Strofa.1.2: Dietro Ai Tuoi Occhi Blu*

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Intanto che i ragazzi proseguono nel loro lavoro, io ne approfitto per rovistare in giro. Canto tra me, sollevando con noncuranza un coperchio o due delle casse sparse, per vedere cosa si nasconde all'interno. Adam mi osserva con le sopracciglia inarcate "Hai una bella voce" mi sento lusingata dalla sua affermazione "Oh! Grazie!"

"No, davvero, non lo dico per dire" ne sono convinta, non sembra una persona che si fa problemi a dire quello che pensa. Gli sorrido agitando le bacchette "Quando ero più giovane ho cantato per un po', come passatempo, ovviamente. E suonavo il piano... non metto mano su una tastiera da secoli" lui mi guarda con i suoi occhi verdi che brillano "eppure è l'unica cosa che ho preso quando ho lasciato casa per venire qui. Ho un pianoforte verticale in soggiorno, ed è davvero un peccato non usarlo più, lasciare che diventi un oggetto inutile..." guardo verso di lui, ma in realtà il mio sguardo è distante.

"A volte perdiamo la nostra vena, le nostre motivazioni" dice alzando le spalle "succedono cose. La musica è come respirare per me. Quando suono è come se il mio cervello si spegnesse. È... una magia ma... be', devi solo riprendere l'inclinazione, Stella"

Sentirlo parlare mi fa ricordare la piacevole sensazione dei tasti sotto le dita. Vedendoci assorti nella discussione, Matt non può fare a meno di intromettersi "Adam, non provarci con la mia ragazza!" Adam mi guarda, per poi fare una solenne riverenza e dice "Perdoni il mio ardire, bella signorina, ma presti attenzione a questa canaglia. Credo che abbia una cotta segreta per lei" fa l'occhiolino, io scuoto la testa e guardo Matt, le cui guance sono diventate tutte rosse.

"Stella e io?! Nah, sembra mia madre! IM-POS-SI-BI-LE!! Articola ogni sillaba separatamente "Ma l'ho sentita cantare, e se la cava, lo devo ammettere"

Lo guardo accigliata "Ma se hai detto che un maiale sgozzato farebbe meno rumore!" proseguiamo così fino a che io e Adam non torniamo sull'argomento della musica. "Amo questa atmosfera, la tensione che regna nel backstage. Non lo so è... esaltante. Ho la sensazione che, dopo aver bevuto tonnellate di caffè, l'unica cosa che potrebbe calmarmi sarebbe salire sul palco. Sai cosa intendo?"

Adam annuisce "Certamente. È difficile descriverlo a parole, è così potente"

Prendo un grande respiro guardandomi tutt'intorno, mi manca davvero quella sensazione.

*****

Sento spesso la mancanza della sensazione che la musica mi dava tra le dita e nell'anima. Contemplo la stanza fantasticando su come sarebbe stare al centro del palco, con le luci puntate addosso, sentendo fisicamente la vibrazione delle note. La scarica di adrenalina, la paura, l'applauso del pubblico, ma soprattutto quella sensazione pazzesca della libertà nata dalla musica.

Non c'è niente di più emozionante, neanche il calore delle braccia di un uomo può eguagliare quella sensazione. Nessuno dei miei ex mi ha mai fatto provare la stessa emozione violenta che mi assaliva ogni volta che mi mettevo al pianoforte.

La mia attenzione viene attirata da una magnifica chitarra elettrica. Affascinata allungo le dita verso il manico per sfiorare le corde, quando vengo letteralmente lanciata via, scaraventata contro il muro. Le bacchette di Adam mi scivolano dalle mani cadendo a terra.

Delle dita mi circondano i polsi, scavando con le unghie nella pelle, mentre una figura mi sovrasta gettandomi nell'oscurità della sua ombra.

Il suo viso parzialmente illuminato, lascia intravedere solo i suoi occhi azzurri.

Lo guardo sconvolta dallo spavento del suo gesto improvviso, ferma sul posto. Che prende a questo pazzoide? È stato punto da un'ape?

Le sue dita si stringono attorno al mio braccio, nell'asprezza delle sue mani percepisco un misto di rabbia e frustrazione. Con la bocca improvvisamente asciutta, schiudo le labbra in un gemito quando lo sconosciuto preme il suo corpo contro di me.

Is It Love? ColinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora