

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La città oggi si copre di una leggera coperta di neve e le strade sono inanimate, solo nelle piazze c'è un po' di vita.

Infatti, come ogni venticinque di dicembre che si rispetti, la famiglia Reid vaga per le vie del paese in cui viviamo ed ogni anno ci imbattiamo nel coro della West Songs.

-Annina!- mi saluta dal coro, che ha appena finito di cantare "We wish you a marry Christmas", Irene.
-Ciao, Irene. Come va? Buon Natale!-
-Tutto bene. Buon natale anche a te. Ciao ragazzi!-
-Ciao!-

Dopo una conversazione al quanto lunga con tutti, ci spostiamo verso il mercato natalizio dove i bastoncini di zucchero sono il menù del giorno come lo è la colomba a Pasqua o il tacchino al giorno del ringraziamento.

-Ragazze, mi raccomando, non sperperate che i soldi non crescono sugli alberi.- raccomanda mio padre.
-Va bene. Ci vediamo a casa!- e loro se la svignano da sotto il nostro naso.

Osserviamo tutti e quattro ogni bancarella e compiamo solo della cioccolata accompagnata da dei soffici marshmallows. Poi ci dirigiamo verso il parco dove il laghetto ghiacciato è adibito a pista di pattinaggio.

-Ottimo, possiamo ballare sui pattini, se vuoi.- propone Tinus dandomi una lieve spallata.
-Non sarebbe male. Voi cosa avete intenzione di fare, coppia che scoppia?- chiedo riferita a Marcus ed Ari.
-Credo che noi andremo ancora un po' in giro. Che ne pensi?- espone la sua idea Maci.
-Pronta ad andare. Ci vediamo a casa, piccioncini che non siete altro!- e anche loro si allontanano.

Ci sediamo su delle panchine e ci togliamo le scarpe per poi infilarci i pattini e camminare a passo lento fino alla riva ghiacciata del laghetto.

-Segui il mio ritmo e fatti accompagnare dai miei movimenti, non devi fare altro.- dice prendendomi per mano e cominciando a prendere una leggera rincorsa per aumentare la velocità della pattinata.

Passiamo un'ora buona a ballare e muoverci al nostro ritmo tra la folla di gente venuta pure essa per il nostro stesso scopo. Poi, ci prepariamo e ci avviamo verso casa mia.

I regali di Natale sono già posti sotto l'albero, ma da noi c'è sempre stata una regola fondamentale da rispettare a natale, ovvero che non si aprono prima di mezzanotte del giorno festivo.

-Ragazzi, com'era il polpettone quest'anno?- domanda quasi preoccupata mia madre prendendo i piatti e sparecchiando la tavola.
-Delizioso, mamma. È la prima volta che vedo Arianna non strozzarsi!- commento ridacchiando sottovoce.
-Quest'anno facciamo un taglio alla regola dato che con l'età non riesco più a stare sveglia fino a mezzanotte.-
-Stai per caso dicendo che possiamo aprirli ora e non tra quattro ore e passa?!- si alza in piedi mia sorella sbalordita dalle parole della donna.
-Non appena la tavola sarà in ordine.-

Vedo una scheggia rimbalzare dalla tavola alla cucina avanti ed indietro portando via stoviglie, piatti e bicchieri facendo pulizia nella sala da pranzo.

-Bene, presumo che adesso si possono aprire. È tutto in ordine, ma non entrare in cucina, quella va chiusa a chiave.- dice mia sorella posizionandosi sull'attenti.
-Sei incorreggibile, sorellina.- e mi sposto a sedere sui divani.

Lei è un mistero perché odia scartare i regali al compleanno, ma a natale è sempre la prima. Se vi ricordate, al compleanno ha detto a chiare parole che odia scartare i pacchi, ma adesso è già sotto l'albero impaziente.

-Bene, chi vuole cominciare?- domanda mio padre scioccamente.
-Domanda inutile, papà.- commenta Spancer.
-Già, ogni anno comincia lei.- commento facendo sedere accanto a me entrambi i due fratelli norvegesi.

La ragazza afferra un pacco incartato di blu e lo scarta trovando una felpa nera con una scritta bianca che cita le seguenti parole:
1 thing
2 say
3 words
4 you
Shut up, man!

-La adoro! Da parte di chi è?- domanda al settimo cielo.
-È da parte di papà, gliel'ha consigliata tuo fratello, Spancer.- annuncia mia madre.
-Allora non la voglio.-
-Ari, è pur sempre di tuo padre il regalo, sangue del tuo sangue, parte di te.-
-Proprio una gran fortuna... chi vuole proseguire?-
-Smetti di fare la capricciosa, almeno a Natale.- commento guardandola.
-Ma tu non hai ancora capito che lui se n'è andato poco dopo la nostra nascita?-
-Ne sono al corrente, ma dagli una seconda opportunità, sono sicura che rimedierà alla assenza che ci ha lasciato per sedici anni. Tu, nel mio caso, saresti riuscita a dare una seconda opportunità a Tinus?-
-L'avrei impiccato, sinceramente. A meno che mi avesse portato un pacchetto di crackers.-
-Ecco! È questo il problema, Ari. Tu non riesci a fare quel passo. Devi provarci e non significa cambiare, ma dare un opportunità può darti delle soddisfazioni. Guarda già me: sei felice anche te che non ti rubo più i vestiti neri che indossavo qualche mese fa?-
-Sì, ma...-
-Niente ma! Apri un po' gli orizzonti anche con NOSTRO padre.-

Mi avvicino a lei e, poggiandole le mani sulle spalle, le sussurro:

-Dare una seconda occasione è anche una nuova opportunità per te, magari scopri che avete più cose in comune di quanto immagini. Fallo per me, ti prego.-
-E va bene, ci proverò. Grazie, Arthur, per la felpa.-

Si avanza un passo alla volta, almeno.

♧♧♧

BUON GIORGIO!

Allora, ieri ero leggermente al settimo cielo, ma ve l'ho già detto nel capitolo scorso :)

Arianna diventerà una serial killer, o forse lo è già.

Arriva Natale ed Annina riesce a far cambiare, per un minimo, il punto di vista nei confronti di Arthur.

E niente, volevo solo dire che Ari e Mac, mentre Annina e Tinus  pattinavano, sono andati a fare un giro e si sono tenuti tutto il tempo per mano, anche se questo gli altri due non lo sanno.

Ma Ciancio alle bande ci si vede al prossimo capitulo!

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