•Capitolo 7•

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Durante la pausa pranzo, quel giorno, non avevo troppo appetito. Mi misi a mangiucchiare il mio panino, sotto lo sguardo furioso della mia migliore amica.

"Non posso credere che fosse sul punto di dirti che non ha intenzione di mettere a rischio tutto quello che..." Tutto d'un tratto batté una mano sul tavolo della mensa, facendomi sussultare. Si mise in piedi."Com'è che ha detto? Ah, giusto. Che non ha intenzione di mettere a rischio quello che ha costruito finora per te. È questo quello che stava per dire?"

Inghiottii un boccone, pulendomi la bocca con un fazzoletto."Già, esatto." Borbottai masticando."Non capisco perché ci sia rimasta così male dopo tutte le sue bugie. Dovevo aspettarmelo."

Savannah mi puntò subito un dito contro."Stai scherzando, spero." Sbottò lei.

La fissai, confusa.

Lei sospirò, esasperata rimettendosi seduta dov'era."Non dirmi che non l'hai capito."Disse, sollevando un sopracciglio castano.

"Che cosa esattamente?" Risposi, stringendomi nelle spalle.

Lei questa volta si batté una mano sulla fronte."Andiamo Kim!" Esclamò rimettendosi seduta."Il suo sguardo pentito, il pugno che ha tirato contro l'armadietto, il fatto che sia geloso marcio e che ti giri costantemente intorno non ti suggeriscono qualcosa?"

Sollevai entrambe le sopracciglia, incrociando le braccia sul tavolo."Rimorso? Perdita dell'autocontrollo? Fin troppo frequente, tra l'altro. Ossessione per quello stupido patto e ossessione per quello stupido patto per aiutare la sua famiglia. Aspetta, ho già detto ossessione per quello stupido patto?" Conclusi, alzando le braccia al cielo."No, niente di rilevante."

Savannah prese il pezzo di panino che avevo lasciato sul piatto e gli diede un morso, mentre alzava gli occhi al cielo."Quel ragazzo ha dei seri problemi, su questo siamo d'accordo." Inspirò a fondo."E sì detesto quello che ti ha detto, il modo in cui spesso si comporta, ma vuoi che ti dica che non prova niente per te? Ad essere sinceri, credo che impazzisca per te cara la mia Kimberly Parker. Ma la verità è che non sa neanche lui come comportarsi. E non lo sto giustificando, anzi presto gli darò un bel calcio laggiù dove non batte il sole." Si soffermò a pensare qualche istante."Stavolta l'ha combinata grossa. Davvero grossa. Ma è Andrew e tu sei Kimberly, quindi..." Smise di parlare, puntando lo sguardo oltre le mie spalle. Sgranò gli occhi castani."Oh, mio Dio."

Savannah si sistemò la camicetta bianca che indossava, sbottonando i primi tre bottoni all'altezza del seno. Abbastanza per fare cadere lo sguardo di un ragazzo proprio in quella direzione, ma abbastanza poco da non lasciare vedere nulla.

"È il mio momento."Disse con una certa soddisfazione rivolgendomi un sorriso ammiccante. Si sciolse anche i capelli lisci.

"Jason, vero?" Tanto lo sapevo già. Cosa lo chiedevo a fare?

Stavo per voltarmi, ma lei mi afferrò con fermezza per un braccio."Non ti girare, altrimenti capiranno che stiamo parlando di loro." Si agitò."Ricordati il piano."

Storsi il naso."Non sono sicura di potere essere...credibile."

"Lo sarai." Mi fece l'occhiolino."Per la tua migliore amica in assoluto." Intanto, mi lasciò il braccio."Ah, e di Andrew nessuna traccia. Soltanto un bel Roy all'orizzonte."

Immaginavo che Andrew non ci fosse. Non c'era mai. Stavolta, però a differenza delle altre ne ero sollevata. Non mi andava proprio di vederlo dopo quello che mi aveva detto. Savannah poteva anche avere ragione, ma io al momento ero veramente arrabbiata con lui.

"Credi che Andrew gli abbia già detto della nostra discussione?" Le chiesi, guardandomi un po' intorno. Gli studenti erano sparsi nei diversi tavoli. In lontananza scorsi quello della squadra di basket. Lo stesso nel quale in teoria anche Jason e Roy dovevano sedersi. Ma spesso si accomodavano accanto a me. Fino alla settimana scorsa Sav si sedeva insieme a Charlie e alla squadra di football, quindi questa era una novità. Io preferivo pranzare per conto mio. Sapevo che Jase e Roy mi avrebbero fatto compagnia.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora