The bad boy's love

•Capitolo 4•

La sera precedente avevo dovuto spiegare a mamma e papà come mai c'era Andrew appostato dietro la mia porta, mentre io mi trovavo ancora chiusa all'interno. Questo significava che quando aveva detto che se ne sarebbe andato, mentiva. Era rimasto fuori da quella porta ancora a lungo. Eppure, non si era più fatto sentire. Poi era tornato a casa senza salutarmi. Il che era comprensibile visto il modo in cui mi ero comportata con lui. Eppure, non mi sentivo in colpa. Be', d'accordo un pochino sì. Detestavo comportarmi da...stronza. Ma lui mi aveva ferita e io non ero mica un giocattolo a comandi. Bene, d'accordo mi aveva dato delle spiegazioni. Spiegazioni credibili. Ma stavolta non mi sarei accontentata di semplici spiegazioni. Prima di quest'ultime mi aveva mentito. Poi, mi aveva ferita. Infine, tutta la scuola era venuta a conoscenza di lui e di quella ragazza. Io potevo sapere anche la verità, o per lo meno la presunta verità. Invece, il resto del mondo aveva cominciato a pensare che lui mi avesse sempre tradita con quella ragazza. Bella umiliazione.
Avevo passato l'intera notte a pensare al modo nel quale sarei potuta uscire da questa situazione, a come potessi mai comportarmi una volta tornata a scuola. Notizia del giorno?

Non avevo concluso niente. Assolutamente niente. Se non per il fatto che non avessi chiuso occhio, quindi oltre a sentirmi interiormente da schifo, avrei dato la stessa impressione a chiunque quel giorno mi avesse vista. Appena Andrew se n'era andato, avevo telefonato a Sav per raccontarle della sua visita. Non ne era rimasta sorpresa. Anche Savannah ce l'aveva con lui, ma al tempo stesso era certa che a Drew piacessi. Diceva che doveva soltanto imparare a dimostrarmelo. Io non ne ero così convinta, invece. Il suo consiglio era stato quello di mostrarmi indifferente, ignorarlo, magari trattarlo come una qualsiasi altra persona.

Quella mattina mi stavo letteralmente trascinando di corridoio in corridoio, ma di qualcosa ero convinta: non avrei più permesso ad Andrew di mentirmi. Appena varcata la soglia della porta decine e decine di sguardi - e no, non stavo esagerando - avevano puntato l'attenzione verso la mia direzione. Avevo cercato il più possibile di ignorarli, eppure il profondo senso di disagio e imbarazzo aveva continuato a perseguitarmi lungo il tragitto fino alla mia aula.

"Andrew Sullivan l'ha tradita." Mormorò una ragazza all'amica, mentre le passavo accanto.

Una dolorosa fitta mi colpì in pieno petto. Distolsi rapidamente lo sguardo dal suo, traendo un profondo respiro. Andrew non mi aveva tradita. Su questo punto gli credevo. In realtà non avrebbe potuto nemmeno farlo, visto che non stavamo insieme. Non realmente. Eppure, tutte le voci che sentivo mi ricordavano quanto fossi stata ingenua. Un continuo promemoria delle sue bugie. Una ferita ancora aperta.

Ce la misi tutta per ignorare il resto delle voci, invece mi inoltrai all'interno dell'aula a passo velocissimo. Mi sistemai gli occhiali che portavo sul naso con un sospiro. Avevo deciso di indossarli per nascondere la mia faccia da zombie, oltre al trucco ovviamente. Salutai educatamente il professore, intento a leggere un libro, poi alcuni dei miei compagni di classe. Non mi vedevano più come al solito. Nei loro occhi si rispecchiava la propria curiosità. Alcuni, invece mi guardavano come se provassero pena per me. Ecco, quelli erano gli sguardi che mi piacevano meno. Mi facevano sentire una stupida.

Andai a sedermi nell'ultima fila, cosa che di solito non facevo. Mi infilai nell'ultimo banco a destra, vicino alla finestra e trassi un sospiro di sollievo non appena mi ricordai che Andrew non aveva questo corso, quindi non sarei stata costretta ad incontrarlo. 
Stanchissima e con l'aria deprimente lanciai un'occhiata al di là del vetro, in cui si trovava un campo da basket all'aperto e inghiottii il groppo che avevo in gola. Mi sedetti, lasciando lo zaino al mio fianco.

"Bene, iniziamo la lezione." Disse il professore, mentre si alzava dalla cattedra e la spostava più avanti, in modo da avere più spazio per muoversi e scrivere alla lavagna.