•Capitolo 18•

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"Allora?" Chiesi, dopo avere rifiutato le patatine che Jeb mi stava porgendo. Ne avevo già mangiate a sufficienza."Come mai sei qui? Per quanto rimarrai?"Bevvi un sorso d'acqua.

Eravamo entrambi distesi nel mio letto, uno accanto all'altra come accadeva ai vecchi tempi. Anche se non era mai stato a casa mia prima d'ora. Non questa. Soltanto in quella in cui passavamo le vacanze estive.

"Abbastanza." Rispose incrociando le caviglie."Forse per molto tempo. Tipo per sempre."

Dalla sorpresa, sputai tutta l'acqua che avevo in bocca, bagnandomi i jeans, la felpa e persino parte delle lenzuola."Cosa?!" Urlai sconvolta, fregandomene del guaio che avevo appena combinato."E me lo dici così?" Lasciai il bicchiere sul comodino.

"Così come?"Accennò ad un sorriso innocente."Resto, fine della storia."

Non sapevo cosa dire."Come sta tua madre?" Domandai, anche se lo sapevo già. La sua e la mia  erano sempre rimaste in contatto ed erano amiche da tempo. Volevo solo capire cosa stava succedendo.

"Bene."Mi stava osservando, sospettoso."Avevo solo bisogno di andarmene, inoltre volevo chiarire con te e visto che mio zio vive qui e siamo molto legati, mi ha chiesto se voglio rimanere a lungo."

"Quindi va tutto bene a casa?" Gli domandai preoccupata, tirandomi su.

"Più o meno."Sospirò, lasciando le patatine da un lato."Ecco, è da un po' che non mi sentivo più a casa a dire il vero. Mia madre sta per risposarsi e lui è un tipo complicato. È ok, solo che..non so..."

Di fianco a lui mi sistemai il cuscino dietro la schiena."Ti senti tagliato fuori?" Gli chiesi in tono pacato. Conoscevo Jeb e non era un tipo che scappava dai problemi, era uno di quelli che li affrontava a testa alta e che affrontava anche quelli delle persone al proprio fianco, facendosene persino carico se necessario.

"Mi sento di troppo." Confessò, scuotendo il capo. I capelli biondi ondeggiarono a causa del suo movimento."Non mi sento più parte della famiglia come un tempo, ma non è colpa di nessuno. Purtroppo non riesco a non confrontare il suo futuro marito a mio padre. Lui era..." Gli tremò la voce, quindi gli passai il suo bicchiere d'acqua rivolgendogli un sorriso di conforto. Sapevo benissimo quanto fosse difficile per lui parlarne.

"Bevi." Gli consigliai."E rilassati. Nessuno potrà mai sostituirlo, Jeb. Se lei è riuscita ad affezionarsi a qualcun altro dopo di lui sono convinta che si tratti di una persona fantastica. Tuo padre è tuo padre e niente potrà cambiare questo. Nessuno può farlo. È normale. Come è normale quello che provi. Per giudicare una situazione credo che ci si debba trovare nei panni degli altri, quindi non posso darti consigli validi o definitivi, ma sai che per qualsiasi cosa io sono qui." Gli presi il bicchiere e lo posai sul comodino al mio fianco dopo che ne bevve un sorso."E sono sicura che con Albert starai alla grande, anche se credo tu lo sappia già."

"Già, Albert è un tipo tosto."Sorrise, poi si mise a sedere sul letto, improvvisamente allarmato."Che ore sono? Sarà meglio che vada, devo ancora disfare tutte le valigie e volevo prepare io la cena stasera."Si passò una mano tra i capelli biondi, l'aria esausta."E ho bisogno di una bella dormita. E di una doccia."

Ridacchiai."Non lo so." Mi guardai intorno in cerca del mio cellulare, ma lo avevo lasciato al piano di sotto."Saranno le cinque del pomeriggio, forse le sei. Vuoi cenare qui? Mamma e papà saranno sicuramente felici di vederti e potremmo chiederlo anche ad Albert."

Jeb si strofinò gli occhi."Grazie, ma per stasera passo. Ho molte cose da sbrigare, sono passato da te perché volevo vederti, ma devo ancora salutare lo zio."Si mise in piedi sospirando."Salutami tu Cassandra e Edward. Passerò a trovarli nei prossimi giorni. Promesso."

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora