Sono furiosa per il suo comportamento e per l'espressione sprezzante con cui mi squadra dall'alto, superandomi di tutta la testa. Ma non mi lascio intimidire dalla sua compiaciuta arroganza "No, ma chi credi di essere?" con il viso teso dalla rabbia avanzo verso Colin sfidandolo al suo stesso gioco "suono il pianoforte da quando avevo dieci anni. Non sono una principiante. Che si tratta di una band heavy metal o meno, non c'è nessun altro in questa stanza in grado di aiutarvi!" trattengo il fiato sotto il suo sguardo di ghiaccio. Nonostante la rabbia, il desiderio di baciare quelle labbra è talmente forte da essere doloroso, e mi prenderei a schiaffi per questo.
Quel ragazzo è simpatico quanto un campo di ortiche, eppure non riesco a domare la furia dei miei sentimenti.
Colin mi guarda come fossi letame e ciò non fa altro che alimentare il fuoco che brucia dentro di me, voglio dimostrargli che merito di stare qui, merito di stargli vicino "Sono andata in una scuola di musica e so suonare rock e jazz, se vuoi saperlo. Mia nonna era cantante di supporto in una jazz band conosciuta e, da quel che so, tu non puoi dire lo stesso. Tu hai bisogno di questo concerto e da quello che vedo..." alzo un sopracciglio e un sorrisino soddisfatto si fa strada sulle mie labbra "hai bisogno di me".
La rabbia che leggo nell'espressione di Colin ha sciolto il ghiaccio nei suoi occhi, ora di un azzurro quasi liquido, che mi sembra persino di poter annegare in quel mare in tempesta.
Irradia furia da ogni poro della pelle ma percepisco anche desiderio, il suo desiderio di abbracciarmi? No, non lo sto immaginando. I suoi occhi bruciano per me. Il suo viso è impassibile ma i suoi occhi lo tradiscono, è come se stesse leccando ogni centimetro della mia pelle e quello sguardo, non è una fantasia. È reale, e mi da la scossa che mi serve a farmi ancora più audace, a tenergli testa, a sfidarlo "Sta a te, Colin. Sarai in grado di superare i tuoi preconcetti? Di comportarti come un vero professionista?" gli pianto l'indice contro il petto e sento i suoi muscoli irrigidirsi sotto il mio tocco.
Non fa nulla, non prova a fermarmi.Il sangue mi martella nelle tempie, letteralmente trascinata da un'ondata di desiderio di dire tutto ciò che provo, di non trattenermi, di dare sfogo ai miei pensieri. Non so se sarò davvero capace di sedermi al pianoforte con un pubblico vero davanti, non so cosa sto facendo ma il modo in cui mi fissa ora... sembra dissetarsi delle mie parole, anche se il suo viso è sempre più cupo e arcigno.
"Mettimi alla prova, se ne hai il coraggio" il mio polso accelera nel vedere un'ombra di esitazione nei suoi occhi. È nervoso, arrabbiato, e mi piace. È il momento di calcare la mano "Non è in gioco la mia vita. Decidi tu, ma ricorda che non sei l'unico interessato" indico Adam con un gesto della mano senza distogliere lo sguardo dal suo. In realtà, è come se ci fossimo solo io e Colin nella stanza, il resto del mondo è scomparso.
Persino Matt ci osserva in silenzio accanto ad Adam.
"Non sono io ad aver bisogno di te, Colin..." la mia voce scivola fluida sul suo nome "sei tu ad avere bisogno di me" stringe gli occhi e fa scorrere le dita su una ciocca dei miei capelli. Alzo la testa mentre con un gesto mi levo di dosso la sua mano "e conosco la musica" lo dico con un tono di voce basso, non ho bisogno di alzarla. È lui a fare un passo indietro ora, gli occhi sempre fissi nei miei "Supererò le tue aspettative".
Si inumidisce le labbra, io osservo ipnotizzata la sua lingua passare su quella bocca indecente, come ipnotizzata. Il cuore mi martella nel petto.
"Dammi l'opportunità di dimostrarti ciò di cui sono capace"
*****
Se siano state le mie ultime parole, non saprei dirlo, ma la sua rabbia sbollisce e torna a respirare.
STAI LEGGENDO
Is It Love? Colin
FanfictionLa talentuosa Stella Aedahl, pianista e impiegata alla C.C. Sembra, suo malgrado, ritrovarsi travolta dall'ossessione per il tanto misterioso quanto introverso Colin Spencer. La sua musica riuscirà a farsi strada nel cuore tormentato del bel cantan...