•Capitolo 69•

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Canzoni per il capitolo:

—"Gossip", RIKI.

—"Higher Love", Kygo.

***

Finalmente il mio periodo di riposo era finito. Mi era sembrato infinito, anche se la presenza di Andrew era stata di grande consolazione. Anche stanotte lui era rimasto a dormire da me e anche stanotte, come tutte le altre nell'ultimo mese, mi aveva tenuta stretta a sé ricordandomi che era tutto finito quando mi svegliavo durante la notte sudata e spaventata.
Adesso stava parcheggiando nel parcheggio di fronte alla nostra scuola.

Continuavo a torturarmi le mani, muovendomi a disagio sul sedile. Non mi ero mai sentita così agitata per una semplice entrata a scuola. La fissavo con avversione da dietro il finestrino.

Andrew spense la macchina e mi posò una mano sulla gamba. "Kimmy?" Mi chiamò.

"Sì?" Gli mostrai un sorriso tirato. Me la stavo facendo letteralmente sotto, il che era stupido viste le situazioni che avevo affrontato. Eppure, questa ero io. La mia timidezza non si era volatilizzata nel nulla.

Lui sorrise, mentre il calore della sua mano mi faceva venire la pelle d'oca in tutto il corpo, nonostante indossassi i jeans. "Stai tranquilla, basta che li immagini tutti nudi." Cercò di rassicurarmi, accarezzandomi una guancia. "E poi ci sarò io con te, non devi preoccuparti... Sei la nuova eroina della città e tutti ti adorano."

Pronunciò l'ultima frase con orgoglio, ma io desideravo soltanto farmi piccola piccola e scomparire.

"Ma tu sei abituato a tutto questo." Mormorai, facendo un cenno generico con le mani. "Alle occhiate, a stare al centro dell'attenzione...Io no, e non lo voglio."

Stavo diventando paranoica? Probabile.

"Da grandi poteri derivano grandi responsabilità." Mi rivolse un sorrisetto, tolse le chiavi e venne ad aprirmi lo sportello mentre io mi aggrappavo al sedile come una bambina di sette anni.

Sapevo di essere ridicola, ma non mi importava. Come sapevo che prima o poi avrei dovuto mettere piede lì dentro.

"Io non scendo." Constatai, anche se la mia frase trasudava d'incertezza "Salto la prima ora."

Andrew, intanto si stava stiracchiando come un gatto. La maglietta bianca che indossava si sollevò lasciando intravedere la linea a V e una parte di addominali scolpiti.

Buongiorno, Kimberly.

"Quindi preferisci entrare con me che ti tengo in braccio trascinandoti dentro?" Mi chiese in un tono innocente solo in apparenza. Dietro si nascondeva un vero e proprio ricatto. " Perché o alzi il tuo adorabile sederino, oppure ti porto dentro di peso."

Scossi il capo con enfasi. "Tu vai, io ti raggiungo.."

Andrew si piegò su di me e allontanò le mie mani dal sedile, costringendomi a mollare la presa.

"Andrew!" Mi lamentai, quando mi tirò su portando un braccio dietro alle mie ginocchia e l'altro dietro la schiena. In un baleno mi ritrovai tra le sue braccia, con lui che rideva soddisfatto.

Chiuse lo sportello con una gamba e digitò un pulsante sul suo telecomando. "Puoi dire addio a Cleo." Sogghignò, divertito facendo riferimento al nome della sua auto.

Per un paio di istanti mi lasciai trasportare, godendomi i lineamenti definiti del suo viso, la bellezza mozzafiato dei suoi occhi..Ma poi cominciai ad agitarmi quando un gruppetto di persone alla nostra destra smisero di chiacchierare e si voltarono a guardarci.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora