Twenty

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Gli occhi dell'uomo continuano ad illuminarsi e a sorridere mentre i miei e quelli di mia sorella sprizzano confusione.

-Non vi ricordate di me? Mi sono appena ritrasferito qui a Las Vegas per vedervi di nuovo, anche se so tutto su di voi. La mamma mi manda delle lettere dove scrive quello che fate. Ne ricevo una ogni mese e quando le leggo vi sento vicine. Tu, Arianna, hai cominciato ad andare al poligono di tiro per migliorare la tua mira mentre tu, Annina, hai cominciato la danza Hip Hop. Tra qualche settimana avrete un saggio di canto e danza in città e io sarò lì a guardarvi. Spancer ha ricevuto la laurea in medicina, giusto?-
-No, domani ha l'esame. Come mai sei scappato?- parlo io perché saprei come andrebbe a finire se aprisse bocca mia sorella.
-Non sono scappato, sono andato via perché la mamma mi ha scacciato perché era appena entrata in depressione e cose del genere, ma poi ha iniziato a scrivermi lettere.-

Lo guardo scioccata, forse per il fatto che non me lo ricordavo così fisicamente.

-Se sei davvero nostro padre, quando siamo nate?- domanda rabbiosa lei.
-Siete nate al undici di novembre del duemila e due, dunque il vostro compleanno è tra due settimane. Annina è nata prima di Arianna per qualche minuto, a una piacciono i colori pastello e all'altra i colori scuri. Ari assomiglia molto a me mentre Annina assomiglia alla mamma.-
-Dunque tu saresti Arthur Reid?-
-Sì, sono io.-

Non rimango a riflettere molto su quello che sto per fare e lo abbraccio istintivamente. Sinceramente, quante possibilità ha una persona di ritrovare il padre scomparso nella propria città?

Come direbbe Spancer, le possibilità sono scarse, dunque questa non può altro che essere una coincidenza.

Mi stacco da lui e osservo da una distanza non troppo lontana la reazione di mia sorella, ovvero lei che allunga la mano e lui che la stringe col sorriso sulle labbra.

-E lui chi è?- domanda timida Emma alle nostre spalle nascosta dietro ai due gemelli.
-Professor Reid? Dunque è lei il padre delle nostre migliori amiche?-

Nostro padre si volta per vedere i due norvegesi e gli sorride.

-Ma guarda un po', i due gemelli Gunnarsen hanno fatto amicizia con le mie figliole. Questo, sia chiaro, non sarà un favoritismo nei vostri confronti.-
-Certo, questo è chiaro. Non sapevo che lei fosse loro padre!-
-Non ho voluto dirlo per motivi personali, ma sappiate che sono fiero dei miei tre figli.-

Appoggia a me una mano sulla spalla avvicinandomi a sé e fa la stessa cosa con Arianna che, però, si allontana dalla presa dell'uomo.

-Per me rimani ancora uno sconosciuto, dunque il tuo contato non lo voglio.- esordisce Arianna andando verso Marcus.
-Tranquillo, Arthur. Non ha contatti nemmeno con Spancer ed è già bello se mi consola quando sto male.- commento avvicinandomi alla piccola Emma e a Tinus.
-Ok, allora ci si vede allo spettacolo, giusto?-

Ci salutiamo così, lui con uno sguardo semplicemente allegro, io con un sorriso tra il contento ed il confuso (sì, lo sono ancora) ed Arianna con le sue tipiche braccia conserte ed il suo sguardo cazzoso.

-Spara, cosa vuoi farmi fare adesso? No, così perché questa cosa non mi sembrava affatto una cosa casuale.- brontola nuovamente la mora rivolta a me.
-Credi a quello che vuoi, ma io volevo anche la tua compagnia per farti parlare e conoscere un po' meglio dagli altri. Potresti anche solo per un momento divertirti?-
-Dammi una pistola con dei colpi a salve e mi divertirò.-

Sospiro esasperata per poi sentire la voce di Marcus parlare per interrompere questa stupida discussione.

-Che ne dici di andare al poligono di tiro? Ti faccio compagnia e magari inizio a conoscerti io un poco meglio.-

Che qualcuno lo sposi.

-Davvero andresti a quest'ora al poligono per far tacere una mitica lite tra me e mia sorella?- domanda sconcertata.
-Sei come mio fratello, dunque so come comportarmi. Lo conosco da sedici anni e da quanto posso notare siete simili.-
-Ricordati che sono donna...-
-La vita è fatta di esperienze. Dai, andiamo prima che tra voi due scoppi una guerra di tirate di capelli e graffi.-
-Ma lei picchia così!- e la allontana poggiandole una mano sulla schiena per smuoverla e spingerla avanti.

Mi si avvicinano gli ultimi due Gunnarsen rimasti ed Emma mi prende per mano.

-Vostro fratello è proprio da sposare... una persona così docile non l'ho mai vista.- commento ad alta voce.
-Perché non lo fai tu?- domanda la castana facendomi andare di traverso la saliva.
-Non è il mio tipo, io sono dell'idea che gli opposti si attraggono, non i simili.-
-Allora sposa Tinus!-
-Emma, credo che non sia il momento e l'età per un matrimonio.- interrompe il ragazzo notandomi in difficoltà.

Cribbio, grazie per il tuo miglioramento e spero rimarrai così.

Gli sorrido e prendo Emma per mano cominciando a camminare lasciandolo indietro.

-Sai, voglio dirti alcune cose che non sai sul conto di tuo fratello, Tinus, come ad esempio quando è venuto a scusarsi si è messo un buon profumo e mi ha portato un grazioso fiore, cosa che non avrebbe fatto tempo prima.- racconto lei sussurrando ed abbassandomi leggermente.
-Hei! Ho sentito il mio nome!- esclama da dietro il ragazzo in questione. -Perlopiù mi state abbandonando!-
-Sei tu che sei rimasto indietro!- commento guardandolo nuovamente negli occhi.
-Almeno aspettatemi prima di scappare via!-

Ci corre dietro per poco tempo e ci ferma dalle spalle.

-Siete perfide!- commenta.
-Hei! Non è vero! Dai vieni qui.- e gli metto un braccio sulle spalle tenendolo in diagonale per la differenza d'altezza.

Lui appoggia di conseguenza la sua testa sulla mia e chiude gli occhi come se stesse sognando.

-Non dormire che poi ti devo portare a casa di peso.- gli sussurro.
-Però se vuoi farlo tu lo puoi fare.-

Camminiamo fino a casa Gunnarsen per lasciare Emma per via della stanchezza e mi riaccompagna a casa.

-Noto che stai leggermente barcollando. Vuoi un passaggio?- domanda venendomi incontro e spintonandomi leggermente.
-Non farlo apposta...- Non mi lascia finire la frase che mi prende a modi sposa.
-Mia principessa, la porto al suo reame.-
-Ma peso come un ippopotamo ed un elefante con sopra una giraffa e lo zoo intero!-
-Sei quasi più leggera di Emma, non dire baggianate. Inoltre, le tue palpebre crollano come è crollato il muro di Berlino.-

Allaccio le mie braccia dietro il suo collo e mi accascio sulla sua spalla sorridendo e chiudendo gli occhi.

-Anche tu sei da sposare, non pensare che tuo fratello sia l'unico.- sussurro senza pensare.
-Detto da te suona ancora meglio.-

Credo di amarlo.

♧♧♧

BUON GIORGIO!

Scusate l'assenza, ma l'ispirazione, sebbene qui è un paradiso, mi scappa in ogni dove.

Arthur Reid, il padre scomparso;
Marcus Gunnarsen, il supereroe;
Arianna Reid, la killer spietata;
Emma Gunnarsen, la piccola patata dolce del gruppo;
Annina Reid, l'esagerata;
Martinus Gunnarsen, il principe azzurro.

Poi... big confessione riflessiva che mi ha reso il capitolo più bello :)

Ma Ciancio alle bande ci si vede al prossimo capitulo!

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