Strofa.2.3: You're The Conversation, I am The Game*

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Colin è di fronte ad alcuni schermi sui quali lampeggiano dei crittogrammi ben oltre la mia comprensione. Lascio perdere i monitor e torno a concentrarmi sul suo profilo. Cuffie alle orecchie, sta ascoltando della musica. Riesco a sentire le vibrazioni fin da qui, il suono del basso e la batteria che martella.

Fatto trenta... spingo la porta ed entro nel suo ufficio. Colin è concentrato nel lavoro e non mi nota. Ad illuminare la stanza ci sono solo i monitor, il mio cuore salta diversi battiti nel vedere come le ombre gli accarezzano il viso, rendendolo ancora più bello.

Dannato, ridicolo, organo vitale! Non sono una di quelle ragazze che si eccita appena un bell'uomo le passa davanti. Sono perfino un po' timida. Accidenti, non ho mai visto uno sguardo così ammaliante, i suoi occhi sono di un azzurro quasi liquido.

Sa essere pungente e selvaggio, passando da una modalità all'altra, con una naturalezza disarmante. Credo di aver osservato Colin e le sfumature dei suoi occhi chiari, fin troppo a lungo. Voglio toccarlo, e non è una buona idea. Rischierei di bruciarmi le dita.

Anche se ha tutto in regola per evocare le fantasie più sfrenate... alcuni uomini sono pericolosi per le donne e lui, è uno di essi. E anche se mi dico che è solo attrazione fisica, che non è importante e che passerà, comunque sono qui. Nel suo ufficio, in cerca della sua attenzione.

Gli tocco la spalla per segnalare la mia presenza e lui salta dallo pavento.

Si leva le cuffie dalle orecchie, lasciandole cadere sulla scrivania. Della musica che non conosco, riempie la stanza mischiandosi al ronzio dei computer.

Come riesce a lavorare con tanto rumore nelle orecchie?

I suoi occhi, colmi di rimprovero, passano dalle schermate a me, come se volesse farmi a brandelli. Improvvisamente mi sento insignificante e d'intralcio.

L'ho sorpreso, avrei dovuto immaginare che non sarebbe saltato di gioia. È ovvio che sono anche un po' delusa. Da quando l'ho conosciuto, il mio cuore è stato sbriciolato troppo spesso. È davvero spiacevole.

Il suo sguardo mi dice che non riceva troppe visite nel suo ufficio. Eppure è fin troppo grande per un semplice programmatore, quando tutti gli altri condividono piccoli box. A cosa è dovuto questo trattamento speciale?

Da rimprovero, l'espressione di Colin passa all'irritazione.

"Che cavolo ci fai tu qui?"

"Oh... uh" mi schiarisco la gola "ti ho portato un caffè... come ringraziamento per avermi sistemato il computer... ieri" allungo il braccio con la tazza di Starbucks tra le mani. È stata decisamente una pessima idea, non so come comportarmi.

Colin ignora il caffè, si gira per battere sulla tastiera, gli schermi lampeggiano e sui monitor appaiono le immagini dello sfondo. Ancora accigliato, gira sulla sedia e si alza. È una spanna più alto di me, cosa che gli offre un vantaggio che non apprezzo. Gli piace un po' troppo dominare, per i miei gusti.

Osserva diffidente il bicchiere che gli ho messo sotto il naso. Nemmeno lo stessi minacciando con una pistola!

Mi sento davvero stupida. È stato sciocco tentare un approccio amichevole con questo ragazzo. Non ne poteva venire nulla di buono. Alla fine mi strappa il caffè dalle mani, per poco non lo versa sul pavimento.

"Ti ha detto Matt dov'ero?" chiede brusco.

"Ho fatto qualche ricerca per trovarti, non è stato difficile" spero non si faccia strane idee. Lui continua a fissarmi accigliato. Chissà se ha capito la vera ragione per cui sono qui. In ogni caso, è troppo tardi per i ripensamenti.

Is It Love? ColinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora